La mancata conoscenza della legge penale può discolpare? In quali casi l’ignoranza è inevitabile e quindi giustifica chi ha commesso un crimine?
È giustificato chi non sa che un comportamento è reato? La mancata conoscenza della legge penale può discolpare? In quali casi l’ignoranza è inevitabile e quindi giustifica chi ha commesso un crimine? Si dice spesso che “la legge non ammette ignoranza”, il che significa che chi commette un illecito dovrà rispondere delle proprie azioni anche se non sapeva che fossero illegali. In realtà, la questione è più complessa. La Corte Costituzionale ha infatti dichiarato l’illegittimità della norma del codice penale che vieta di invocare l’ignoranza della legge a propria difesa. Questo implica che, in determinate circostanze, la mancata conoscenza della legge può effettivamente giustificare il comportamento di chi ha commesso un reato.
L’ignoranza della legge penale può discolpare?
L’ignoranza della legge penale può discolpare? Secondo l’articolo 5 del codice penale, nessuno può invocare a propria scusa l’ignoranza della legge penale. Questo antico principio di diritto stabilisce che nessuno può chiedere al giudice di essere assolto semplicemente perché non sapeva che la propria condotta fosse illegale. In pratica, l’ordinamento giuridico presume che tutti i cittadini conoscano le leggi in vigore. Tuttavia, la Corte Costituzionale ha dichiarato che l’articolo del codice penale è illegittimo nella parte in cui non esclude l’ignoranza inevitabile. Questo significa che, in alcuni casi, l’ignoranza della legge può effettivamente discolpare.
Cos’è l’ignoranza inevitabile?
Generalmente, chi commette un reato non può giustificarsi dicendo di non sapere che la sua azione fosse vietata, a meno che l’ignoranza della legge non sia inevitabile. Ma quando si verifica questa situazione?
L’ignoranza è “inevitabile” quando circostanze eccezionali impediscono all’individuo di conoscere la legge. Ad esempio, Carlo, in coma per anni, al risveglio commette un reato introdotto mentre era incosciente. Oppure Mattia, segregato dalla famiglia per tutta la vita, liberato inizia a compiere atti osceni in pubblico senza sapere che sono vietati, poiché crede che sia naturale farlo.
In sostanza, l’ignoranza della legge penale è inevitabile quando c’è una totale mancanza di socializzazione o esistono deficit mentali o sociali che rendono plausibile l’ipotesi che il colpevole non conosca la norma che vieta un certo comportamento. L’ignoranza può anche essere inevitabile se il testo legislativo è talmente oscuro da risultare incomprensibile o se la giurisprudenza ha fornito interpretazioni contraddittorie della stessa norma, generando confusione nel cittadino.
È giustificabile chi non sa che un comportamento è reato?
Alla luce di quanto detto, è giustificabile chi non sa che un comportamento è reato solo se la sua ignoranza è inevitabile. L’ignoranza della legge penale è considerata inevitabile quando non si può muovere alcun rimprovero al soggetto che ha agito, nel senso che nessun altro, al suo posto, avrebbe potuto comportarsi diversamente.
Questa giustificazione difficilmente potrà essere utilizzata dai professionisti del diritto, come avvocati, notai o magistrati, che non possono discolparsi per una norma poco chiara o per un’interpretazione giurisprudenziale controversa. Lo stesso vale per geometri, ingegneri o architetti che non possono giustificarsi dicendo di non conoscere le norme urbanistiche o edilizie.
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