Cosa sono i Campi Flegrei?

A differenza del Vesuvio, i Campi Flegrei non costituiscono un singolo vulcano, ma un campo vulcanico composto da diversi centri vulcanici distribuiti su un’area depressa chiamata caldera

Cosa sono i Campi Flegrei?
Cosa sono i Campi Flegrei? Dopo una forte scossa di terremoto del 27 settembre 2023, si è tornati a focalizzare l’attenzione sui Campi Flegrei, un’area vulcanica attiva situata nel golfo di Pozzuoli, in Campania. Questa zona, che include comuni come Bacoli, Giugliano, Monte di Procida, Napoli, Pozzuoli e Quarto, è caratterizzata da una lunga storia di attività vulcanica.

A differenza del Vesuvio, i Campi Flegrei non costituiscono un singolo vulcano, bensì un campo vulcanico composto da diversi centri vulcanici distribuiti su un’area depressa chiamata caldera. Quest’ultima si è formata a seguito di almeno due grandi eruzioni nel passato: l’Ignimbrite Campana, circa 40.000 anni fa, e il Tufo Giallo Napoletano, circa 15.000 anni fa, che hanno svuotato il serbatoio magmatico e causato il collasso del tetto.

La prima eruzione, considerata la più energetica nel Mediterraneo, ha avuto effetti significativi sul clima a livello globale. La seconda è stata seguita da un periodo di intensa attività, con 27 eruzioni negli ultimi 5.500 anni. La più recente, nel 1538, ha formato il cono di tufo noto come Monte Nuovo.

I Campi Flegrei sono soggetti al bradisismo, una lenta deformazione del suolo conosciuta sin dal IV secolo d.C. Negli anni ’70 e ’80, l’area ha sperimentato movimenti che hanno causato un sollevamento massimo di circa 3,5 metri a Pozzuoli. Dopo un periodo di subsidenza, dal 2005 è in corso un nuovo sollevamento del suolo.

La situazione sismica recente include una scossa di magnitudo 4.2 registrata il 27 settembre 2023, la più intensa degli ultimi decenni. Nel mese di agosto, si sono verificate diverse scosse, alcune delle quali percepibili dalla popolazione. Nel luglio 2023, sono stati registrati 206 terremoti, con una magnitudo massima di 1,9. La velocità massima di sollevamento del suolo, centrata nell’area di Pozzuoli, è stata di circa 1,5 cm al mese.

Attualmente, sulla base dei dati forniti dall’INGV, il livello di allerta dei Campi Flegrei è giallo.

Descrizione dei Campi Flegrei

Da un punto di vista geologico, la regione dei Campi Flegrei rivela la sua natura di grande caldera in uno stato di quiescenza, caratterizzata da un diametro imponente di 15-18 km. Questi confini naturali sono delineati dalla presenza delle colline di Posillipo e dei Camaldoli. All’interno di questo circuito, si evidenziano numerosi crateri e strutture vulcaniche minori, contandone almeno ventiquattro. Alcuni di questi manifestano fenomeni gassosi effusivi, come nell’area della Solfatara, o fenomeni idrotermali, come ad Agnano, Pozzuoli e Lucrino. È interessante notare che tali manifestazioni sono anche responsabili del fenomeno del bradisismo, un processo ben evidente nel passato, soprattutto nel noto Macellum di Pozzuoli. In tutta l’area, sono visibili depositi significativi di origine vulcanica, come il Tufo Grigio Campano (o Ignimbrite Campana) e il Tufo Giallo. Laghi di origine vulcanica, tra cui il Lago d’Averno, e laghi costieri formatisi per sbarramento, come il Lago di Lucrino, il Lago Fusaro e il Lago Miseno, arricchiscono il paesaggio.

L’area dei Campi Flegrei comprende i comuni di Bacoli, Monte di Procida, Pozzuoli, Quarto, Giugliano in Campania e Napoli. In particolare, i primi tre comuni, situati nella cosiddetta penisola flegrea, sono quasi interamente flegrei. Il comune di Quarto si estende in gran parte all’interno dei Campi Flegrei, mentre Giugliano si estende limitatamente alla zona di Licola Mare, inclusa nella frazione Lago Patria. Infine, la zona occidentale del comune di Napoli, con i quartieri di Bagnoli, Fuorigrotta, Pianura, Posillipo, Soccavo e le località di Agnano Terme (parte del quartiere Bagnoli) e Pisani (parte del quartiere Pianura), ricade anch’essa nei Campi Flegrei.

