La Banca d’Italia è il terzo maggior detentore di riserve auree al mondo, dopo la Federal Reserve degli Stati Uniti e la Bundesbank tedesca
L’Italia è il terzo Paese al mondo per quantità di riserve auree? Le banche centrali degli Stati detengono tonnellate di oro nelle loro riserve, e l’Italia si distingue con 2.451,8 tonnellate, superando paesi come Francia, Russia e Cina. Sebbene il valore delle riserve auree non sia direttamente correlato alla potenza economica di un Paese, l’Italia occupa comunque il terzo posto in termini di riserve auree nonostante sia ottava per PIL globale.
L’oro rimane un’importante risorsa nei caveau delle banche centrali, poiché mantiene il suo valore anche in periodi di incertezza economica. Nel corso del 2023, le banche centrali hanno aumentato gli acquisti di oro del 14% rispetto all’anno precedente, con la Cina in prima linea con l’acquisto di 181 tonnellate di oro nei primi nove mesi dell’anno.
Questo aumento degli acquisti d’oro da parte delle banche centrali può essere attribuito a diverse ragioni, tra cui la volontà di diversificare le riserve monetarie e rafforzare la capacità di stabilizzare il valore della moneta nazionale in caso di emergenza economica.
Riserve in valuta e oro
La Banca d’Italia gestisce le riserve ufficiali del Paese, che sono parte integrante delle riserve della Banca Centrale Europea (BCE) e contribuiscono alla credibilità del Sistema europeo di banche centrali (SEBC). Queste riserve possono essere impiegate per interventi sul mercato dei cambi e per adempiere agli obblighi internazionali dell’Italia nel settore finanziario.
L’Istituto possiede un portafoglio finanziario denominato in euro, che insieme alle riserve valutarie e sottratte le passività non relative alla politica monetaria, costituisce le attività finanziarie nette. Tali risorse vengono investite nel rispetto dei vincoli stabiliti dall’Eurosistema per evitare interferenze nella politica monetaria. Le attività finanziarie nette hanno il duplice scopo di coprire i costi operativi e mantenere la solidità patrimoniale della Banca d’Italia di fronte ai rischi legati alle sue attività istituzionali. L’autonomia patrimoniale è fondamentale per garantire l’indipendenza dell’istituto da influenze politiche e amministrative e per svolgere efficacemente i suoi compiti istituzionali.
La Banca d’Italia è responsabile della gestione delle riserve nazionali in valuta e oro. Secondo l’ordinamento, queste riserve sono di proprietà della Banca d’Italia e costituiscono una parte importante delle riserve dell’Eurosistema, insieme a quelle detenute dalle altre Banche Centrali Nazionali (BCN) e dalla Banca Centrale Europea (BCE). Una quota delle riserve in valuta della BCE, assegnata durante la terza fase dell’Unione economica e monetaria, è gestita dalla Banca d’Italia seguendo le linee guida stabilite dal Consiglio Direttivo della BCE.
Riserve nazionali
Le riserve nazionali rivestono un ruolo fondamentale per la Banca d’Italia e per l’Eurosistema. Innanzitutto, esse forniscono una base di risorse che possono essere richieste dalla BCE in determinate circostanze. Inoltre, consentono alla Banca d’Italia di gestire il servizio del debito estero del Tesoro senza influenzare negativamente il mercato finanziario e di adempiere agli obblighi verso organizzazioni internazionali come il Fondo Monetario Internazionale.
Come parte integrante delle riserve dell’Eurosistema, le riserve nazionali contribuiscono alla credibilità e alla stabilità del Sistema Europeo delle Banche Centrali (SEBC). La gestione delle riserve mira principalmente a mantenere il loro valore e la loro liquidità, oltre a massimizzare il rendimento nel rispetto di livelli di rischio considerati accettabili.
