Come funziona una denuncia?

Cosa succede dopo aver sporto denuncia? Dove va a finire? Chi la gestisce e come? Esiste una sorta di tracciabilità? Si possono sollecitare azioni o risposte?

Come funziona una denuncia?

Come funziona una denuncia? Quando si sporge una denuncia alle autorità, inizia un processo che porta la segnalazione di un reato ad essere esaminata dalla magistratura per avviare un procedimento penale contro il presunto colpevole.

Dopo aver presentato una denuncia, questa viene presa in carico dalle forze dell’ordine, come la polizia o i carabinieri. Il documento viene poi trasmesso alla Procura della Repubblica competente per territorio, dove un pubblico ministero ne valuta il contenuto. Il pubblico ministero è responsabile di decidere se ci sono elementi sufficienti per avviare un’indagine.

Le indagini preliminari vengono svolte dalle forze dell’ordine sotto la direzione del pubblico ministero. Durante questa fase, vengono raccolte prove e testimonianze per verificare la fondatezza della denuncia. Il pubblico ministero può disporre ulteriori accertamenti, interrogatori o perquisizioni, se necessario.

Per chi ha sporto la denuncia, è possibile essere informati sull’andamento delle indagini. La legge prevede che la persona offesa dal reato possa chiedere informazioni sullo stato del procedimento. Tuttavia, ci sono limiti legati alla segretezza delle indagini, soprattutto nelle fasi iniziali.

Se al termine delle indagini il pubblico ministero ritiene che ci siano prove sufficienti, può richiedere al giudice l’archiviazione del caso o formulare un’accusa formale, avviando così il processo penale. In caso contrario, se le prove non sono sufficienti, il pubblico ministero può decidere di archiviare la denuncia.

A chi va presentata una denuncia penale?

Una denuncia penale può essere presentata presso qualsiasi presidio di polizia giudiziaria, come un comando di polizia, una stazione dei carabinieri, una questura, la guardia di finanza o la polizia postale. Nei Comuni dove non sono presenti questi presidi, la denuncia può essere consegnata al sindaco, che agisce come ufficiale di polizia giudiziaria. Inoltre, è possibile trasmettere la denuncia direttamente alla Procura della Repubblica, anche tramite raccomandata, purché la firma sia autenticata da un avvocato o da un notaio.

Cosa succede dopo aver sporto denuncia?

Dopo aver presentato la denuncia a un presidio di polizia giudiziaria, questa viene trasmessa alla Procura della Repubblica, dove il nome del soggetto denunciato viene iscritto nel registro delle notizie di reato, noto anche come “registro degli indagati“. Da questo momento iniziano le indagini preliminari, condotte dalla Procura con l’ausilio della polizia giudiziaria.

Il pubblico ministero coordina le indagini, ma le delega alle forze dell’ordine. Una volta che il nome dell’indagato è stato iscritto nel registro, il pubblico ministero ha un tempo limitato per concludere le indagini: sei mesi per una contravvenzione (reati minori come molestie telefoniche, schiamazzi e abusi edilizi) e un anno per i delitti. In casi di particolare complessità delle indagini, è possibile ottenere una proroga di sei mesi.

Chi svolge le indagini?

Le indagini per verificare la responsabilità penale del soggetto denunciato sono svolte dalla polizia giudiziaria, su delega del procuratore. La delega viene assegnata in base a due criteri principali: la vicinanza territoriale, che prevede la preferenza per il presidio di polizia giudiziaria più vicino al luogo del presunto crimine, e la competenza specifica per certi tipi di reati. Ad esempio, per i reati commessi tramite internet, solitamente viene delegata la polizia postale, specializzata in questo ambito.

Una volta concluse, le indagini sono trasmesse al pubblico ministero, il quale valuta se chiedere il rinvio a giudizio dell’indagato o disporre l’archiviazione del caso.

È possibile controllare le indagini in corso?

Il denunciante ha la possibilità di controllare lo stato delle indagini. Può recarsi in Procura e richiedere informazioni tramite un’istanza scritta (istanza ex art. 335 c.p.p.), senza bisogno di assistenza legale. Questa istanza permette di sapere se la denuncia è stata archiviata o se le indagini sono ancora in corso, ma non consente di visionare gli atti d’indagine, che rimangono coperti dal segreto istruttorio.

L’istanza può essere presentata personalmente, inviata tramite raccomandata o tramite PEC. Le Procure mettono a disposizione modelli da compilare per facilitare la richiesta. L’inoltro dell’istanza e il certificato rilasciato dalla Procura non comportano alcun costo.

È possibile sollecitare le indagini in corso?

È possibile sollecitare le indagini in corso durante le fasi preliminari del procedimento penale. Il denunciante può presentare memorie difensive, tuttavia il pubblico ministero non è obbligato a considerarle né a rispondere ad esse. Nel caso in cui la persona offesa ritenga che siano stati commessi nuovi reati successivamente alla prima denuncia, può presentare una denuncia integrativa. Quest’ultima viene aggiunta al procedimento penale già avviato con la prima segnalazione.

La persona offesa ha la facoltà di produrre documenti, avanzare richieste e sollecitare le indagini in corso, ma il pubblico ministero non è tenuto a prendere in considerazione tali istanze. Se nuovi reati emergono, è necessario presentare una nuova denuncia, la quale sarà valutata dal pm.

Cosa succede al termine delle indagini?

Una volta concluse le indagini preliminari, il pubblico ministero ha 3 mesi di tempo per decidere se chiedere il rinvio a giudizio dell’indagato o se archiviare la notizia di reato per mancanza di fondamento. Se la persona offesa ha richiesto esplicitamente di essere informata sull’eventuale archiviazione della denuncia, le verrà comunicata tale decisione affinché possa proporre opposizione.

In caso di rinvio a giudizio dell’indagato, la persona offesa sarà sempre informata e avrà la possibilità di partecipare alla prima udienza del processo per costituirsi parte civile.

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