Equiseto: specifiche e proprietà

L’equiseto è una pianta utilizzata in giardinaggio come concime per stimolare la crescita delle piante e combattere alcune malattie

Equiseto: specifiche e proprietà
Equiseto: specifiche e proprietà. L’equiseto, noto anche come “coda cavallina” o “rasperella“, è una pianta con diverse proprietà benefiche. È utilizzato in giardinaggio come concime per stimolare la crescita delle piante e combattere alcune malattie. Tuttavia, questa pianta selvatica offre anche vantaggi medicinali per le persone.

In campo fitoterapico, l’equiseto viene impiegato per rafforzare unghie e capelli, e ha dimostrato efficacia nel contrastare la cellulite grazie alle sue proprietà diuretiche e depurative.

Il nome “equiseto” deriva dal latino “Equisetum arvense“. Questa pianta è considerata un fossile vivente, esistente sulla Terra da oltre 250 milioni di anni, sin dall’era primaria.

Il termine “rasperella” proviene dal latino “asper“, che significa ruvido o rugoso, riferendosi alla sua caratteristica di contenere elevate quantità di silicio. Questa proprietà abrasiva faceva sì che venisse utilizzata in passato per levigare materiali come legno o avorio, e per lucidare metalli.

Il nome “coda cavallina” sembra derivare dalla sua capacità di rinforzare il pelo degli animali, così come capelli e unghie nelle persone, grazie alla sua ricchezza di silicio organico.

Proprietà dell’equiseto

L’equiseto è una piccola pianta erbacea perenne che si trova in tutto il mondo, tranne che in Australia e Nuova Zelanda. È conosciuta fin dall’Antichità per le sue molte proprietà, soprattutto per la sua capacità depurativa.

Ha steli cilindrici di colore bianco-brunastro, nodosi e si distinguono in steli sterili e fertili. Non produce fiori, ma ha spighe ovali sulla cima dei fusti fertili, chiamate cauli. Si riproduce tramite spore contenute nelle spighe, dette sporangi, che si aprono in primavera per liberare le spore, da cui nasceranno nuove gemme sotterranee.

Cresce spontaneamente soprattutto in zone umide, lungo i bordi dei fiumi e dei fossi, prediligendo terreni argillosi, compatti e con scarsa sostanza organica.

A seconda del clima e della latitudine, l’equiseto può essere sempreverde (nei Tropici) o tendere a seccare nelle zone temperate o miti. Il suo nome deriva da “arvensis“, che significa “campestre”, dal punto di vista botanico, la caratteristica principale dell’equiseto è la sua forma di geofita rizomatosa, che significa che le gemme sono posizionate sotto terra.

Questa pianta è uno degli organismi più antichi sulla Terra. È anche nota come “argilla vegetale” grazie alle sue proprietà e alla sua composizione ricca di sali di silicio.

Come riconoscere l’equiseto buono da quello tossico?

Per distinguere l’equiseto utile da quello nocivo, è importante notare che solo l’equiseto di campo (Equisetum arvense) è quello che si può utilizzare, anche se è meno comune rispetto al tossico equiseto di palude (Equisetum palustre).

Per fare questa distinzione, basta osservare gli steli: se foglie e spighe crescono insieme, si tratta dell’equiseto di palude. L’equiseto di campo, invece, produce inizialmente steli con solo spighe, che vengono poi sostituiti da steli con solo foglie disposte a verticillo, e che sono sterili.

L’equiseto di campo non supera i 40 centimetri di altezza e questa pianta perenne cresce in zone relativamente umide. È particolarmente interessante in fitoterapia proprio per i suoi steli sterili, che possono essere raccolti e essiccati per l’uso.

A cosa serve l’equiseto

L’equiseto arvense è una pianta erbacea con svariate utilità, ma è importante notare che solo questa specie è sicura per l’uso in ambito officinale; le altre specie sono tossiche.

Secondo l’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA), l’uso dell’equiseto (per via orale) è considerato “tradizionalmente consolidato” come un “trattamento coadiuvante (complementare ai farmaci) per problemi urinari minori“. Tuttavia, si sconsiglia di utilizzarlo per periodi superiori a quattro settimane e nei bambini al di sotto dei 12 anni. Inoltre, l’EMA ritiene “tradizionalmente consolidato” l’uso di decotti di equiseto come “trattamento coadiuvante di ferite superficiali (applicazione topica)” in persone di età superiore ai 12 anni.

