Chi sono gli anarchici?

Gli anarchici negano qualsiasi forma di autorità e sostengono l’autodeterminazione degli individui, talvolta anche con azioni violente

Chi sono gli anarchici?
Chi sono gli anarchici? Recentemente, si sono verificate diverse azioni di natura anarchica in Italia, tra cui il lancio di una molotov contro un distretto di polizia a Roma, attacchi contro le sedi diplomatiche italiane a Berlino e Barcellona, l’incendio di un ripetitore a Torino, e disordini nelle strade di Trastevere a Roma, con 41 persone denunciate. Questa escalation di azioni violente si verifica in concomitanza con lo sciopero della fame di Alfredo Cospito, il principale esponente delle cellule anarchiche legate alla Fai-Fri, considerate un gruppo oltranzista e violento, responsabile di oltre 50 attentati in Europa e altrove.

Chi sono gli anarchici?

Gli anarchici negano qualsiasi forma di autorità e sostengono l’autodeterminazione degli individui, talvolta anche con azioni violente. Ci sono anche forme di anarchia non violente e altre insurrezionaliste, ma l’annullamento dello Stato o di altre forme di potere costituisce il nucleo ideologico centrale dell’anarchia.

Tutti gli anarchici considerano l’abolizione del potere come obiettivo finale dell’evoluzione sociale. Ciò non implica l’annullamento dell’organizzazione sociale o della proprietà privata, ma l’evoluzione verso una società non gerarchica.

Significato di anarchia

Il termine “anarchia” proviene dal greco antico e indica l’assenza di principi o ordine. Il termine viene spesso utilizzato impropriamente per indicare situazioni di disordine sociale e illegalità, ma dal 1857 è stato coniato il termine “libertario” da Joseph Déjacque per evitare questa confusione.

In Francia è maggiormente diffuso il termine “acrazia“, sinonimo di anarchia. Anarchia, libertarismo e acrazia sono diventati sinonimi a partire dalla seconda metà del XIX secolo, con sfumature relative al contesto e alle epoche.

Cos’è l’anarchia

L’anarchia si basata sull’ideale libertario di un ordine fondato sull’autonomia e la libertà degli individui, contrapposto a ogni forma di potere costituito, compreso quello statale.

Pierre-Joseph Proudhon fu uno dei principali contributori al pensiero anarchico nel XIX secolo, proponendo un’organizzazione sociale basata sul possesso invece che sulla proprietà e rifiutando la violenza come mezzo rivoluzionario. Altri importanti esponenti del pensiero anarchico includono Josiah Warren, Benjamin R. Tucker, Michail Bakunin, Lev Tolstoj, Max Stirner e Francisco Ferrer y Guardia.

L’anarchia viene interpretata in modi differenti da storici, politici e anarchici stessi. Non esiste un’unica forma politica da perseguire e neanche un accordo sui mezzi politici da utilizzare: alcuni adottano la nonviolenza, il pacifismo o l’insurrezionalismo rivoluzionario.

L’elemento unificante dell’intera gamma di pensiero anarchico è l’esigenza di eliminare lo Stato o altre forme di potere costituito. Tutti gli anarchici ritengono che l’abolizione del potere costituito sia la condizione necessaria e il fine ultimo dell’evoluzione sociale. Eliminare il potere dello Stato non significa eliminare l’organizzazione sociale, ma promuovere l’evoluzione verso una società non gerarchica. Talvolta si sostiene anche l’abolizione della proprietà privata.

Le precedenti interpretazioni, invece, comprendono un’ampia gamma di movimenti e ideologie, che vanno dall’anarco-pacifismo e l’anarchismo cristiano di Lev Tolstoj, all’anarco-comunismo di Pëtr Alekseevič Kropotkin, all’insurrezionalismo di Errico Malatesta, all’anarco-individualismo e all’illegalismo, fino ai movimenti anarchici contemporanei di vario genere, talvolta distanti dalle teorie fondamentali e dal loro sviluppo storico.

Pensiero anarchico

Il principio cardine dell’anarchismo si basa su un’idea di libertà assoluta che non ammette alcuna forma di governo. Questo principio è stato espresso da Pierre-Joseph Proudhon con frasi come “Tutti i partiti che mirano a conquistare il potere sono forme di assolutismo”, “Il governo dell’uomo sull’uomo è schiavitù” e “Chiunque cerchi di governarmi è mio nemico“.

Gli anarchici ritengono che lo Stato sia una struttura di oppressione e coercizione e che ogni forma di autorità e gerarchia sia inutile e dannosa. Propugnano l’abolizione di ogni rapporto sociale autoritario e la creazione di una società libera, l’anarchia, fondata sull’assenza di gerarchie, sull’associazione alle organizzazioni popolari, sull’auto-organizzazione dal basso del popolo, sull’autogoverno decentralizzato e sull’autogestione delle risorse e dell’economia (socialismo e anarcosindacalismo).

ideologia anarchica

L’ideologia anarchica prevede che, a livello sociale, gli individui e le collettività scelgano di relazionarsi tra loro attraverso rapporti non-gerarchici e non-autoritari.

