In Italia a sostenere le enormi spese assistenziali (145 miliardi di euro circa) è una ristretta minoranza di contribuenti italiani
8 italiani su 10 vivono sulle spalle di altri 2 italiani. Il “Nono rapporto” stilato da Itinerari Previdenziali ha evidenziato che a sostenere le spese assistenziali (145 miliardi di euro circa) è una ristretta minoranza di contribuenti italiani.
I risultati dello studio (presentato in Senato dal presidente del Centro ricerche di IP, Alberto Brambilla) evidenziano che a farsi carico dei 2/3 circa dell’Irpef è una ristretta minoranza di cittadini. Infatti, il 21.18% dei contribuenti con redditi superiori ai 29mila euro lordi corrisponde il 71.64% di tutta l’Irpef, mentre i 2/3 degli italiani (78.82%) dichiarano un reddito inferiore a tale soglia, versando un’imposta insufficiente a coprire la spesa per le principali funzioni di Welfare.
Questo indica che a farsi carico della spesa necessaria all’erogazione, da parte dello Stato, dei principali servizi sono 2 italiani su 10, mentre i restanti 8 beneficiano dello sforzo contributivo dei primi.
Spesa assistenziale
Un altro campanello dall’allarme è rappresentato dal rapporto tra l’aumento della spesa assistenziale negli ultimi 10 anni (+56%, per un valore di quasi 145 miliardi) e il raddoppio dei cittadini in povertà assoluta (mentre quelli in povertà relativa sono cresciuti del 36%).
Sono 476mila le pensioni pagate da oltre 40 anni (tra invalidità, baby pensionati e cittadini anziani), di cui 423mila nel settore pubblico e 53.274 nel privato.
Inoltre, a causa del Covid, per la prima volta dopo 20 anni il rapporto attivi/pensionati è sceso a quota 1,42 nel 2020 (-2,33%, un lavoratore e mezzo di media per ogni pensionato) e in 537.000 sono rimasti disoccupati, facendo calare di 1 punto percentuale il dato sull’occupazione totale (dal 59.1% del 2019 al 58.1% del 2020). In calo anche l’occupazione femminile (dal 50,1% al 49%).
Infine, 2 anni fa si è verificato un aumento dei pensionati (16.041.202, +6037 rispetto all’anno prima) mentre il ricorso a misure d’emergenza come il lockdown della prima fase pandemica ha portato a un ammontare degli interventi a sostegno del reddito di poco inferiore ai 42 miliardi.
Prestazioni sociali
Nel 2020 l’Italia ha destinato alle prestazioni sociali 510,258 miliardi, circa 22 miliardi in più del 2019 (+4,5%). Il numero di prestazioni assistenziali (pensioni d’invalidità, accompagnamento, ecc.) ha raggiunto i 4,1 milioni mentre quello dei pensionati (in tutto o in parte assistiti dallo Stato) è di 7,7 milioni (48% del totale).
Secondo Alberto Brambilla, “il sistema è sostenibile e lo sarà anche tra 15 anni nel 2035, quando le ultime frange dei boby boomer nati dal dopoguerra al 1980 (in termini previdenziali assai significative data la loro numerosità) si saranno pensionate“.
Per raggiungere questo traguardo saranno, però, necessari interventi mirati sull’età pensionabile (quella effettiva in Italia è di 62 anni, contro i 65 della media UE) e un significativo cambio di passo in materia di spesa pubblica (oggi quasi tutta volta a coprire sussidi e assistenzialismo).
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