L’equiseto è noto sin dai tempi dell’Antica Roma e Grecia per i suoi effetti diuretici e depurativi. È anche un rimedio naturale molto apprezzato in altre culture. La sua composizione chimica contiene diversi elementi di rilievo. Troviamo sali minerali, principalmente potassio insieme a calcio e magnesio, che sono responsabili delle sue proprietà diuretiche, rendendolo utile per eliminare scorie metaboliche e combattere la ritenzione idrica.

L’alto contenuto di minerali e silicio può favorire il tessuto osseo, avendo un potenziale effetto rimineralizzante che influisce sulla salute di capelli, unghie e denti. Inoltre, nella pianta sono presenti saponine, acidi organici, flavonoidi e tracce di alcaloidi.

In fitoterapia, all’equiseto viene attribuita anche un’azione cicatrizzante che può favorire la guarigione di ferite come piaghe o ulcere cutanee. Sulla pelle, sembra anche avere un effetto rassodante e levigante.

L’azione antiossidante unita all’abbondanza di silicio lo rende un rimedio ideale per rinforzare capelli e unghie deboli. Se unghie fragili e capelli con doppie punte sono un problema, potrebbe dipendere da una carenza di minerali. Questa pianta contiene una grande quantità di oligoelementi importanti che contribuiscono ai processi di rimineralizzazione dello scheletro e al rinforzo di unghie e capelli, limitandone la caduta. Si può preparare un decotto con 25 grammi di parte aerea di equiseto in un litro d’acqua. Dopo averlo fatto bollire per 20 minuti a fuoco basso, si lascia in infusione per due ore, quindi si filtra e si beve una volta al giorno oppure si utilizza come impacco sui capelli. Si può anche aggiungere un tuorlo e risciacquare con cura usando acqua tiepida e aceto.

Come assumere l’equiseto

Dopo la raccolta, i rizomi e i fusti sterili dell’equiseto vengono essiccati e successivamente tritati o macinati fino a ottenere una polvere molto fine, che viene utilizzata per preparare una tisana.

Per quanto riguarda le modalità di assunzione, è sempre consigliabile consultare un erborista, un medico o un naturopata di fiducia per dosi e tempi specifici. Tuttavia, di seguito vengono fornite alcune indicazioni generali che non devono essere considerate come prescrizioni, ma come suggerimenti.

L’equiseto può essere assunto in varie forme, sia come integratore che per uso esterno. Gli antichi romani conoscevano la sua azione detergente grazie alle saponine (in particolare l’equisetonina) e lo utilizzavano come un vero e proprio sapone per pulire e lucidare, specialmente la varietà Equisetum hyemale.

Oggi, viene preferito come integratore per le sue proprietà rimineralizzanti, utile in caso di osteoporosi, fratture, rachitismo, oltre che per rinforzare unghie e capelli fragili, e per le sue proprietà cicatrizzanti, diuretiche e astringenti. Può essere assunto sia internamente, sotto forma di decotto o infuso, capsule, estratto secco o tintura madre, che utilizzato esternamente.

Per esempio, l’infuso di equiseto, ottenuto facendo infondere 2-3 cucchiaini di pianta in 150 ml di acqua calda per 10-15 minuti, ha un effetto diuretico. Si consiglia di berne 2 volte al giorno per un massimo di un mese.

La polvere o le capsule di equiseto, assunte nella quantità di 6 grammi al giorno, sono ideali per ridurre il gonfiore e come trattamento anticellulite. La polvere è da preferire all’estratto perché conserva tutti i principi attivi della pianta essiccata, in particolare i sali di silicio che hanno un’azione rimineralizzante elevata. La polvere può essere mescolata con un po’ d’acqua e applicata su cosce, gambe o addome. Si consiglia di sciacquare dopo 20 minuti per 20 giorni.

La tintura madre di equiseto può essere assunta in dosi di 30 gocce, due volte al giorno, per un mese.

L’estratto di equiseto, sotto forma di estratto secco, può essere assunto nelle dosi di 300 mg, 2-3 volte al giorno.

Per preparare una tisana depurativa, si possono mescolare 25 grammi di achillea, 20 grammi di equiseto (parte aerea), 15 grammi di iperico (sommità fiorite), 25 grammi di ortica e 15 grammi di salvia. Versate due cucchiai di questo composto in un litro d’acqua bollente, quindi filtrate l’infuso. Si consiglia di consumare questa tisana tre volte al giorno per 2-3 settimane, lontano dai pasti.

