Come si fa a capire se il figlio è manipolato dalla madre?

Quali sono gli strumenti che ha il giudice per comprendere se le dichiarazioni del minorenne sono spontanee e prive di condizionamenti o se invece sono manipolate dalla madre

Come si fa a capire se il figlio è manipolato dalla madre?
Come si fa a capire se il figlio è manipolato dalla madre? La manipolazione da parte di un genitore (di solito la madre) può avere un impatto significativo sul benessere emotivo e psicologico di un bambino, specialmente dopo una separazione familiare. È importante, quindi, capire se il figlio è influenzato negativamente dalla madre manipolatrice e quali strumenti ha a disposizione il giudice per valutare la situazione.

La legge lascia al giudice un ampio margine di discrezionalità nel valutare ogni caso individualmente, considerando le circostanze specifiche. Tuttavia, con l’ordinanza n. 3576/204, la Cassazione ha stabilito che il giudice deve interrogare il bambino durante il processo decisionale sull’affidamento e la collocazione del minore, al fine di individuare eventuali manipolazioni da parte dei genitori.

Secondo la legge, il figlio di almeno 12 anni deve sempre essere sentito durante il processo legale che lo coinvolge, ma il giudice può anche decidere di ascoltare i bambini più piccoli se ritiene che siano in grado di esprimere un parere informato.

Oltre all’ascolto diretto del bambino, il giudice può richiedere l’intervento dei servizi sociali per osservare il comportamento del bambino al di fuori dell’aula del tribunale, durante le attività quotidiane.

Inoltre, il giudice può nominare un consulente tecnico d’ufficio (CTU) per eseguire una perizia psicologica. Il CTU incontrerà sia i genitori che il bambino per valutare la situazione da diverse prospettive.

Questi strumenti consentono al giudice di valutare se ci siano situazioni di manipolazione da parte della madre e, se del caso, adottare le misure necessarie per proteggere il benessere del bambino. Queste misure possono includere la revoca del collocamento al genitore manipolatore e, nei casi più gravi, la revoca dell’affidamento condiviso in favore dell’affidamento esclusivo all’altro genitore.

Tuttavia, la Cassazione ha sottolineato che le decisioni devono essere prese tenendo sempre presente l’interesse superiore del minore. In alcuni casi, allontanare il bambino dal genitore manipolatore potrebbe avere effetti negativi sul suo benessere emotivo, specialmente se ha un forte legame con quel genitore.

Pertanto, è importante che gli interventi del giudice siano mirati a proteggere il bambino e a favorire il suo benessere emotivo a lungo termine. Ciò potrebbe includere l’intervento dei servizi sociali per facilitare il riavvicinamento del bambino all’altro genitore e sensibilizzare la madre manipolatrice sulle conseguenze del suo comportamento.

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