Le Isole Flegree di Ischia, Procida e Vivara, sebbene si trovino al di fuori del cratere originario, fanno parte dei Campi Flegrei. Queste isole presentano una storia e una cronologia in parte differente e in parte parallela rispetto ai vulcani sulla terraferma. Inoltre, nel corso dei millenni, numerosi altri crateri sono stati individuati nel golfo di Pozzuoli, alcuni sprofondati nelle profondità marine o disgregati nel corso del tempo.

Elenco dei vulcani

L’elenco delle principali eruzioni, dei crateri spenti, dei vulcani e delle zone ancora attive, e dei picchi più facilmente riconoscibili nella morfologia dei luoghi, elencati in ordine cronologico di formazione.

Datazione dai 35 000 ai 10 500 anni fa:

Posillipo – Collina dei Camaldoli – Monti San Severino – Monte di Cuma (parte tufacea) – Monte di Procida
Capo Miseno (Bacoli)
Bacoli e Punta Pennata (Bacoli)
Monte Gauro (Pozzuoli)
Quarto

Datazione dai 10 500 agli 8 000 anni fa:

Isola di Nisida (Napoli)
Montagna Spaccata (Quarto Flegreo)
Fondi di Baia e Golfo di Baia (Bacoli) [8 400 a.f.][a.f.?]

Datazione dagli 8 000 ai 500 anni fa:

La Starza (Pozzuoli)
Monte Cigliano (Pozzuoli)
Agnano (Napoli) [4 400 a.f.] Monte Olibano (Pozzuoli) duomo trachitico dell’Accademia Aeronautica [4 800 a.f.] Monte Spina (Napoli) [4 100 a.f.] Solfatara (Pozzuoli) [3 900 a.f.] Lago d’Averno (Pozzuoli) [3 800 a.f.] Cratere degli Astroni (Napoli) [3 700 a.f.] Cratere Senga [3 700 a.f.] Monte Nuovo (Pozzuoli) [1538] Isole (da precisare)
Monte Epomeo (Isola d’Ischia)
Isolotto di San Martino (Monte di Procida)
Nisida
Procida (diversi crateri: Chiaia, Carbonchio, Pozzovecchio)
Isola di Vivara
Golfo di Genito — tra Procida e Vivara
Piane indifferenziate:
Fuorigrotta (Napoli)
Pianura (Napoli)
Pisani (Napoli)
Soccavo (Napoli)

Storia e Struttura Geologica dei Campi Flegrei
Fasi geologiche:

Primo Periodo Flegreo (42.000–35.000 anni fa): Questa fase è caratterizzata da banchi in piperno e tufi grigi pipernoidi, visibili nella collina dei Camaldoli e nella dorsale settentrionale e occidentale del monte di Cuma. L’attività vulcanica raggiunse l’apice con un’esplosione che disseminò l’ignimbrite campana in gran parte della regione Campania, causando la formazione della caldera (39.000 anni fa). Questa eruzione, di magnitudo 7.7-7.8, ebbe un impatto devastante a livello locale e globale.

Secondo Periodo Flegreo (35.000–10.500 anni fa): Circa 35.000 anni fa si verificò la maggiore eruzione della storia, caratterizzata dall’esteso deposito di tufo che ricopre l’intera piana campana su un’area di oltre 10.000 chilometri quadrati. Circa 15.000 anni fa, un altro evento catastrofico portò alla formazione del tufo giallo, i resti di un immenso vulcano subacqueo con un cratere residuo formato da diverse colline e montagne.

Terzo Periodo Flegreo (8.000–500 anni fa): Questo periodo è caratterizzato dalla pozzolana bianca, costituente la maggior parte dei vulcani dei Campi Flegrei. La loro attività si è sviluppata all’interno del cratere primordiale del Secondo Periodo Flegreo. Con un’iniziale attività a sud-ovest nella zona di Bacoli e Baia, una fase intermedia in area centrale tra Pozzuoli, Montagna Spaccata e Agnano, e un’attività più recente spostatasi verso occidente, formando l’Averno e il Monte Nuovo.