L’Anarchismo implica la ricerca e la sperimentazione di forme di organizzazione sociale orizzontale.

Una società anarchica si basa sulla libera scelta, sulla solidarietà, sulle associazioni libere, sulle unioni e sul rispetto per l’individualità di coloro che non desiderano farne parte, secondo il principio che le decisioni sono vincolanti solo per coloro che le accettano.

In una società anarchica si rifiutano leggi, comandi, imposizioni e discriminazioni, realizzando la gestione e il superamento dei conflitti attraverso chiarimenti ed accordi tra i diretti interessati.

Nessuna teoria anarchica ha mai teorizzato l’assenza di regole e di interazioni sociali, in quanto l’anarchismo propone un nuovo modo di concepire la società, costruito intorno a norme e/o principi etici egualitari, condivisi e non imposti dall’alto. Gli anarchici vogliono l’abolizione dello Stato, sostituito dalle organizzazioni e dalle associazioni popolari; il potere economico è consegnato nelle mani del popolo, che controlla i mezzi di produzione. La maggior parte delle correnti anarchiche si definisce socialista.

Secondo gli anarchici, i problemi sociali come il crimine, l’ignoranza e l’apatia delle masse sono una conseguenza della società autoritaria: mantenere gli individui costantemente sotto un’autorità superiore impedisce loro di agire autonomamente, senza la direzione di un capo che impartisca ordini; inoltre, ogni capo cerca di mantenere il proprio potere, cercando di rendere i sottoposti dipendenti e creando bisogni in loro (come la necessità di protezione dal crimine). Secondo la prospettiva anarchica, lo Stato non ha alcun reale interesse a risolvere i problemi sociali, poiché ciò comporterebbe una minore necessità di potere.

Mentre il liberalismo, un’ideologia alla base del pensiero democratico, difende il diritto individuale di libertà di parola, religione, e così via, l’anarchismo invece sprona l’individuo a liberarsi anche dalle forme sociali che, secondo una visione anarchica, limitano la libera espressione della personalità individuale, come ad esempio i rapporti sociali capitalistici e la religione.

In merito alla religione, mentre la maggioranza degli anarchici si proclama atea, vedendo la religione come “l’oppio dei popoli” marxista, già con Camillo Berneri si introduce un antidogmatismo che consente all’individuo, che deve essere libero in tutti gli aspetti, di professare individualmente una religione, se scelta liberamente e non imposta fin dall’infanzia. Tuttavia, tutti gli anarchici sono per l’abolizione delle organizzazioni clericali di ogni tipo, che si basano sull’indottrinamento anziché sulla libera scelta e sulla predisposizione razionale.

Organizzazione e autonomia della società anarchica

In una società anarchica, si distingue nettamente l’organizzazione dall’autoritarismo, dal controllo e dalla gerarchia. Poiché il potere e la gerarchia compromettono la libertà e la giustizia, che sono i principi fondamentali dell’anarchismo, si cerca di sviluppare modelli organizzativi autonomi, che promuovano la piena espressione delle potenzialità individuali e collettive.

Nell’organizzazione antiautoritaria, si adotta un sistema di decentramento federalista privo di gerarchie, che permette l’autogestione della comunità in tutti gli ambiti politici ed economici. Le decisioni vengono prese in assemblea, di solito con maggioranza di voto, e meno spesso all’unanimità per via della diversità di idee. La democrazia diretta è integrata in articolazioni federali e confederali, proprie di uno spazio politico altamente decentrato, dove i delegati delle strutture sociali di base hanno mandati revocabili e definiti in relazione alle decisioni specifiche, e dove il potere dei coordinatori è limitato. Si privilegiano le decisioni prese a livello locale, in modo che gli interessi di una comunità prevalgano su quelli della provincia, della regione e così via, in un sistema federale.

Una democrazia diretta in cui le entità locali, come i quartieri, i comuni e le regioni, non sono strutture centralizzate, ma la struttura centrale è una federazione di potere di base. Durante le assemblee, i delegati sono scelti, ma devono rispettare due regole fondamentali: eseguire ciò che viene deciso dall’assemblea e non decidere in prima persona e rendere pubblico il loro operato; la loro carica è temporanea e i delegati vengono eletti a rotazione, e la loro delega può essere revocata in qualsiasi momento in caso di malafede o incapacità.

Secondo gli anarchici, questo tipo di organizzazione pubblica non statale promuove una democrazia libertaria (un sinonimo di anarchia possibile o praticabile), in cui nessun individuo o gruppo può esercitare potere su altri individui. Il potere non viene imposto dall’alto con ordini unilaterali e rimanendo isolato dalla base, ma deriva dal basso, poiché l’operato dei delegati è trasparente e la loro carica è revocabile in qualsiasi momento se agiscono contro la volontà della base.

Le piccole società e associazioni anarchiche si possono federare tra loro e queste federazioni possono a loro volta federarsi.

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