Emofobia (paura del sangue): cos’è, cause, sintomi e rimedi, perché abbiamo questa fobia e come “guarire”
Cos’è l’Emofobia. Il termine “Emofobia” deriva dal greco “aima” (sangue) e da “phobos” (paura). Chi soffre di questa fobia è soggetto a provare un senso di paura per il sangue.
Una paura lieve nei confronti del sangue è diffusa già nei bambini e complessivamente circa il 30% della popolazione (di qualunque fascia di età) evidenzia questa fobia. L’emofobia compare tra gli 8 ed i 15 anni. Statisticamente, però, l’età media di chi sviluppa l’emofobia da bambini è di 7/8 anni per le bambine e 9 anni per i maschietti. Da adulti, le donne mostrano di patire in misura maggiore questa fobia rispetto agli uomini.
Cause dell’Emofobia
Le cause che scatenano la fobia del sangue sono sconosciute. In genere, questa reazione dipende da fattori psicologici e ne soffrono le persone che hanno tendenza a sviluppare facilmente una condizione di ansia. Spesso la causa risiede in traumi infantili o adolescenziali.
Inoltre, è stata scoperta una componente genetica per spiegare la formazione della fobia. Infine, è riscontrabile in soggetti che presentano un quadro di repressione dell’aggressività.
Sintomi dell’Emofobia
Alla vista di perdite di sangue provenienti dal proprio corpo o da quello altrui, i soggetti emofobici manifestano un alto grado di ansia, profonda repulsione e sintomi fisici.
L’emofobia, però, può essere innescata anche dal solo pensiero di circostanze, immagini e scene cinematografiche in cui è presente il sangue. L’emofobia può indurre le persone che ne soffrono ad evitare oggetti taglienti ed appuntiti (coltelli ed aghi) o le situazioni dove sanno di poter vedere il sangue (gli ospedali).
I sintomi che colpiscono i malati di Emofobia si possono raggruppare in due fasi: nella prima fase si manifestano le palpitazioni, con un incremento del battito cardiaco e parallelamente si verifica un innalzamento della pressione arteriosa. La seconda fase, invece, è caratterizzata da nausea, pallore, sudorazione e svenimento.
Nello specifico, i sintomi sono:
- Ansia;
- Tremore;
- Brividi;
- Pallore;
- Sudorazione;
- Mal di stomaco;
- Nausea;
- Alterazione della vista (annebbiamento);
- Giramenti e mal di testa;
- Senso di svenimento.
Come superare l’Emofobia
Il trattamento di prima scelta dell’emofobia è la psicoterapia individuale. Una volta indagato il funzionamento del problema sarà applicato il protocollo di intervento.
In questa fase di intervento l’obiettivo è interrompere le tentate soluzioni fallimentari, proprio perché responsabili del circolo vizioso disfunzionale. Ciò avverrà mediante ristrutturazioni cognitive e specifiche prescrizioni strategiche.
Le tecniche principalmente impiegate possono essere:
- Esposizione graduata: la persona affronta una lista di stimoli (sangue, ferite e aghi) reali o in immaginazione (dal meno difficoltoso al più difficoltoso), una volta gestito e non sperimentato più il disagio emerso rispetto ad una situazione fobica l’individuo viene invitato ad affrontare lo stimolo successivo fino a riuscire a non provare più ansia legata al sangue.
- Desensibilizzazione sistematica: dopo aver affrontato uno stimolo fobico graduale la persona viene invitata a mettere in pratica una tecnica di rilassamento volta a gestire il disagio e dopodiché affronta lo stimolo successivo.
- Implosione o flooding: la persona viene invitata a sperimentare, a livello immaginativo o reale, la situazione che più teme e per il maggior tempo possibile, allo scopo di farle affrontare il disagio. Generalmente l’ansia, dopo aver raggiunto un picco, si ridimensiona o in certi casi sparisce completamente.
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