Guerra Israele Libano: perché siamo all’inizio di un conflitto totale tra lo Stato ebraico ed Hezbollah e quali sono i rischi per l’Italia derivanti da questa pericolosa escalation
Perché c’è la guerra Israele Libano e quali sono i rischi per l’Italia. Il conflitto tra Israele e Libano, in particolare con Hezbollah, è esploso dopo i fatti del 7 ottobre, quando Israele ha risposto duramente agli attacchi provenienti dalla Striscia di Gaza. Questo conflitto, già in corso da circa un anno in Terra Santa, ha ora coinvolto Hezbollah, un gruppo armato libanese sostenuto dall’Iran. Negli ultimi giorni, Israele ha intensificato gli attacchi in Libano, colpendo più di mille obiettivi e provocando la morte di quasi 500 persone, tra cui donne e bambini. Tuttavia, non ci sono conferme ufficiali sulla morte di Ali Karaki, uno dei leader di Hezbollah.
Da parte sua, Hezbollah ha risposto lanciando razzi contro postazioni militari israeliane nel nord del Paese. La guerra, che in origine era limitata alla Striscia di Gaza, si è quindi estesa anche al Libano. Tuttavia, secondo molti analisti, il vero obiettivo del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu sarebbe l’Iran, considerato un nemico centrale nella regione. Netanyahu potrebbe presto ordinare un’invasione via terra del Libano, con l’intento di combattere Hezbollah direttamente sul campo. Il presidente iraniano, Masoud Pezeshkian, ha avvertito che Israele sta cercando di trascinare l’intero Medio Oriente in una guerra, con il rischio di conseguenze “irreversibili”.
Il motivo di fondo di questo conflitto è il desiderio di Israele di eliminare definitivamente le minacce rappresentate dai suoi nemici, in particolare Hamas e Hezbollah, entrambe formazioni sostenute dall’Iran. Le tensioni sono ulteriormente alimentate dalla situazione in Yemen, dove i ribelli Houthi, anch’essi alleati di Teheran, stanno destabilizzando il Mar Rosso, al punto da rendere necessaria un’operazione navale dell’Unione Europea per proteggere le navi in transito verso il Canale di Suez.
Dal punto di vista militare, Hezbollah rappresenta una minaccia maggiore rispetto ad Hamas. Il gruppo possiede una vasta quantità di armamenti, inclusi missili a lunga gittata e droni. Secondo alcune fonti, Hezbollah dispone di circa 5.000 missili con una gittata superiore ai 200 chilometri, 65.000 razzi con una portata fino a 45 chilometri e circa 2.000 droni. Questo arsenale potrebbe superare la capacità di difesa del sistema Iron Dome di Israele, rendendo l’eventuale invasione del Libano una mossa estremamente rischiosa per lo Stato ebraico. Nonostante ciò, Netanyahu sembra deciso a portare avanti questa strategia, concentrando ora le sue truppe verso nord, dopo aver colpito duramente la popolazione palestinese nella Striscia di Gaza.
L’obiettivo di Netanyahu sembra essere l’eliminazione dei principali nemici di Israele, con un ordine che vedrebbe prima Hamas, poi Hezbollah e infine l’Iran. Questo approccio militare deriva dalla percezione di una minaccia continua alla sicurezza di Israele, dovuta anche alla storica occupazione dei territori palestinesi.
I rischi per l’Italia
Per quanto riguarda i rischi per l’Italia, un eventuale allargamento del conflitto avrebbe conseguenze dirette. Attualmente, circa 1.300 soldati italiani sono impegnati in Libano nella missione UNIFIL, proprio nelle aree di confine con Israele. In caso di un’escalation, l’Italia rischierebbe di essere coinvolta direttamente. Inoltre, ci sarebbero ripercussioni economiche: l’Italia è il quarto partner commerciale del Libano, con scambi superiori al miliardo di dollari all’anno. Una guerra così vicina al Mediterraneo potrebbe inoltre causare un aumento dei prezzi delle materie prime, peggiorando ulteriormente l’economia italiana. Questo scenario rappresenta un potenziale disastro sia economico che diplomatico per l’Italia, ma le capacità della diplomazia occidentale di fermare questa escalation sembrano attualmente limitate.
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