Come si usa in giardinaggio

L’equiseto, grazie alle sue sostanze minerali, può essere utilizzato anche in giardinaggio e nell’orto come fertilizzante biologico e come agente anti-malattie crittogamiche.

Per preparare un estratto fermentato da utilizzare in vari modi, si possono seguire questi passaggi:

  • Prendere 1 kg di equiseto arvense (senza le radici) e 10 litri d’acqua.
  • Triturare finemente i fusti e i rizomi della pianta e metterli a macerare nell’acqua per 8-15 giorni, a seconda della temperatura, per consentire la fermentazione.
  • Mescolare la miscela due volte al giorno.
  • Filtrare quando non si formano più bolle di fermentazione e conservare in taniche in un luogo fresco, come una cantina. Questo estratto può essere utilizzato per diversi mesi dopo la sua preparazione.

L’equiseto può essere impiegato in diversi modi:

  • Come fertilizzante naturale, poiché contiene minerali che arricchiscono il terreno. Basta annaffiare con una diluizione del 5% una volta alla settimana.
  • Come agente anticrittogamico, utile per combattere malattie come l’oidio. In caso di attacco, si può provare un trattamento curativo con una diluizione del 10%. Può essere anche diffuso preventivamente tramite uno spray. Da aprile ad agosto, è consigliabile applicarlo ogni 8-10 giorni per ottenere buoni risultati.
  • Come antiparassitario, in quanto l’equiseto funge da fungicida naturale e repellente per gli insetti. Per contrastare la clorosi da carenza di ferro, è possibile annaffiare con una diluizione del 20%, mantenendo un intervallo di 3 settimane tra due trattamenti e non superando 2-3 applicazioni all’anno.
Come debellare l’equiseto

Per contrastare la diffusione dell’equiseto, che spesso viene considerata come una pianta infestante nelle coltivazioni, i contadini adottano diversi metodi biologici. Questa pianta è nota per la sua resistenza alla maggior parte dei prodotti chimici, quindi è preferibile utilizzare approcci naturali:

  • Arieggiare il terreno in caso sia troppo compatto, utilizzando una vanga. Successivamente, mescolare torba bionda di sfagno e sabbia per acidificare il terreno.
  • Creare un piccolo sistema di drenaggio per favorire il deflusso dell’acqua dal terreno.
  • Effettuare una profonda lavorazione del terreno nell’orto e nelle aiuole al momento della semina. Successivamente, coprire il terreno con uno spesso strato di pacciamatura per impedire alla luce di raggiungere il suolo.
  • Stendere un tessuto non tessuto (TNT) sul terreno per limitare la crescita dei rizomi dell’equiseto.
  • Effettuare falciature regolari del prato, soprattutto durante l’estate, poiché questo periodo risulta essere particolarmente efficace nel contenere la diffusione dell’equiseto.
  • Rimuovere attentamente i nuovi germogli di equiseto appena compaiono, per prevenirne la proliferazione.
Controindicazioni dell’equiseto

Quando si tratta di assumere equiseto, è importante tenere presente alcune precauzioni e controindicazioni:

  • Interazioni con Altri Farmaci: L’equiseto potrebbe interagire con alcuni farmaci, specialmente quelli diuretici e cardioattivi. In caso di assunzione di altri medicinali, è fondamentale consultare il proprio medico o erborista per evitare eventuali complicazioni.
  • Insufficienza Renale: Chi soffre di insufficienza renale dovrebbe evitare l’uso di questa pianta. È indispensabile consultare un professionista della salute prima di iniziare qualsiasi trattamento a base di equiseto.
  • Reazioni Allergiche o Ipersensibilità: Alcune persone potrebbero essere più sensibili all’equiseto e potrebbero sviluppare reazioni allergiche. In caso di precedenti di ipersensibilità o allergie, è bene adottare cautela nell’assumerlo.
  • Possibile Interferenza con la Vitamina B: Anche se non sono stati dimostrati effetti certi, è stato suggerito che l’equiseto potrebbe interferire con l’assimilazione della vitamina B a causa dell’enzima tiaminasi. Pertanto, è consigliabile non eccedere nelle dosi.
  • Bambini, Donne in Gravidanza e in Allattamento: È preferibile evitare l’uso di equiseto per bambini, donne in gravidanza e in fase di allattamento. In questi casi, è essenziale consultare un medico prima di utilizzarlo.

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