L’espressione “exit poll” è largamente diffusa e di uso comune. Perché si dice così e qual è il significato
Perché si dice exit poll. L’espressione “exit poll” viene usata nel linguaggio comune per indicare “i sondaggi effettuati in forma anonima fuori dai seggi elettorali per avere una proiezione del risultato della votazione.“.
Quindi, è un sondaggio elettorale effettuato mediante interviste all’uscita dei seggi, sulla base di un campione significativo definito su basi statistiche. In pratica viene chiesto all’intervistato di ripetere il voto appena espresso. I risultati del sondaggio non possono essere divulgati, per legge, prima della chiusura dei seggi. Diverso dal “sondaggio d’opinione” usato per chiedere quali siano le intenzioni di voto all’interpellato dell’elettorato.
“Exit poll” sono 2 termini inglesi, che significano “sondaggio all’uscita” (o “votazione all’uscita”). Aziende private che lavorano per i media, ma anche per i partiti politici stessi si occupano degli exit poll. Che sia per eleggere il nuovo governo o il nuovo sindaco o per un referendum, ci saranno sempre alla chiusura dei seggi i primi exit poll.
Una critica mossa agli exit poll (soprattutto negli USA) è che i risultati, che spesso trapelano a urne ancora aperte, influenzano chi deve ancora recarsi ai seggi, e quindi falsano i risultati reali.
Curiosità sugli exit poll
In Italia è vietato dalla legge divulgare i risultati degli exit poll prima della chiusura delle urne, mentre in altre nazioni, come la Nuova Zelanda, è vietato condurli.
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