Cosa sono le bombe a grappolo?

Le bombe a grappolo sono ordigni che contengono un certo numero di submunizioni che vengono disperse a distanza una volta che l’ordigno principale viene attivato

Cosa sono le bombe a grappolo?
Cosa sono le bombe a grappolo? Le bombe a grappolo (o cluster bomb) sono ordigni che contengono numerose submunizioni chiamate bomblet, che vengono rilasciate a distanza dall’ordigno principale (cluster) in vari modi.

Quando l’ordigno principale viene sganciato o raggiunge il bersaglio, si apre automaticamente per rilasciare le bomblet su un’area di dimensioni variabili, a seconda dell’altitudine, della velocità o dell’effetto desiderato. La maggior parte di queste munizioni è progettata per esplodere all’impatto.

Le bombe a grappolo non sempre esplodono all’impatto. A volte rimangono parzialmente sepolte e quindi invisibili e, di conseguenza, molto pericolose. È quindi possibile che, anche dopo la fine del conflitto, queste bombe possano detonare quando persone o veicoli passano sopra di esse o quando un bambino le raccoglie senza sapere cosa siano.

Convenzioni internazionali contro le bombe

La Convenzione di Ottawa, firmata da 133 paesi, vieta l’uso, la produzione, il commercio e lo sviluppo di mine terrestri e trappole antipersona. Tuttavia, diversi paesi, tra cui Stati Uniti, Cina, Russia e altri, non hanno sottoscritto l’accordo e continuano a utilizzare e produrre tali ordigni. Nel novembre 2008, in vista della firma della Convenzione sulle munizioni a grappolo a Oslo, il Parlamento europeo ha discusso la necessità di adottare tale convenzione e ha invitato tutti gli Stati membri ad aderire. Il Parlamento italiano ha definitivamente approvato il disegno di legge che ratifica la Convenzione di Oslo. Nel 2010 è entrata in vigore la Convenzione delle Nazioni Unite che vieta l’uso delle bombe a grappolo, firmata da oltre 100 paesi. Tuttavia, Stati Uniti, Cina e Russia non hanno aderito a questa convenzione.

Cosa sono le bombe a grappolo

Le bombe a grappolo, anche conosciute come munizioni a grappolo o cluster bomb, sono ordigni che vengono generalmente sganciati da aeromobili o elicotteri e talvolta utilizzati anche con artiglierie, razzi e missili guidati. Queste bombe contengono un certo numero di submunizioni chiamate “bomblets” o “sottobombe“, che vengono disperse a distanza una volta che l’ordigno principale, chiamato “cluster“, viene attivato.

Le bombe a grappolo sono progettate per coprire un’ampia area di terreno o un obiettivo specifico con numerose bombe più piccole. L’idea è che le bomblets si disperdano in volo e si distribuiscano su un’area più ampia, aumentando così la probabilità di colpire bersagli multipli o saturare una determinata area con esplosioni.

Esistono diversi sistemi di dispersione delle bombe a grappolo. Alcuni ordigni si aprono in volo e rilasciano le bomblets una volta raggiunta una determinata altitudine, mentre altri possono sganciare le submunizioni direttamente sul terreno. Le bomblets possono essere progettate per esplodere all’impatto con il terreno o essere dotate di un timer che le fa detonare dopo un certo periodo di tempo.

Il pericolo principale delle bombe a grappolo risiede nel fatto che molte delle bomblets non esplodono all’impatto e rimangono sul terreno come mine antiuomo attive. Questo rappresenta una minaccia per la popolazione civile, poiché le bomblets possono essere attivate accidentalmente da persone innocenti, come agricoltori, bambini o altri civili. Le bomblets inesplose possono rimanere attive per anni, causando vittime e lesioni anche dopo la fine di un conflitto armato.

Le bombe a grappolo sono state oggetto di critiche e preoccupazioni a livello internazionale a causa del loro impatto indiscriminato sulla popolazione civile e delle conseguenze a lungo termine che possono avere. Inoltre, l’uso di queste bombe può causare danni ambientali significativi, distruggendo infrastrutture e terreni agricoli.

Alcuni paesi e organizzazioni internazionali hanno adottato accordi e trattati per vietare o limitare l’uso delle bombe a grappolo. Il Trattato di Oslo del 2008, noto come Convenzione sulle munizioni a grappolo, è stato firmato da numerose nazioni con l’obiettivo di porre fine all’uso, alla produzione e allo stoccaggio di queste armi. Tuttavia, non tutti i paesi hanno aderito al trattato e l’uso delle bombe a grappolo continua in alcune regioni del mondo.

