Partita IVA: cos’è e come si apre

Partita IVA: cos’è, come si apre, quanto costa e quali sono le spese da sostenere, requisiti, quando e quanto conviene

Partita IVA: cos'è e come si apre
Partita IVA: cos’è e come si apre. L’apertura della partita IVA rappresenta il primo passo per l’avvio di un’attività di lavoro autonomo. Quindi, sapere come aprire la partita IVA è indispensabile sia a livello fiscale che contabile per tutti coloro che intendono fare impresa.

La procedura da seguire per aprire una partita IVA è semplice e non particolarmente costosa, ma la gestione di un’attività in proprio presuppone una serie di impegni e costi.

Cos’è la Partita IVA?

La partita Iva è un insieme di numeri che identificano una società o una persona fisica. Si compone di 11 numeri: i primi 7 vanno a indicare il contribuente, i successivi 3 identificano il Codice dell’Ufficio delle Entrate, e l’ultimo ha carattere di controllo.

Come aprire una partita IVA?
Per aprire una partita IVA bisogna:
  • Comunicare all’Agenzia delle Entrate l’inizio della propria attività (entro 30 giorni dal primo giorno di attività) con apposita dichiarazione, redatta su modello AA9/7 (ditta individuale e lavoratori autonomi) oppure modello AA7/7 (società): entrambi i modelli si possono scaricare dal sito dell’Agenzia delle Entrate;
  • Scegliere il codice ATECO che si riferisce alla specifica attività;
  • Scegliere il tipo di regime contabile tra: regime forfettario o contabilità ordinaria.
I modelli possono essere presentati:
  • Recandosi presso l’Ufficio dell’Agenzia delle Entrate con apposito documento di riconoscimento;
  • Inviandoli con raccomandata con ricevuta di ritorno, con in allegato fotocopia del documento di riconoscimento;
  • Inviandoli per via telematica, tramite il software apposito che si scarica dal sito dell’Agenzia delle Entrate.

Una volta rilasciata o inviata la dichiarazione firmata, ci viene assegnato il numero di partita IVA (rimarrà sempre lo stesso fino al termine dell’attività).

Infine, bisogna recarsi presso l’INPS per aprire la propria posizione previdenziale. Chi deve registrare una ditta individuale, deve anche iscrivere l’impresa alla Camera di Commercio e comunicare al Comune l’avvio della propria attività.

Chi può (deve) aprire una partita IVA?

I soggetti che svolgono attività in forma autonoma (come liberi professionisti, o imprese di beni o servizi), in quanto non soggetti a reddito da lavoro dipendente, sono chiamati ad adempiere ai propri obblighi fiscali attraverso l’imposizione fiscale indiretta (IVA).

Quali sono i costi di una partita IVA?

Aprire una partita IVA non costa nulla, ma bisogna considerare le spese di mantenimento.

Regime di Contabilità ordinaria

  • Le ditte iscritte alla Camera di Commercio pagano all’istituto una quota che si aggira attorno agli 80-100 euro l’anno;
  • A questa spesa va aggiunto il costo del commercialista e i contributi INPS;
  • Infine, il pagamento delle imposte IRPEF e IRAP (calcolate rispettivamente sul reddito e sul valore aggiunto prodotto).

Regime forfettario

E’ rivolto alle partite IVA con ricavi fino a 65.000 euro. A partire dal 2020, è necessario aver sostenuto spese per un importo complessivo non superiore a 20.000 euro lordi per lavoro accessorio, lavoro dipendente e compensi a collaboratori (anche a progetto), comprese le somme erogate sotto forma di utili da partecipazione agli associati con apporto costituito da solo lavoro e quelle corrisposte per le prestazioni di lavoro rese dall’imprenditore o dai suoi familiari.

I requisiti per accedere o restare nel regime forfettario:
  • Spese per il personale dipendente e per lavoro accessorio non superiore a 20.000 euro lordi;
  • Conseguimento di redditi da lavoro dipendente o assimilati e pensioni non superiori a 30.000 euro. Il limite relativo ai redditi da dipendente non si applica ai lavoratori dimessi o licenziati.
Sono esclusi dal regime forfettario:
  • Gli esercenti attività d’impresa, arti o professioni che partecipano contemporaneamente a società di persone, associazioni professionali o imprese familiari (ovvero, che controllano direttamente o indirettamente società a responsabilità limitata o associazioni in partecipazione, le quali esercitano attività economiche direttamente o indirettamente riconducibili a quelle svolte individualmente);
  • Le persone fisiche la cui attività sia esercitata prevalentemente nei confronti di datori di lavoro con i quali sono in corso rapporti di lavoro o erano intercorsi rapporti di lavoro nei 2 precedenti periodi d’imposta (ovvero, nei confronti di soggetti direttamente o indirettamente riconducibili a tali datori di lavoro, fatta eccezione per chi inizia una nuova attività dopo aver svolto il periodo di pratica obbligatoria ai fini dell’esercizio di arti o professioni).
Il regime forfettario non si applica a:
  • Regimi speciali IVA;
  • Soggetti residenti all’estero e che non producono almeno il 75% del reddito in Italia;
  • Soggetti che effettuano attività di compravendita di terreni edificabili, fabbricati o veicoli nuovi.
Quali sono i costi da sostenere:
  • Il regime agevolato prevede l’applicazione di un’aliquota sostitutiva IRPEF e IVA al 5% per i primi 5 anni, che passa al 15% a partire dal sesto anno;
  • Per i contributi Inps relativi ai professionisti senza cassa (quindi, iscritti alla gestione separata INPS) l’aliquota contributiva è del 27,72%;
  • In caso di artigiani e commercianti è necessaria l’iscrizione in Camera di Commercio ed il versamento dei contributi fissi INPS di circa 3.700 euro l’anno. E’, però, prevista la possibilità di adottare il regime Inps agevolato, che prevede il minimale ridotto del 35% da pagare in 4 rate trimestrali.