Storia recente:

Dal 1970 al 1972, il bradisismo ha causato un sollevamento del suolo di circa 170 centimetri nel porto di Pozzuoli. Dal 1982 al 1984, si è verificata una seconda risalita del suolo, portando il sollevamento delle banchine a circa 3 metri. Dal 1984 al 2005, si è verificata una fase discendente, seguita da un progressivo innalzamento continuato.

Nel biennio 1982-1984, sono stati rilevati circa 10.000 terremoti, alcuni avvertiti dalla popolazione. Nel 2012, è stato avviato il Campi Flegrei Deep Drilling Project (CFDDP), mirante a monitorare la camera magmatica sottostante e studiare la stratigrafia della crosta terrestre. Questo progetto ha fornito preziose informazioni sulla storia geologica della regione.

Nel 2013, vulcanologi dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) hanno attribuito il rapido innalzamento del terreno tra il 2012 e il 2013 a un accumulo di magma situato a 3 km di profondità. Nel dicembre 2016, l’attività vulcanica ha allarmato la comunità scientifica in vista di una possibile eruzione. Uno studio del maggio 2017 ha suggerito che la caldera dei Campi Flegrei fosse più vicina a un’eruzione di quanto si pensasse. Nel 2021, l’INGV ha riportato un aumento medio mensile di sollevamento del suolo e un significativo incremento sismico.

Aspetti culturali, storici e naturalistici dei Campi Flegrei

Dal XVII al XIX secolo, i Campi Flegrei hanno attirato visitatori da tutta Europa, diventando una tappa fondamentale nel Grand Tour. Celebri scrittori, tra cui Goethe nel suo “Viaggio in Italia“, hanno descritto ampiamente la bellezza e l’importanza di questa regione.

Nel 2003 è stato istituito il Parco regionale dei Campi Flegrei in ottemperanza alla Legge Regionale della Campania n. 33 del 1.9.1993. Aree di notevole valore biologico e naturale, come Capo Miseno, il Parco sommerso di Baia, il Monte Nuovo e il Cratere degli Astroni, sono oggi protette.

Attività termali:

Sebbene ridotte rispetto all’antichità, le sorgenti termali dei Campi Flegrei sono ancora numerose. Oltre alle famose sorgenti termali di Ischia, sulla terraferma spiccano le Terme di Agnano, a scopo terapeutico, le Terme Puteolane e le “Stufe di Nerone” a Lucrino, rinomate per relax e terapie. Queste ultime conservano anche impianti antichi di epoca romana, inclusi le saune.

Località di interesse storico e archeologico:

Pozzuoli, antico porto di Roma verso l’Oriente, ospita numerosi monumenti romani, come il “Tempio di Serapide” (Macellum), il Tempio di Augusto e l’Anfiteatro Flavio, il terzo più grande d’Italia. Il collegamento con Napoli avveniva attraverso la Crypta Neapolitana, una galleria scavata nella roccia di tufo in epoca romana.

Il Lago d’Averno, una caldera vulcanica spenta, fu utilizzato come porto militare romano. Il Tempio di Apollo sulle sue rive è testimone di quest’epoca. La leggenda narra che la grotta artificiale sul lago fosse l’ingresso agli inferi, come descritto da Virgilio nell’Eneide.

Baia, prediletta dall’aristocrazia romana, conserva lussuose ville e impianti termali. Sergio Orata inventò le suspensurae qui, e alcune sale monumentali, come quelle di Mercurio e Venere, sono visitabili presso il complesso archeologico di Baia.

A Bacoli, l’antica Misenum fu la sede dell’importante flotta pretoria dell’imperatore. La Piscina mirabilis, la più grande cisterna romana, e il Sacello degli Augustali sono testimonianze notevoli.

A Cuma, la colonia greca più antica in Magna Grecia, si trova l’Acropoli con l’antro della Sibilla e i templi di Apollo e Zeus. L’Arco Felice segna l’ingresso alla città.

Altre località includono la Casina Vanvitelliana nel Lago Fusaro e la Solfatara, cratere attivo con fumarole sulfuree. Il Monte Nuovo, vulcano più recente d’Europa, è oggi un’oasi naturalistica.

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