Funzionamento delle bombe a grappolo

Quando il cluster viene sganciato o portato sull’obiettivo, a un’altezza predefinita scelta dal sistema, si apre automaticamente per rilasciare le submunizioni su un’area di dimensioni variabili, a seconda della quota, della velocità o dell’effetto delle munizioni. La maggior parte di queste munizioni è progettata per esplodere all’impatto, sia che colpisca il suolo che il bersaglio, o, come nel caso delle BLU 114, per disperdere filamenti carboniosi durante la caduta. Questi ordigni sono spesso dotati di piccoli paracadute o di altri sistemi che rallentano la loro caduta, permettendo alla munizione di armarsi e consentendo all’aereo che le ha sganciate di allontanarsi in sicurezza.

In passato, alcuni modelli di submunizioni sono stati progettati anche come mine terrestri, come la PFM1 e la Dragoontooth americana, ma la maggior parte di esse è progettata per funzionare all’impatto. È importante sottolineare che la Convenzione di Ottawa vieta l’impiego, l’uso, la progettazione, il commercio e lo sviluppo delle mine antipersona e delle trappole, ma alcuni Paesi, tra cui Stati Uniti, Cina, Russia e altri, non hanno firmato tali accordi e continuano a utilizzare e produrre queste munizioni in tutte le loro forme.

Le submunizioni rientrano nella categoria delle armi a saturazione di area, progettate per coprire un’ampia superficie con gli effetti delle munizioni.

Tipologie di bombe a grappolo
  • Antiuomo: sono piccoli ordigni con esplosivo ad alta potenza e un involucro metallico che si frammenta al momento dell’esplosione, causando danni alle persone nell’area circostante.
  • Anticarro: sono ordigni contenenti esplosivo con speciali conformazioni che, guidati da sensori, si dirigono verso i mezzi corazzati presenti nell’area. Colpiscono i veicoli con testate perforanti o cariche cave speciali che esplodono al contatto con una superficie solida, penetrando le corazze.
  • Miste: sono ordigni di dimensioni ridotte che possono combinare diversi effetti, come proiezione di frammenti, perforazione di corazze ed effetti incendiari. Alcuni esempi sono la BLU97 americana, con effetti perforanti, a frammentazione ed incendiari.

Tra le bombe a grappolo ampiamente utilizzate ci sono le statunitensi BLU-97 e Mk-118 Rockeye, la britannica BL755, la GR66 francese, la PFM1 sovietica, la AO 2,5RT sovietica, la AO1SCh sempre sovietica e la nuova MZD-2 cinese, molto presente in Libano e al confine nord di Israele.

In particolare, per le linee elettriche, le submunizioni rilasciano fili conduttori in materiale come fibra di carbonio o fibra di vetro rivestita di alluminio. Questi fili hanno lo scopo di cortocircuitare i conduttori delle linee in vari punti, rendendo difficile la riattivazione. Un esempio di questo tipo di bomba è la statunitense CBU-94/B, composta da 202 submunizioni BLU-114/B.

Critiche

Questi ordigni possono rappresentare un pericolo grave in quanto non sempre esplodono completamente all’impatto col suolo, rimanendo parzialmente interrati e invisibili. I produttori di tali ordigni dichiarano percentuali di malfunzionamenti vicine al 5%, ma in alcuni conflitti, come quello nel sud del Libano, le percentuali di malfunzionamento sono state calcolate fino al 25%. Questo ha avuto effetti devastanti sulla popolazione civile ignara e inconsapevole, poiché coltivazioni di agrumi, olive e banane, che costituivano l’economia locale, sono diventate veri e propri campi minati dopo i combattimenti.

In Afghanistan, le mine PFM1, comunemente chiamate “pappagalli verdi“, sono ancora un grave problema derivante dalla guerra sovietico-afghana degli anni ottanta. Continuano a mietere numerose vittime tra la popolazione civile. Le submunizioni hanno suscitato proposte di moratorie internazionali da parte di molti Paesi, tra cui l’Italia, e di associazioni internazionali come la Croce Rossa Internazionale, Handicap International e le Nazioni Unite.

Legislazione internazionale

Il 30 maggio 2008 è stato raggiunto un accordo internazionale per vietare alcuni tipi di bombe a grappolo. Tuttavia, alcune importanti nazioni, tra cui Stati Uniti, Cina, India, Pakistan, Israele, Russia, Brasile, Iran, Libia, Arabia Saudita e altre, non hanno aderito all’accordo. Successivamente, nel novembre 2008, il Parlamento europeo ha discusso la necessità di adottare la Convenzione sulle munizioni a grappolo durante una sessione plenaria. Il Parlamento italiano ha approvato definitivamente il disegno di legge per ratificare la Convenzione di Oslo.

Convenzione Onu

La Convenzione Onu, che vieta l’uso delle bombe a grappolo, è entrata in vigore il 1º agosto 2010. Con la ratifica di Burkina Faso e Moldavia, è stato raggiunto il numero minimo di 30 nazioni per consentire l’entrata in vigore del trattato, firmato a Dublino il 30 maggio 2008. L’Italia ha sottoscritto l’accordo il 3 dicembre 2008 a Oslo, ma ha ratificato ufficialmente il trattato solo il 21 settembre 2011.

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