Casi di epatiti acute nei bambini sono stati segnalati in Spagna, Irlanda, Paesi Bassi, Danimarca, Regno Unito, Stati Uniti e Italia
Epatiti acute di origini sconosciute nei bambini di tutta Europa. Una forma di epatite acuta di origine sconosciuta sta colpendo i bambini sotto i 10 anni in vari Paesi europei. In alcuni casi sono forme talmente gravi da provocare un’insufficienza d’organo tanto da richiedere il trapianto di fegato. Prima è toccato a Scozia, Inghilterra e Spagna, poi altre segnalazioni sono arrivate da Danimarca, Irlanda, Paesi Bassi, Stati Uniti e anche in Italia.
Sarebbero, al momento, centinaia i bambini sotto i 10 anni in diversi Paesi europei ad aver contratto la forma di epatite acuta sulla quale il mondo scientifico si sta interrogando. Il Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie (Ecdc) ha lanciato l’appello a “segnalare e condividere informazioni“.
Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità e docente di pediatria all’Università di Pavia, ha detto che “alcuni casi sono anche esitati in forme così rilevanti da necessitare un trapianto di fegato“. Ha, poi, aggiunto: “questi casi testimoniano una volta di più la necessità di avere dei sistemi di monitoraggio epidemiologico straordinariamente efficienti, per intercettare tutta quella che è l’emergenza di malattie trasmissibili. E’ un investimento che nel Paese va largamente incentivato e implementato“.
Giuseppe Indolfi, epatologo del Meyer di Firenze, consulente dell’Oms per le epatiti virali e responsabile dell’area fegato della Società europea di gastroenterologia, ha detto: “La settimana scorsa c’è stato un primo alert riguardo a una decina di casi. L’attenzione dei clinici è stata attratta dal fatto che in un caso c’è voluto il trapianto“. I casi, poi, sono aumentati e si sono presentati in altri Paesi (come Spagna, Danimarca, Paesi Bassi e Stati Uniti). Nel totale dei casi sono stati necessari 6 trapianti.
Le cause
L’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha detto che “la causa scatenante degli attuali casi di epatite è ancora considerata sconosciuta e rimane oggetto di indagine attiva. Sono in corso test di laboratorio per i casi identificati per capire il ruolo di ulteriori infezioni, di sostanze chimiche o tossine“.
Un’origine infettiva sarebbe ritenuta come la causa più probabile, ma i casi non sono legati a epatiti virali come A, B, C, D, E. Tra le ipotesi, inoltre, vi è anche quella di un legame con il Covid-19 o con altre forme di infezioni virali come quella da adenovirus, dato che entrambi i virus sono stati riscontrati in alcuni dei piccoli pazienti.
Il 15 aprile, un gruppo di ricercatori ha pubblicato sulla rivista scientifica Eurosurveillance un primo report sui cluster di epatite nel Regno Unito. “Al momento le principali ipotesi sono incentrate sull’adenovirus, o una nuova variante con una sindrome clinica distinta o una variante che circola regolarmente che ha un impatto più grave sui bambini più piccoli immunologicamente naïve. Quest’ultimo scenario potrebbe essere il risultato di una ridotta socialità durante la pandemia di COVID-19“. Si tratta, però, solo di un’ipotesi, dato che sono in fase di studio anche altre cause infettive.
I ricercatori hanno aggiunto che nessuno dei bambini coinvolti aveva ricevuto il vaccino anti-Covid, quindi non può essere responsabile dell’epatite.
Secondo un’altra ipotesi, è possibile che la scarsissima esposizione della popolazione generale ai virus più comuni (causa lockdown e restrizioni degli ultimi 2 anni) abbiano fatto sì che i bambini possano aver sviluppato difese immunitarie più basse che in passato. L’esposizione meno protetta ad adenovirus potrebbe, quindi, essere stata una causa primaria per l’esplosione di casi di epatite acuta nei bambini, per cui sinora circa 1 su 10 ha avuto bisogno di un trapianto per sopravvivere.
I sintomi
I casi identificati presentano una grave infiammazione del fegato acuta, che spesso si presenta con ittero, a volte preceduto da sintomi gastrointestinali (compreso il vomito come caratteristica principale).
Le autorità sanitarie del Regno Unito che si stanno occupando dei casi registrati sul loro territorio sostengono che la causa infettiva sembra essere la più probabile. Questo perché il 77% dei bambini è risultato positivo a una forma di adenovirus, una famiglia di virus comuni che prevalentemente causano semplici raffreddori.
Qualche giorno dopo l’allarme britannico sono stati registrati alcuni casi in Alabama (Stati Uniti) in bambini tra 1 e 6 anni che poi sono risultati positivi anche a adenovirus. 2 di loro sono stati sottoposti a un trapianto di fegato.
Potrebbero interessarti anche questi articoli:
FONTEUFFICIALE.it riassume le notizie pubblicate dalle agenzie di stampa e da altri media autorevoli (come Ansa, Agi, AdnKronos, Corriere della Sera, ecc..), quindi non è direttamente responsabile di inesattezze. Se, però, ritieni che un nostro articolo debba essere modificato o eliminato puoi farne richiesta [ scrivendo qui ].
Per ricevere i nostri aggiornamenti e restare informato ti invitiamo a seguirci sul nostro profilo ufficiale di Google News.