E’ la riunione dove si riuniscono le personalità di spicco per discutere e proporre soluzioni ad alcuni dei problemi più complessi del mondo
Cos’è la Commissione Trilaterale. Il 19 e il 20 novembre scorsi, a Tokyo (Giappone), si è riunita la Trilateral Commission (o Commissione Trilaterale) un’organizzazione che, dal 1973, riunisce le personalità di spicco per discutere e proporre soluzioni ad alcuni dei problemi più complessi del mondo.
La Commissione descrive sé stessa come un importante luogo per “incubare le idee e formare relazioni tra settori e aree geografiche” ma anche come “un gruppo di Paesi che condividono valori comuni e un impegno per lo stato di diritto, economie e società aperte e principi democratici“.
La Trilateral Commission è stata creata durante la Guerra Fredda con l’obiettivo di guidare il partenariato di sicurezza “trilaterale” Usa-Giappone-Europa. La struttura direzionale della Commissione comprende le 3 aree geografiche dalle quali provengono i membri. Esiste un gruppo nordamericano (che copre Stati Uniti, Canada e Messico), un gruppo europeo e, infine, uno gruppo asiatico-pacifico (che comprende Giappone, Corea del Sud, membri dell’Asean, Australia, Cina, India e Nuova Zelanda). Ciascun gruppo ha una propria presidenza e figure di rilievo. La leadership è collegiale, mentre le 3 presidenze regionali sono affiancate da un Comitato esecutivo.
Nonostante le tematiche e le soluzioni proposte siano di grande importanza, le partecipazioni al raduno sono solo su invito, tanto che alcuni media si riferiscono alla Commissione Trilaterale definendola una sorta di organizzazione segreta. In generale, ogni nuovo candidato per l’adesione alla Commissione viene attentamente esaminato prima di essere ammesso. Tra i vari nomi che a più riprese hanno preso parte dei lavori passati troviamo il segretario di Stato americano Antony Blinken, il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti Jake Sullivan, il primo ministro danese Mette Frederiksen e il ministro indiano degli affari esteri Subrahmanyam Jaishankar.
Per la prima volta in 50 anni, però, i lavori della commissione sono stati aperti a 3 giornalisti del Nikkei Asia, a condizione di non citare per nome i partecipanti.
Di cosa si è parlato?
I giornalisti del Nikkei Asia hanno evidenziato una divergenza di vedute tra Asia e Occidente.
“Riteniamo che la politica degli Stati Uniti nei confronti dell’Asia, in particolare nei confronti della Cina, sia stata di mentalità ristretta e inflessibile. Vogliamo che la gente negli Stati Uniti riconosca le varie prospettive asiatiche“, ha affermato Masahisa Ikeda, membro del comitato esecutivo della Commissione trilaterale, nonché prossimo direttore dell’Asia Pacific Group.
“Dobbiamo coinvolgere la Cina. Se costringiamo i paesi a scegliere da che parte stare, le nazioni del sud-est asiatico sceglieranno la Cina. La chiave è non costringerle a scegliere“, ha affermato un altro membro presente.
Da quanto emerso dall’incontro di Tokyo, per le élite asiatiche il mondo starebbe andando nella direzione sbagliata (che includerebbe sia l’intensificarsi della concorrenza sino-americana, che il conseguente disaccoppiamento economico da Pechino).
Gli inviati di Nikkei hanno raccontato che il problema, secondo molti partecipanti, coinciderebbe con gli Stati Uniti o, più nello specifico, nella propensione statunitense di voler esportare la propria ideologia. “Dobbiamo sviluppare una strategia realizzabile per persuadere e coinvolgere anche i paesi che la pensano diversamente“, hanno fatto notare gli accademici asiatici.
Un partecipante indiano ha parlato della necessità per la comunità internazionale di adattarsi a un’Asia in crescita: “La maggior parte delle istituzioni globali, il punto di ancoraggio, il centro di gravità è sempre stato in Occidente. Questo chiaramente deve cambiare. L’Asia-Pacifico deve essere il punto di ancoraggio e non c’è modo di desiderare che la Cina se ne vada“.
Dal punto di vista economico, il governo americano ha incoraggiato le aziende a “tornare a casa” o a investire in Paesi alleati o amici. Un economista sudcoreano ha fatto notare che Seoul dovrebbe scegliere tra Stati Uniti e Cina: e questo varrà per molti altri governi. L’Asia, invece, continuerà a spingere per la globalizzazione, abbracciando una posizione diversa dall’Occidente.
Cos’è la Commissione Trilaterale
La Commissione Trilaterale è un’associazione privata, fondata nel 1973 da un gruppo di cittadini Nord Americani, Europei e Giapponesi con la finalità di offrire ai soci un forum permanente di dibattito per approfondire i grandi temi comuni alle 3 aree interessate, diffondere l’abitudine a lavorare insieme per migliorarne la comprensione e fornire contributi intellettuali utili alla soluzione dei problemi affrontati.
Per raggiungere questi obiettivi, la Commissione Trilaterale segue 3 principi di fondo:
- Lavorare su un piano di parità;
- Riconoscere l’importanza degli organismi multilaterali;
- Evitare azioni unilaterali.
La Commissione Trilaterale è, insomma, la somma dei poteri forti di Stati Uniti, Europa e Asia. E’ un’organizzazione che riunisce altissime personalità della finanza e della politica, docenti universitari, esponenti sindacali e giornalisti.
Ispiratore e creatore dell’organizzazione è stato David Rockefeller. Nel 1973, all’atto della fondazione, il direttore operativo era Zbigniew Brzezinski, che sarebbe poi divenuto consigliere speciale per la sicurezza degli Stati Uniti sotto la presidenza di Carter.
Alcuni anni fa il periodico americano F.R.E.E. pubblicò l’organigramma degli uomini del CFR e della Trilateral operanti all’interno delle istituzioni americane. Sotto il titolo “1992 Presidential Candidates” figura Bill Clinton, uomo sia del CFR che della Trilateral.
In economia, la Trilateral riunisce soggetti “privati” (finanzieri, banche e multinazionali) che rappresentano da soli più della metà del potenziale economico dell’intero pianeta. In politica, invece, la liena è quella “liberal” (anglofila, massonica, cosmopolita).
La nascita della Trilateral Commission
Nel 1972, nell’ambito del Council on Foreign Relations (CFR), David Rockefeller abbozzò l’idea della nuova organizzazione. L’anno successivo l’organizzazione fu ufficialmente presentata in Giappone. Nel 1975 contava circa 200 membri.
La Trilaterale nacque in concomitanza con la fine della ledaership economico-militare degli Stati Uniti. La sconfitta in Vietnam e lo scandalo Watergate avevano fortemente agito in tal senso, ma il crescente sviluppo economico-finanziario di Europa e Giappone mostrarono chiaramente che gli Stati Uniti non sarebbero mai più stati i soli padroni del mondo.
La Trilateral servì a riqualificare il potere statunitense, che strinse alleanza con quelle aree che non era più in grado di controllare.
Ma i progetti della Trilateral, andavano al di là dell’economia. Infatti, sin dalla fondazione, la Trilateral ha esteso il suo controllo a segmenti della pubblica informazione americana (CBS, Time Magazine, Foreign Policy), giapponese (Japan Broadcasting Incorporated), italiana (Arrigo Levi della Stampa), tedesca (Die Ziet), del mondo sindacale (United Steelworkers of America, United Automobile workers, AFL-CIO), della politica, della ricerca scientifica.
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