Prevede l’esenzione dall’IVA, ma non è possibile portare in deduzione o detrazione le spese sostenute (ad esclusione dei contributi previdenziali obbligatori).

Quando non conviene aprire la partita IVA?

Se gli introiti superano i 5.000 euro annui, è consigliabile aprire una partita IVA per regolarizzare la propria posizione fiscale, ma sotto i 5.000 euro è meglio valutare attentamente poiché le spese di gestione potrebbero incidere sui guadagni.

Quanto costa mantenere una Partita IVA?

Il costo annuale di una partita IVA varia a seconda del regime fiscale prescelto.

  • Partita IVA in regime agevolato forfettario: si va da 200 a 800 euro più IVA all’anno (a seconda della tipologia di consulenza di cui il contribuente ha bisogno). Il forfettario, però, emette fatture senza addebitare l’IVA. Di conseguenza, sulle fatture ricevute l’IVA rappresenta un costo vero e proprio non detraibile/deducibile.
  • Partita IVA in regime contabile semplificato (ditte individuali e società di persone): si va da 900 a 5.000 euro all’anno.
  • Partita IVA in regime contabile ordinario (ditte e società di persone al di sopra di certi volumi di fatturato più società di capitali): si va da 3.000 a 10.000 euro all’anno.
I relativi valori sono legati a molteplici fattori, tra i quali:
  • Volume dell’attività;
  • Tipologia di consulenza richiesta (consulenza di base e/o specialistica);
  • Regime contabile e fiscale utilizzato;
  • Costi di gestione del personale dipendente e dei collaboratori in genere.
Quali sono gli adempimenti per il mantenimento della Partita IVA?

I costi di gestione della Partita IVA variano a seconda della tipologia di attività e dal regime di contabilità.

Quindi, ai costi necessari per lo svolgimento della propria attività (affitto del locale, stipendio di eventuali dipendenti, bollette della luce, acquisto dei beni strumentali, ecc.) bisogna aggiungere l’onorario al commercialista che si occupa della tenuta della contabilità.

Sul calcolo dell’onorario del commercialista incidono diversi fattori:
  • Tipologia di attività;
  • Regime fiscale;
  • Volume d’affari;
  • Numero delle fatture annue;
  • Il professionista al quale ci si rivolge.

Bisogna, poi, pagare il diritto camerale (il contributo che gli iscritti al Registro delle Imprese devono pagare annualmente alla Camera di Commercio competente sul territorio). Gli importi vengono aggiornati annualmente dal MISE.

Ci sono, poi, i contributi previdenziali che artigiani e commercianti devono pagare all’INPS (in 4 rate trimestrali). I contributi previdenziali sono composti da una parte fissa e da una quota percentuale calcolata sul reddito dichiarato.

Inoltre, ci sono aziende per le quali è obbligatoria l’iscrizione all’INAIL.

Infine, al reddito dichiarato si applicano imposte e tasse, quali:
  • IRPEF (l’imposta progressiva sul reddito delle persone fisiche che si calcola applicando diverse aliquote in base agli scaglioni di reddito);
  • IRAP (l’imposta regionale sulle attività produttive che è a carico delle imprese, pari al 3,90% sul fatturato).
Quali sono gli obblighi fiscali da rispettare?
Emissione di fattura elettronica, che deve contenere:
  • Data di emissione;
  • Numero di partita IVA e codice fiscale dell’emittente;
  • Ditta, denominazione e ragione sociale dell’emittente e del cliente;
  • Residenza e domicilio dell’emittente e del cliente;
  • Natura, quantità e qualità dei beni, comprensivi di aliquota;
  • Corrispettivi con aliquota IVA applicata;
  • Ammontare IVA distinta per aliquota.
Altri obblighi:
  • Compilazione degli appositi registri contabili con fatture (emesse e ricevute), bolle doganali e corrispettivi;
  • Detrazioni riguardanti le operazioni soggette a imposta e le operazioni non imponibili;
  • Liquidazione, versamento e dichiarazione periodica dell’IVA;
  • Dichiarazione annuale IVA con il Modello Unico, o separata.
Come chiudere la Partita IVA?
Esistono 3 possibilità per chiudere la Partita IVA:
  • Lasciarla inattiva per 3 anni. In questo caso la chiusura sarà automatica e, grazie al decreto 193/2016 legato alla Legge di Stabilità 2017, non bisognerà pagare nessuna sanzione;
  • Compilare lo stesso modello utilizzato per aprire la Partita IVA (AA9/12 o AA7/10) e presentarlo entro 30 giorni dalla data di cessazione dell’attività;
  • Ricorrere al modello ComUnica, se si risulta iscritti al Registro delle Imprese.

Il costo totale della chiusura si aggira intorno ai 50€ e comprende la marca da bollo per la S.C.I.A. (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) o la marca da bollo nel caso in cui l’impresa sia nel registro delle imprese.

Invece, la chiusura della partita IVA per le società richiede un gran numero di adempimenti, quindi è meglio farsi assistere da un commercialista.

Scarica il modello AA9/12 o AA7/10 dell’Agenzia delle Entrate per aprire la partita Iva:

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