Quanto costa versare un anno di contributi volontari per la pensione?

Il costo per versare un anno di contributi volontari dipende da diverse variabili, tra cui la data di autorizzazione dell’Inps e la retribuzione di riferimento dell’ultima esperienza lavorativa

Quanto costa versare un anno di contributi volontari per la pensione?
Quanto costa versare un anno di contributi volontari per la pensione? L’Inps ha aggiornato gli importi per il versamento volontario dei contributi previdenziali, con un aumento di circa 210 euro per ogni anno. I contributi volontari sono versamenti spontanei fatti dall’assicurato nei periodi senza contribuzione, per garantire la continuità della copertura previdenziale. Questi versamenti sono importanti per evitare periodi di vuoto contributivo che potrebbero influire negativamente sul diritto e sull’importo della pensione futura.

Quest’anno, l’aumento del 5,4% dovuto alla rivalutazione ha incrementato il costo del versamento volontario. È essenziale comprendere come calcolare correttamente l’onere aggiuntivo per versare i contributi volontari.

Cosa sono i contributi volontari

I contributi volontari sono versamenti che una persona può fare all’Inps dopo aver cessato o interrotto l’attività lavorativa. Questo viene fatto per due ragioni principali: per completare i requisiti necessari per ottenere la pensione e per aumentare l’importo della pensione stessa.

Sono particolarmente utili per coprire periodi in cui il lavoratore non ha copertura previdenziale o ne ha solo parzialmente. Ad esempio, chi non sta lavorando, né come dipendente né come lavoratore autonomo, o chi ha preso un periodo di aspettativa non retribuita per motivi familiari o di studio, può fare contributi volontari. Lo stesso vale per i lavoratori part-time, che possono integrare la contribuzione riconosciuta per il loro lavoro.

Quanto costa versare un anno di contributi volontari

Il costo per versare un anno di contributi volontari dipende da diverse variabili, tra cui la data di autorizzazione dell’Inps e la retribuzione di riferimento dell’ultima esperienza lavorativa.

Se l’autorizzazione è stata ottenuta prima del 31 dicembre 1995, l’aliquota contributiva è del 27,87%. Se l’autorizzazione è successiva a quella data, l’aliquota è del 33%.

Ad esempio, se una persona ha guadagnato 30.000 euro nel 2023 e ha perso il lavoro dal 1° gennaio 2024, chiedendo all’Inps l’autorizzazione per i contributi volontari, dovrà versare il 33% di quella retribuzione per il solo anno 2024. In questo caso, l’importo sarebbe di 9.900 euro per il 2024. Questo costo può variare a seconda del proprio reddito precedente e dell’aliquota applicata.

È importante considerare che questa spesa può essere sostenuta anche negli anni successivi, se si desidera continuare a versare i contributi volontari.

Qual è il costo minimo per il versamento dei contributi

Il costo minimo per il versamento dei contributi varia ogni anno e viene rivalutato periodicamente. Se il richiedente non ha un reddito di riferimento, viene preso in considerazione un importo convenzionale, che quest’anno è stato rivisto al rialzo del 5,4% e si attesta a 79,01 euro per una settimana contributiva. Questo importo rappresenta il 33% del minimo della retribuzione settimanale, che è di 239,44 euro.

Pertanto, per un anno composto da 52 settimane, il costo minimo per il versamento dei contributi ammonta a 4.108,52 euro, rispetto ai 3.898 euro dell’anno precedente. Questo importo è stabilito per consentire anche a coloro che non hanno un reddito di riferimento di effettuare versamenti volontari e garantire così il perfezionamento dei requisiti di assicurazione e contribuzione per la pensione.

Qual è il costo massimo per il versamento dei contributi

Per calcolare i contributi volontari, si prende il 33% della retribuzione di riferimento dell’ultima esperienza lavorativa. Se questa è inferiore a 239,44 euro settimanali, viene comunque fissato un versamento settimanale minimo di 79,01 euro.

Per quanto riguarda l’importo massimo, sopra una certa soglia di retribuzione pensionabile, quest’anno pari a 55.008 euro, si applica un’ulteriore aliquota dell’1%. Ad esempio, con una retribuzione annua lorda di 60.000 euro, l’esborso complessivo sarebbe pari al 34%, anziché al 33%, di tale importo, ovvero 20.400 euro per un anno di contributi.

Il massimale stabilito è di 39.484,50 euro, che rappresenta il limite massimo dell’esborso previsto considerando il massimale per la retribuzione di riferimento pari a 119.650 euro.

Ogni quanto si pagano i contributi volontari

I contributi volontari non vanno pagati in un’unica soluzione, ma sono suddivisi in pagamenti trimestrali. Il versamento deve essere effettuato entro l’ultimo giorno del trimestre solare successivo a quello di riferimento.

Ad esempio, per il trimestre gennaio-febbraio-marzo, il versamento deve essere effettuato entro il 30 giugno. Per il trimestre successivo (aprile-maggio-giugno), la scadenza è fissata al 30 settembre, e così via.

L’importo annuo da versare deve quindi essere suddiviso in quattro diverse tranche di pagamento. Ad esempio, se l’importo minimo indicato dalla legge è di 1.027,13 euro per ogni trimestre, questa cifra dovrà essere pagata ogni tre mesi.

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