Per capire cosa sta accadendo in questi giorni in Iran bisogna conoscere le regole di questo Paese
Le proteste in Iran spiegate brevemente. Per capire cosa sta accadendo in questi giorni in Iran bisogna conoscere le regole di questo Paese. A differenza dell’Italia, che è una Repubblica democratica, in Iran si dice che è “islamica” cioè una repubblica religiosa perché l’Islam è la religione dei musulmani. Questo significa che a “comandare” in Iran non è il presidente eletto dal popolo ma la “Guida suprema“. Ne consegue che le Leggi promulgate sono di tipo religioso.
L’Iran
L’Iran si trova in un luogo all’estremità orientale del Medio Oriente, rinchiuso tra grandi potenze: Arabia Saudita, Russia e India.
Grande come Regno Unito, Francia, Spagna e Germania messe insieme, è sempre stato importante per la sua posizione geografica e per la presenza del petrolio.
Teheran, capitale dell’Iran, è una città con oltre 8 milioni di abitanti. Nella capitale ci sono università, scuole di ogni tipo, una metropolitana efficiente, palazzi antichi e grattacieli. Inoltre, a Teheran ci sono due importanti squadre calcistiche che militano nella massima serie: “Persepolis F.C” ed “Esteghlal F.C“. Vi è, infine, l’Azadi Sports Complex, che oltre ad ospitare diversi impianti sportivi di vario genere, comprende anche lo Stadio Azadi (il più grande in Iran e nel Medio Oriente).
Repubblica islamica
L’Iran è una Repubblica islamica, cioè una repubblica religiosa perché l’Islam è la religione dei musulmani.
Quindi, a differenza di una Repubblica democratica (come l’Italia), in Iran a “comandare” non è il presidente eletto dal popolo (che in questo momento è Ebrahim Raisi) ma la “Guida suprema” (l’ayatollah Ali Khamenei) una “specie” di Papa (come se in Italia dicessimo di essere una “Repubblica cattolica cristiana”).
Gli ayatollah sono, come i sacerdoti per noi, le persone che studiano l’Islam e che possono predicarlo. In Iran, però, sono persone che hanno molto potere economico (fabbriche, miniere, giacimenti di petrolio). Per loro, quindi, è importante mantenere il potere attuale.
La Legge in Iran
E’ la Guida Suprema a decidere le “Leggi” in Iran. Queste leggi, per quanto riguarda le donne, consistono, tra le altre cose, nell’obbligo di indossare il velo, e nei divieti di cantare, andare in bici, nuotare, entrare negli stadi, di divorziare, di lasciare il paese (a meno che non lo decida un uomo della famiglia o il marito). In pratica le donne devono seguire le decisioni del padre, del fratello o del marito. Quindi, se vogliono studiare o lavorare ma loro non sono d’accordo, non lo possono fare.
A far rispettare le Leggi islamiche, in Iran, esiste la cosiddetta “polizia morale“, un corpo delle forze dell’ordine istituito nel 2005 con il compito di arrestare le persone che violano il codice di abbigliamento.
Le persone arrestate dalla polizia morale ricevono un avviso, oppure, a volte vengono date multe, anche se non esiste una regola generale sulla sanzione pecuniaria.
In alcuni casi, però, possono essere portate in “strutture di correzione” o in una stazione di polizia dove vengono insegnate loro come vestirsi o comportarsi moralmente prima di essere rilasciate ai loro parenti maschi. Le donne vengono rilasciate solo quando un parente fornisce assicurazioni sul rispetto rigoroso alle norme di abbigliamento.
Perché sono iniziate le proteste?
Il 15 agosto scorso, il presidente Ebrahim Raisi, ha firmato una Legge per far rispettare la legge sull’hijab (il velo islamico). In base alla norma, le donne che pubblicano le loro foto senza l’hijab sui social network sono private di alcuni diritti sociali per un periodo compreso tra 6 mesi e 1 anno (come l’ingresso negli uffici governativi, nelle banche o l’utilizzo dei mezzi pubblici).
Da qualche anno, però, soprattutto le donne, provano ad opporsi a queste regole. Nel 2009 milioni di persone scesero in piazza per protestare contro queste Leggi, e anche contro le elezioni. Poi, nel 2019, scoppiò una protesta diffusa, ma l’esercito uccise migliaia di persone per fermare la rivolta. Venne bloccato Internet in modo che la gente non potesse usare i social per diffondere le immagini delle manifestazioni.
Nei giorni scorsi le proteste sono ricominciate in seguito alla diffusione di un video che ritrae una ragazza (secondo i media è una ragazza di 22 anni di nome Mahsa Amini), che sarebbe stata fermata e picchiata a morte dalla polizia morale perché non indossava il velo. Dopo la diffusione di questo video, altre donne del Paese (e anche molti uomini) hanno deciso di scendere in piazza e protestare. Tantissime ragazze hanno tolto il velo, tagliato i capelli in pubblico, e bruciato l’hijab.
La polizia morale e l’esercito regolare sono scesi in piazza contro i manifestanti e sono stati eseguiti degli arresti (i media parlano di migliaia) e sarebbero state uccise almeno 70 persone (sempre secondo i media).
Il 28 settembre, i calciatori della Nazionale iraniana di calcio hanno deciso di appoggiare la protesta con un gesto simbolico: prima dell’amichevole con il Senegal (giocata in Austria) hanno coperto con dei giubbotti neri le proprie maglie durante l’esecuzione dell’inno.
Grazie al social network cinese Tik Tok, le ragazze che protestano stanno mostrando al mondo quello che le televisioni e i giornali locali non fanno vedere (perché sotto il controllo del Governo iraniano). Come nel 2019, il governo ha bloccato Internet ma grazie al satellite “Starlink” di Elon Mush si riesce ancora a comunicare.
La religione islamica in Iran
La religione islamica si divide principalmente in 2 gruppi: sciiti e sunniti (come la religione cristiana che si divide in cattolici, protestanti e ortodossi).
Gli sciiti costituiscono la minoranza più consistente (circa il 10-13%) e sono presenti soprattutto in Iran, Iraq, Azerbaigian e Bahrein. I sunniti, invece, sono la maggioranza e sono in tutti gli altri Paesi islamici.
La Guida Suprema dell’Iran è sciita. Prima di Khamenei a fare la Guida Suprema c’era l’ayatollah Khomeynī che nel 1979 guidò una rivoluzione contro il potere d’allora (l’ayatollah inviava audiocassette con registrate le sue prediche che venivano ascoltare in tutto l’Iran per convincere la gente a scendere in piazza). Il 1° febbraio l’imam Khomeynī tornò dall’esilio in Francia accolto in trionfo dalla folla e da quel momento iniziarono ad imporre le Leggi per le donne.
Khomeynī è morto nel 1989 e a lui è succeduto Khamenei.
L’Iran e la bomba atomica
Da anni l’Iran sostiene di essere in grado di realizzare la bomba atomica nucleare. Un anno fa il capo dell’Organizzazione per l’energia atomica iraniana, Mohammad Eslami, affermò che l’Iran ha la capacità tecnica di costruirla.
Per questo motivo sono in corso delle sanzioni economiche imposte dagli Stati Uniti, dall’Unione Europea (Ue) e dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite (Onu).
Gli ayatollah vorrebbero espandere il loro dominio nei territori che comprendono Iran, Iraq e Libano. A non volere che ciò avvenga sono l’Occidente e l’Arabia Saudita.
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