Ci sono giornali che si riempiono la bocca con “siamo liberi e senza padroni” ma che in realtà sono dominati dalle loro ideologie e probabilmente anche finanziati occultalmente da qualcuno
Le notizie rendono poco. Solo se hai qualcuno dietro che ti paga lo stipendio puoi andare avanti. Quindi sia i giornali mainstream, sia quelli alternativi, sia i “cacciatori” di fake news, sono tutti finanziati da pezzi grossi.
Poi ci sono i piccoli siti come il nostro, che si reggono economicamente con la pubblicità, e grazie ad altri progetti per riuscire a finanziare questo (soprattutto per principio, che per un ritorno economico).
Non miriamo a dare un’informazione alternativa, ma vera. A differenza di altri siti che tendono sempre ad essere di parte, noi cerchiamo di non esserlo.
Ci sono i giornali cosiddetti mainstream che in pratica portano avanti le tesi ufficiali o in alcuni casi quelle che la politica ordina loro di portare avanti.
Poi ci sono i cosiddetti giornali alternativi. Cioè, quei siti che dichiarano di essere per un’informazione libera e senza padroni e poi si scopre che non è vero perché se ti fai pagare un abbonamento sei schiavo di quelle persone che vogliono leggere solo un certo tipo di notizie raccontate in un certo modo altrimenti non ti pagano più. Inoltre, non si sa davvero chi li finanzia. In ultimo, per loro essere indipendenti vuol dire raccontare le cose in maniera diametralmente opposta a come viene raccontata dal mainstream. Così più che un’informazione alternativa diventa semplicemente un’altra campana.
Quindi, i quotidiani nazionali appoggiano Israele? I giornali alternativi fanno il tifo per i palestinesi. “I palestinesi hanno attaccato Israele? Eh ma perché gli israeliani hanno attaccato i palestinesi“. E per supportare questa tesi (perché non è più una notizia, ma propaganda alla rovescia), pubblicano dei titoli da pelle d’oca.
Hamas, che è un gruppo terroristico riconosciuto dalla quasi totalità del mondo, e che tiene sotto scacco gli stessi abitanti della Striscia di Gaza, diventano “la resistenza“. Questi giornali alternativi che giustamente criticano i giornali nazionali perché usano impropriamente il termine “resistenza” per parlare dell’esercito ucraino (impregnato di nazionalismo ai limiti del nazismo), fanno lo stesso errore e trasformano dei pezzi di merda (cioè, i terroristi di Hamas) in “resistenza“. La resistenza è un’altra cosa!
Ci sono i video dei rapimenti durante il festival ad Israele, gente che ballava presa in ostaggio, picchiata e uccisa da esseri che non sono umani, ma bestie (e ci dispiace di offendere le bestie).
Ci sono le foto dei morti nei Kibbutz e nelle auto di gente che tentava di scappare. Uomini, donne e bambini brutalmente uccisi mentre scappavano o erano a letto, o in cucina.
Come si fa ad usare titoli come: “Nel silenzio dei media in tutto il mondo si moltiplicano le manifestazioni per la Palestina” o “Gli incredibili cortocircuiti logici dei media per paragonare Israele all’Ucraina” per spostare l’attenzione sui crimini che ha commesso Hamas in questi ultimi giorni?
Oppure criticare il ministro dell’Istruzione con questo titolo: “Valditara manda gli ispettori contro gli studenti che appoggiano la resistenza palestinese“.
Quale resistenza? Non è resistenza quella. Uno che dice frasi del genere “Quant’è bello quando brucia Tel Aviv” dev’essere portato in caserma e interrogato perché potrebbe essere uno che appoggia Hamas (o semplicemente un adolescente coglione).
Quando leggi titoli come questi capisci che non è vero che sono liberi e senza padroni. Sono dominati dalle loro ideologie e probabilmente vengono anche occultamente finanziati da qualcuno.
Israele ha compiuto atti criminali? Non c’è dubbio. E’ riconosciuto da tanti documenti. Lo stesso, però, hanno fatto i palestinesi, come quelli degli ultimi giorni.
C’è questa cosa che non bisogna dire “palestinesi” ma nominare solo Hamas, mentre invece si può tranquillamente dire che gli israeliani (quindi tutto il popolo) sono criminali.
Quelli di Hamas sono palestinesi? Allora i palestinesi hanno massacrato un sacco di gente innocente. Lo stesso hanno fatto gli israeliani.
Il problema inizia da lontano e non si risolve facendo il tifo sperando che uno dei due popoli vinca.
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