Cosa sono le baby gang?

Con baby gang (o banda giovanile) si intende un fenomeno di microcriminalità organizzata per il quale minorenni assumono comportamenti devianti ai danni di cose o persone

Cosa sono le baby gang?
Cosa sono le baby gang? La criminalità minorile legata alle baby gang è diventata, purtroppo, un’argomento all’ordine del giorno. I dati statistici, infatti, confermano un aumento dei casi di microcriminalità, intesa come insieme di atti violenti compiuti da minori organizzati in gruppi.

Secondo l’Osservatorio Nazionale sull’adolescenza (l’istituito presso il Ministero della famiglia), il 6,5% dei minori fa parte di una baby gang, il 16% ha commesso atti vandalici, 3 ragazzi su 10 hanno partecipato ad una rissa.

Cosa sono le baby gang?

Con baby gang (o banda giovanile) si intende un fenomeno di microcriminalità organizzata, generalmente diffuso nei contesti urbani, per il quale minorenni assumono comportamenti devianti ai danni di cose o persone.

I protagonisti di condotte devianti ai danni di cose o persone sono, appunto, giovani ragazzi, minorenni, che si riuniscono in gruppi con il preciso scopo di commettere reati. Comportamenti prepotenti ed arroganti, interruzione del percorso di studio, rifiuto delle regole, e disimpegno morale sono i tratti fondamentali di chi entra a far parte di una baby gang.

Si parte dal furto di smartphone e accessori griffati fino ad arrivare agli atti vandalici, alle rapine, alle aggressioni e allo spaccio.

Spesso questi gruppi si ispirano ai modelli delle bande sud americane, con un leader carismatico e i seguaci che sotto il suo comando colpiscono i coetanei che percepiscono vulnerabili.

Il gruppo attira a se coetanei che vivono in forti situazioni di disagio psicologico, con sentimenti di rabbia che si sviluppano in contesti multiproblematici. Il ceto sociale, però, non è discriminante in quanto si registrano baby gang i cui componenti appartengono a famiglie di rango sociale elevato. Infatti, una percentuale piuttosto alta di fenomeni di criminalità minorile riguarda giovani di l’estrazione sociale medio-alta. Si tratta di adolescenti incensurati, con alle spalle famiglie benestanti, che vivono annoiati nel benessere e che scelgono il gruppo per innalzare ulteriormente il proprio status.

Spesso fanno uso di sostanze stupefacenti e hanno l’abitudine di diffondere e divulgare sui social le loro imprese violente. Le baby gang cercano la popolarità e i social network sono un amplificatore di atti violenti da filmare e pubblicare.

Nel gruppo le responsabilità si dividono fino ad annullarsi, sentendosi meno in colpa ma più soddisfatti. In questo modo si crea una specifica identità di gruppo. In pratica, la baby gang rappresenta un’evoluzione del bullismo.

Come nascono le baby gang?
Esistono 3 diverse teorie:
  • Teorie ecologiche: i fattori scatenanti dipendono dal contesto familiare ed ambientale dove vivono i ragazzi che li costringono a crescere senza sostegni affettivi adeguati e senza nessun orientamento socio-educativo.
  • Teorie razionalistiche: i giovani scelgono volontariamente di entrare in una baby gang in prospettiva di un guadagno in termini economici o di autostima.
  • Teoria dell’aggressione-frustrazione: quando la fonte di una frustrazione non può essere controllata, l’aggressività si rivolge verso un obiettivo debole.
Lo schema della baby gang

Le modalità di approccio ed esecuzione delle baby gang seguono uno schema ben preciso. Innanzitutto si instaura un contatto con la vittima dalla quale, quasi sempre per futili motivi, ne scaturisce una lite. Dalla violenza verbale, poi, si passa velocemente a quella fisica.

I dati sul fenomeno delle baby gang in Italia

Una fotografia rappresentativa del fenomeno, anche per aree geografiche e tipologie, è stato realizzato da Transcrime, il centro di ricerca interuniversitario sulla criminalità transnazionale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Alma Mater Studiorum Università di Bologna e Università degli Studi di Perugia, in collaborazione con il Servizio Analisi Criminale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno e il Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità del Ministero della Giustizia.

Il titolo è “Le gang giovanili in Italia” e che ha messo insieme informazioni raccolte tramite 2 differenti questionari, di cui uno somministrato ai Comandi Provinciali dell’Arma dei Carabinieri e alle Questure e l’altro agli Uffici di Servizio Sociale per i Minorenni (USSM).

Questi dati sono stati, poi, ulteriormente integrati tramite la raccolta e l’analisi di notizie apparse su giornali nazionali e locali o agenzie di stampa.

Il rapporto ha evidenziato che le baby gang giovanili:
  • Sono attive nella maggior parte delle regioni italiane (con una leggera prevalenza del Centro-Nord rispetto al Sud). Inoltre, secondo la metà degli Uffici di Servizio Sociale per i Minorenni e il 46% delle Questure e dei Comandi Provinciali dei Carabinieri negli ultimi 5 anni sono aumentate nel loro territorio di competenza.
  • Sono principalmente composte da meno di 10 individui, in prevalenza maschi e con un’età compresa fra i 15 e i 17 anni. Nella maggior parte dei casi i membri delle gang sono italiani, mentre gruppi formati in maggioranza da stranieri o senza una nazionalità prevalente sono meno frequenti.
  • I crimini che più spesso vengono attribuiti loro sono reati violenti (come risse, percosse e lesioni), atti di bullismo, disturbo della quiete pubblica e atti vandalici. Meno frequenti (e di solito commessi da gruppi più strutturati) sono lo spaccio di stupefacenti o reati appropriativi (come furti e rapine). Le vittime più frequenti di questi gruppi sono altri giovani tra i 14 e i 18 anni.
Vi sono 4 tipi principali di baby gang presenti in Italia:
  • Gruppi privi di una struttura definita, prevalentemente dediti ad attività occasionali violente (come risse, percosse e lesioni) o devianti: presenti in tutte le macroaree del paese, sono il tipo maggiormente rilevato e più consistente numericamente. Questi gruppi sono caratterizzati da legami deboli, una natura più fluida, l’assenza di una gerarchia chiara o una organizzazione definita e spesso anche di fini criminali specifici.
  • Gruppi che si ispirano o hanno legami con organizzazioni criminali italiane: presenti specialmente nel Sud del paese in contesti urbani in cui vi è storicamente una presenza mafiosa. Sono composti quasi totalmente da italiani con un elevato coinvolgimento di minorenni. Questi gruppi sono spesso legati alla volontà di accrescere il proprio status criminale con l’auspicio di entrare a fare parte delle sopracitate organizzazioni criminali.
  • Gruppi che si ispirano a organizzazioni criminali o gang estere: presenti prevalentemente in aree urbane del Nord e Centro del paese e composti in prevalenza da stranieri di prima o seconda generazione. Fra le attività criminali più spesso associate a questo tipo di gang emergono risse, percosse e lesioni, atti vandalici e disturbo della quiete pubblica.
  • Gruppi con una struttura definita ma senza riferimenti ad altre organizzazioni e dediti ad attività criminali specifiche: presenti in tutte le macroaree del paese e composti in prevalenza da italiani. Compiono spesso reati appropriativi (come furti o rapine), ma anche reati violenti. Queste gang non sono solitamente dotate di simbologie particolari né hanno interesse a pubblicizzare le proprie azioni.

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