Nel 2021 hanno chiuso quasi 58 mila tra negozi, bar, ristoranti e attività ricettive. 1 ogni 10 minuti. Circa 160 al giorno
In Italia chiudono circa 160 negozi al giorno. Secondo i calcoli di Confesercenti, nel 2021 hanno chiuso quasi 58 mila tra negozi, bar, ristoranti e attività ricettive. 1 ogni 10 minuti. Circa 160 al giorno. Invece, le riaperture si sono fermate a 39 mila. Quindi, il saldo è negativo di quasi 19 mila unità. Inoltre, a gennaio i consumi hanno frenato del -11,7% rispetto al 2020 pre-pandemia secondo Confcommercio, e del -25,1% secondo l’osservatorio Confimprese-Ey. Quindi, il bilancio del settore, al netto delle aperture, è negativo per oltre 1.100 imprese.
Cos’ha detto il presidente di Confesercenti
Patrizia De Luise, presidente di Confesercenti, ha detto: “Omicron per noi è stata un lockdown di fatto, perché le limitazioni non erano così pesanti ma il turismo è rimasto bloccato, gli uffici chiusi e la gente è uscita pochissimo. I numeri sono drammatici, parliamo di 58 mila famiglie in difficoltà, a cui aggiungere i dipendenti. Nel 2020 c’erano i ristori, che certo non bastavano a compensare il disastro davano ossigeno. E quando facciamo i paragoni con il periodo pre-Covid, ricordiamo sempre che il 2019 non era stato certo un anno positivo: quindi siamo ben al di sotto di livelli già bassi. Ora è decisivo che il governo proroghi le moratorie fiscali e creditizie, altrimenti altre migliaia di imprese non reggeranno“.
I dati
Nel commercio al dettaglio ci sono state oltre 3 mila chiusure al mese nel 2021, per un totale che di circa 38 mila (a fronte di 28 mila aperture). Male anche bar e ristoranti, con 17 mila chiusure (a fronte di 8.900 aperture). 3 mila chiusure tra hotel e strutture ricettive e 721 tra agenzie e tour operator.
Le abitudini di consumo sono cambiate. Da Netflix che batte il cinema (con annesso “taglio” della tappa in pizzeria) ad Amazon preferito ai 2 passi in centro per andare in un negozio.
Secondo l’Ey Future Consumer Index, il 63% degli italiani dice che i cambiamenti di vita scattati nei mesi delle restrizioni sanitarie ora sembrano normali (ad esempio, per il 57% è abituale cucinare a casa più di prima e non andare al ristorante).
E poi vanno aggiunte altre dinamiche. Il 72% degli italiani non si aspetta di migliorare a breve la propria situazione finanziaria, il 32% considera il rispetto del Pianeta la priorità nella scelta degli acquisti, il 45% pensa che nel prossimo futuro potrà comprare solo l’essenziale, il 36% dice che ridurrà gli acquisti di oggetti fisici perché non più necessari.
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