Il Natale ortodosso, celebrato nei paesi dell’est di tradizione russa, viene festeggiato il 7 gennaio invece del 25 dicembre
Il Natale ortodosso, celebrato nei paesi dell’est di tradizione russa, celebra la nascita di Gesù, figlio di Dio e della Vergine Maria, e viene festeggiato il 7 gennaio invece del 25 dicembre. Ciò è dovuto al fatto che la Chiesa Ortodossa utilizza ancora il calendario giuliano, invece di quello gregoriano.
Origini del Natale ortodosso
Per comprendere meglio, è importante sapere che nel 1582 Papa Gregorio XIII decise di apportare modifiche al vecchio calendario introdotto da Giulio Cesare, chiamato calendario giuliano in suo onore. A causa di ciò, i giorni tra il 5 e il 14 ottobre 1582 furono eliminati e quindi il nostro 25 dicembre diventa il 7 gennaio. Tuttavia, alcuni ortodossi hanno scelto di adeguarsi al cambiamento: in Grecia, ad esempio, il Natale coincide con quello cristiano.
Le usanze del Natale Ortodosso
Secondo la tradizione, il Natale Ortodosso è preceduto da un lungo periodo di digiuno e preghiera che dura addirittura 40 giorni. Durante questo periodo, i fedeli seguono una dieta limitata, permettendo il consumo di pesce solo il mercoledì e il venerdì.
Durante la vigilia di Natale, gli ortodossi offrono candele e germogli di grano come simbolo di luce e rinascita. Il digiuno diventa più rigido in questo giorno e prevede il consumo di cibi “socivo“, come grano lesso e frutta.
Il digiuno si conclude generalmente in chiesa al tramonto, con preghiere e canti accompagnati dalla benedizione del pane, del grano, del vino e dell’olio. Terminata la preghiera, i fedeli intonano l’inno di Natale e al centro della chiesa viene esposta un’icona della festività, solitamente una candela accesa che simboleggia la Stella Cometa.
Con la fine del digiuno e la benedizione del cibo, i fedeli possono finalmente consumare il pane benedetto.
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