Cos’è la speculazione finanziaria

Per “speculazione” si intende una qualunque operazione intesa a ottenere un vantaggio o utile sfruttando senza scrupoli situazioni favorevoli

Cos'è la speculazione finanziaria
Cos’è la speculazione finanziaria. Per “speculazione” si intende una qualunque operazione intesa a ottenere un vantaggio o utile sfruttando senza scrupoli situazioni favorevoli.

Cos’è la speculazione

Nella finanza la “speculazione” è la pratica di effettuare operazioni rischiose nel tentativo di ottenere un guadagno da fluttuazioni del mercato in tempi brevi.

Più semplicemente, la speculazione è l’atto di condurre un’operazione (o una transazione di mercato) che ha il potenziale sia di generare sostanziali profitti, sia di causare gravi perdite. In un’operazione speculativa di questo tipo, l’operatore ritiene che i potenziali guadagni siano più che sufficienti a giustificare il rischio di perdite. Se l’investimento speculativo non avesse il potenziale di restituire dei guadagni significativi, nessuno avrebbe alcuna motivazione a speculare.

Definizione di speculazione

Il termine “speculazione” deriva dalla voce latina “specula” (che significa “vedetta”), che deriva a sua volta da “specere” (che significa “osservare”, “scrutare”). Era l’attività che compiva la guardia dei legionari.

Da qui deriva il senso etimologico di “guardare lontano” e “guardare in profondità con attenzione“, e così in senso traslato “guardare nel futuro” o “prevedere il futuro“.

Varie sono le definizioni di “speculazione” date dalle diverse correnti di pensiero economico. Nell’ambito dell’economia capitalistica due sono fondamentali: quella “keynesiana” e quella “neoclassica“.

Definizione keynesiana

Secondo John Maynard Keynes, la “speculazione” è l’arte di capire cosa gli altri operatori di mercato pensano riguardo al futuro.

La metafora del concorso di bellezza:
Per indovinare quale bella ragazza vincerà un concorso di bellezza il nostro parere conta poco perciò è inutile cercare di capire quale sia la donna più bella. Per indovinare la vincente dobbiamo cercare di capire come voterà la maggioranza dei giurati. La stessa cosa vale per il mercato azionario: bisogna indovinare come agirà la maggioranza degli operatori.

Definizione neoclassica

Secondo i pensatori della scuola neoclassica, la “speculazione” è l’attività del operatore che si assume dei rischi per i quali richiede un’adeguata remunerazione. Quindi, secondo questa scuola di pensiero, lo speculatore è un elemento fondamentale del mercato poiché assicura liquidità e concorre alla formazione di un prezzo efficiente.

Come funziona la speculazione?

A differenza di altre attività di investimento, nell’attività speculativa il valore atteso non si fonda su stime statistiche robuste, ma deriva da un’attività previsiva puramente soggettiva. Di conseguenza, la previsione senza una solida base statistica espone l’operatore speculativo a grandi rischi, i quali possono essere remunerati da altrettanto grossi guadagni, o portare al rapido fallimento del progetto speculativo e dell’azienda stessa.

Attraverso i titoli scambiati sui mercati finanziari sono possibili 2 forme di guadagno: i rendimenti di un titolo; comprare un titolo a un prezzo e rivenderlo a un altro.

Esempio

Compriamo una a 100.000 euro per poi affittarla a 1.000 euro al mese. Oppure, compriamo una casa a 100.000 euro per poi rivenderla dopo un anno a 110.000.

Lo stesso avviene con la maggior parte dei titoli finanziari. Compro un’azione di una determinata impresa e se questa a fine anno distribuisce degli utili ai suoi azionisti, io ne intascherò una parte. Oppure, compro un’azione di una determinata impresa a un determinato prezzo e, se questa sale sul mercato, la rivendo, guadagnando una certa somma.

La speculazione si basa su questa seconda forma di guadagno. Chi opera sui moderni mercati finanziari non aspetta anni per avere un’eventuale distribuzione di utili da un’azione (o da un titolo di Stato), ma è interessato al profitto veloce. Siccome, però, le mani di un operatore di Borsa non potranno mai essere più veloci degli algoritmi dei computer, chi vuole massimizzare la speculazione utilizza l’high-frequency trading (software in grado di effettuare migliaia di transazioni ogni ora, guadagnando anche sulla più piccola oscillazione di prezzo).

Quindi, il trucco consiste nel comprare a poco e vendere a tanto. Come fanno i prezzi a salire e a scendere? Tramite il meccanismo della domanda e dell’offerta. Se un dato prodotto è molto richiesto (domanda forte) o molto raro (poca offerta) il prezzo crescerà. Se, al contrario, non lo vuole nessuno (poca domanda) e tutti lo vogliono vendere (molta offerta) il prezzo scenderà.

Esempio

Se tutti vogliono comprare mele (domanda forte), il prezzo salirà. Se il prezzo sale molti inizieranno a spostarsi su altri prodotti e compreranno pere o arance, o andranno a cercare le mele da un’altra parte. La domanda smette di aumentare, e si torna a un nuovo equilibrio.

Esempio finanziario

Le azioni dell’azienda FonteUfficiale S.p.A, quotate in borsa, salgano. Vedendo il rialzo, molti investitori vorranno comprarla, con la speranza che dopo il titolo continuerà a salire. Tanta domanda spingerà al rialzo il prezzo. Quando il prezzo di un’azione sale altri investitori vorranno acquistarla. Più il prezzo sale più c’è domanda, e più c’è domanda più il prezzo sale. E’ in questo modo che si formano le cosiddette “bolle speculative”.

