Lo tsunami è un’onda anomala di dimensioni colossali, la cui potenza distruttiva aumenta man mano che si avvicina alla costa
Cos’è uno tsunami. Lo tsunami è un’onda anomala capace di spazzare via imbarcazioni, ponti e edifici. La sua potenza aumenta man mano che si avvicina alla costa ed è così devastante che in passato i popoli che ne venivano colpiti pensavano al castigo divino.
Perché si chiama aumenta?
Il termine “tsunami” deriva dalla lingua giapponese e vuol dire “grande onda al porto“. Siccome le coste asiatiche sono soggette a questo fenomeno, i media hanno iniziato ad utilizzare questo termine con frequenza dopo il grande maremoto dell’Oceano Indiano nel 2004.
Come nasce uno tsunami?
Le cause che generano l’onda anomala:
- Terremoto (lo smottamento del terreno può provocare una spinta verso l’alto o verso il basso in grado di muovere enormi masse d’acqua);
- Fenomeni vulcanici.
Una volta innescato, lo tsunami si sposta velocemente acquisendo sempre maggior altezza (può raggiungere diverse decine di metri) man mano che si riduce la profondità del fondale. Si sposta molto velocemente e, in prossimità della costa, per effetto della progressiva e rapida riduzione di profondità, cresce fino ad assumere le dimensioni di un muro d’acqua. Un evento di questo genere può distruggere ogni cosa (navi, porti, edifici) e trascinare via migliaia di persone.
World Tsunami Awareness Day (WTAD) e la storia di Goryo Hamaguchi
Per ricordare del pericolo rappresentato dagli tsunami (che il l cambiamento climatico rischia di rendere ancora più devastati), è stato indetto nel 2015 la Giornata mondiale della consapevolezza sugli tsunami (World Tsunami Awareness Day: WTAD).
L’evento, organizzato dall’Ufficio delle Nazioni Unite per la riduzione dei rischi di catastrofi (United Nations Office for Disaster Risk Reduction, UNISDR) si celebra il 5 novembre. E’ stata scelta questa data perché nel 5 novembre del 1854 il Giappone venne devastato da un violentissimo terremoto che generò anche uno tsunami.
La strage venne evitata grazie a Goryo Hamaguchi. Goryo Hamaguchi, un abitante del villaggio di Hiro-Mura, si stava cambiando per andare ad una festa quando venne sorpreso dalle tremende scosse. Goryo si ricordò del detto “dopo un lungo terremoto, arriva uno tsunami” e corse in cima ad una collina per osservare l’oceano. Scorse l’arrivo di uno tsunami e si mise a correre lungo il pendio dando fuoco ai covoni di riso ammucchiati nei campi per avvertire le persone sulla spiaggia del pericolo imminente. Questo episodio divenne leggenda.
Lo tsunami del 2004
Il 26 dicembre del 2004, onde di oltre 14 metri si abbatterono sulla Thailandia e su gran parte dei Paesi che si affacciano sull’Oceano Indiano. Lo tsunami fu scatenato da un terremoto, avvenuto in mare aperto, di magnitudo 9.3. E’ considerato il più grave disastro naturale dell’era moderna.
La scossa, registrata al largo della costa nord-occidentale dell’Indonesia, devastò tutto ciò incontrò (per chilometri). Furono 230mila le vittime e migliaia di persone ancora oggi sono considerate disperse. I Paesi più colpiti, oltre alla Thailandia, furono l’Indonesia, lo Sri Lanka, l’India, la Birmania, il Bangladesh e le Maldive. Rimasero uccisi anche migliaia di turisti perché lo tsunami travolse anche resort e località di villeggiatura. Alcune onde anomale raggiunsero anche il continente africano, arrivando sulle coste della Somalia e del Kenya.
Dopo il disastro è stato attivato l’Indian Ocean Tsunami Warning System (IOTWS), un dispositivo che consente ai Paesi costieri di poter disporre l’evacuazione delle zone in pericolo grazie a una stima sul possibile arrivo di onde anomale a seguito di terremoti in mare aperto.
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