La gestione delle riserve nazionali segue le normative stabilite dal Trattato, che vieta il finanziamento monetario. Ciò significa che sono esclusi gli investimenti diretti in titoli emessi dagli Stati membri o dalle istituzioni dell’area dell’euro sul mercato primario. Gli investimenti sul mercato secondario sono soggetti a limiti e controlli specifici.
Riserve BCE
Le riserve gestite dalla Banca Centrale Europea (BCE) seguono un approccio parzialmente decentralizzato. Alcune funzioni, come la gestione del rischio e le registrazioni contabili, sono gestite direttamente dalla BCE, mentre l’investimento del portafoglio e le operazioni correlate sono affidate alle Banche Centrali Nazionali (BCN). Tuttavia, queste attività sono svolte in conformità con linee guida stabilite dalla BCE. Queste linee guida definiscono gli obiettivi generali della gestione e comprendono criteri di idoneità per gli emittenti e le controparti, nonché protocolli per la gestione dei rischi di mercato.
Le riserve in oro sono gestite direttamente dalla BCE. L’obiettivo principale della gestione delle riserve della BCE è garantire la disponibilità di risorse liquide per eventuali interventi sui mercati valutari. In caso di interventi significativi, la BCE potrebbe richiedere ulteriori riserve dalle BCN o finanziare gli interventi senza utilizzare le riserve, ad esempio tramite swap di euro con valute estere. Pur rispettando criteri rigidi di liquidità e sicurezza, la gestione delle riserve della BCE mira anche a massimizzare il rendimento.
Un principio chiave nella gestione delle riserve della BCE è la “market neutrality”, che richiede che gli investimenti avvengano su mercati sufficientemente ampi e liquidi per non influenzare i prezzi degli strumenti finanziari. Per maggiori dettagli sull’attività di gestione delle riserve della BCE, è possibile consultare il sito web della BCE.
Riserve auree
Le riserve auree svolgono un ruolo cruciale nel rafforzare la fiducia nella stabilità del sistema finanziario italiano e dell’euro. Questo diventa particolarmente importante durante periodi di incertezza geopolitica o turbolenze economiche internazionali, come crisi valutarie o finanziarie.
La Banca d’Italia è il quarto maggior detentore di riserve auree al mondo, dopo la Federal Reserve degli Stati Uniti, la Bundesbank tedesca e il Fondo Monetario Internazionale. Attualmente, possiede circa 2.452 tonnellate di oro, principalmente costituite da lingotti, valutati a circa 88 miliardi di euro. Queste riserve rappresentano un pilastro di sicurezza per la Banca d’Italia nell’adempimento dei suoi compiti istituzionali.
L’oro, diversamente dalle valute, non è soggetto al rischio di insolvenza in quanto non è emesso da alcuna autorità. Le sue caratteristiche uniche, come l’incorruttibilità, la facilità di trasporto e conservazione, lo rendono uno strumento prezioso per misurare il valore dei beni e come riserva di valore.
Le banche centrali, inclusa la Banca d’Italia, utilizzano l’oro per diversi scopi, tra cui la gestione delle riserve e come garanzia per ottenere prestiti sul mercato. La quantità d’oro posseduta dall’Istituto è il risultato di eventi avvenuti nel corso dei suoi oltre 120 anni di storia, compresi acquisti, depositi e scambi.
L’oro è custodito principalmente nei caveau della Banca d’Italia e presso alcune banche centrali all’estero, seguendo una strategia di diversificazione per minimizzare i rischi e i costi. Il principale mercato per lo scambio di oro fisico è a Londra, dove vengono definiti i prezzi ufficiali e stabiliti standard di qualità per i lingotti.
La Società di revisione verifica annualmente l’oro custodito nei locali di sicurezza della Banca d’Italia, mentre le verifiche sulle riserve all’estero si basano su attestazioni fornite dalle banche centrali depositarie. Eventuali ispezioni dirette delle riserve estere sarebbero condotte in accordo con le banche centrali ospitanti, garantendo massima riservatezza e sicurezza.
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