Se la speculazione fosse una minima parte delle transazioni, il sistema potrebbe (forse) tenere. Il problema è che, da decenni, le transazioni sui mercati sono dettate più dalla volontà di speculare che dalla volontà di puntare su un’azienda perché se ne ritiene buona la politica industriale, perché la si ritiene sana, perché la si ritiene solida e dunque capace di crescere negli anni.

Così, quando sono le grandi banche o i più importanti fondi d’investimento del mondo a muoversi in questo modo, i mercati finanziari sono in preda all’instabilità. Ne consegue, però, che le continue crisi e l’instabilità non sono un fastidioso effetto collaterale della finanza, ma la base stessa del “gioco“, perché se la realizzazione del mio profitto dipende solo dal comprare a poco e vendere a tanto il mio unico obiettivo sarà il massimo profitto nel minore tempo possibile.

Tipologie speculative
Scorte speculative

Le scorte speculative consistono nell’acquisto all’ingrosso di grandi quantità di beni materiali indifferenziati (come petrolio, gas, materie prime, grano) e di consumo, che vengono tenuti in magazzino in attesa di una vendita futura a prezzi maggiori. Si diffonde nei periodi di ripresa economica e di crescita dei prezzi a 2 cifre (come accadde in Italia negli anni del primo dopoguerra).

Speculazione sui tassi di cambio

La speculazione si basa su transazioni di cambio molto frequenti nel tempo, e di bassissimo guadagno unitario (high-frequency trading).

La fuga dei capitali all’estero può essere motivata da una legislazione fiscale più vantaggiosa, ma anche dalla stabilità monetaria del Paese ospitante. Un’inflazione a 2 cifre mette a rischio nel tempo il valore reale e il potere di acquisto dei depositi bancari. La svalutazione, invece, sostiene le esportazioni (la stessa politica monetaria rende molto vantaggioso il rientro dei capitali, che lucrano la differenza sul tasso di cambio).

Anche se nei mercati c’è una perfetta simmetria informativa (perché i tassi di cambio fra le principali monete sono noti a tutti in tempo reale), esistono dei tempi di reazione per cui l’aggiustamento fra i tassi di cambio non è altrettanto istantaneo.

Il tempo di allineamento minimo fra i tassi di cambio non è calcolato ma noto teoricamente, e può essere tale da consentire una speculazione anche da parte di operatori umani e non automatici.

Speculazione rialzista e ribassista nella Borsa valori

La speculazione può essere al rialzo (in cui si compra subito un bene per rivenderlo in futuro ad un prezzo maggiore) oppure al ribasso (in cui si si vende subito un bene il cui prezzo si ritiene diminuirà in futuro). Inoltre, bisogna tenere conto della relazione inversa che si crea fra il “valore del titolo” ed il “tasso d’interesse“.

La speculazione rialzista viene attuata acquistando e accumulando un bene per rivenderlo in futuro quando il prezzo aumenterà. La speculazione ribassista viene attuata ritardando l’acquisto di un bene ad un momento futuro, prevedendo che il prezzo diminuisca.

La differenza pratica tra uno speculatore al rialzo ed uno al ribasso è che speculando al rialzo sul prezzo di un bene, lo speculatore rischia una quantità limitata di capitale (quello speso per acquistare il bene da rivendere più tardi), mentre uno speculatore al ribasso rischia una quantità indeterminata di capitale (quello che dovrà spendere per acquistare il bene in futuro per assolvere al contratto).

Di converso, lo speculatore al rialzo può guadagnare una quantità indeterminata di denaro in futuro rivendendo il bene su cui sta speculando, mentre lo speculatore al ribasso può, al massimo, guadagnare il prezzo a cui si è impegnato di vendere il bene in futuro (nel caso il prezzo del bene sia zero in futuro).

Speculazione allo scoperto

In questo caso l’investitore, detto in gergo “scopertista“, può vendere degli strumenti finanziari che ancora non possiede, scommettendo su un abbassamento del loro prezzo in modo da acquistarli prima della scadenza del pagamento. In questo modo, guadagna sulla differenza fra il prezzo di vendita e quello inferiore di acquisto.

Una compravendita allo scoperto offre margini di guadagno più elevati quando viene effettuata con degli strumenti finanziari che hanno una forte volatilità (ovvero che possono variare il loro prezzo in modo consistente anche in pochi giorni di tempo).

La compravendita di strumenti finanziari allo scoperto è una forma di speculazione finanziaria che è resa possibile dall’esistenza di un periodo di alcuni giorni che intercorre dal momento dell’operazione a quello della sua liquidazione con lo scambio dei titoli e del controvalore in moneta.

Speculazione su strumenti derivati

La speculazione su strumenti derivati si realizza comprando o vendendo questi strumenti senza essere in possesso del relativo sottostante (cioè agendo allo “scoperto”). L’agire allo scoperto consente, a parità di rischio, di moltiplicare i rendimenti e la leva finanziaria attraverso l’uso della marginazione.

L’interesse dell’investitore non è quello di avere a disposizione a una certa data e prezzo una quantità di valuta straniera o di materie prime, ma lucrare dalla compravendita del derivato.

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