Il Carnevale è una festa mobile nel calendario cattolico/cristiano che precede la Quaresima. La parola è comunemente associata al latino “carnem levare”, che significa “eliminare la carne”
Cos’è il Carnevale? Il Carnevale è una festa mobile nel calendario cattolico/cristiano che precede la Quaresima. Si svolge tra febbraio e l’inizio di marzo e include varie celebrazioni pubbliche (come parate, giochi di strada e altri spettacoli, che ricordano in parte l’atmosfera di un circo). Durante il Carnevale, le persone indossano costumi e maschere per mettere da parte la loro identità quotidiana e sperimentare un senso di comunità più forte.
Una delle caratteristiche principali del Carnevale è l’indulgenza, con abbondante consumo di alcol, carne e cibi ricchi, prima del periodo di astinenza della Quaresima. Dolci come frittelle, zeppole e ciambelle sono preparati e consumati in abbondanza come ultima leccornia prima dell’inizio della Quaresima, durante la quale si pratica un digiuno più rigoroso e spesso si rinuncia a qualcosa di desiderato.
Altre tradizioni comuni del Carnevale includono battaglie di coriandoli, satire sociali, costumi grotteschi e una generale inversione delle regole e delle norme sociali quotidiane. La tradizione delle maschere, particolarmente associata al Carnevale di Venezia nel XV secolo, ha influenzato il teatro greco e la commedia dell’arte per secoli.
Etimologia
L’origine della parola “carnevale” è comunemente associata al latino “carnem levare“, che significa “eliminare la carne“. Questo termine indicava il banchetto che si svolgeva l’ultimo giorno di Carnevale, noto come martedì grasso, prima dell’inizio della Quaresima, un periodo di astinenza e digiuno. Altre ipotesi suggeriscono che il termine possa derivare da espressioni come “carne levamen” o “carnualia“, oppure dalla locuzione “carrus navalis” o “currus navalis“, quest’ultima associata a una tradizione pagana di cortei navali che occasionalmente si svolgeva fino al XVIII secolo.
Le prime testimonianze scritte dell’uso del termine “carnevale” provengono dai testi di Matazone da Caligano alla fine del XIII secolo e del novelliere Giovanni Sercambi intorno al 1400.
I festeggiamenti principali del carnevale si svolgono il giovedì grasso e il martedì grasso, che sono rispettivamente l’ultimo giovedì e l’ultimo martedì prima dell’inizio della Quaresima. Il martedì grasso segna la chiusura dei festeggiamenti carnevaleschi poiché la Quaresima, nel rito romano, inizia con il Mercoledì delle ceneri.
Origine
Le origini della celebrazione del carnevale risalgono a festività antiche, come le Dionisie greche e i Saturnali romani, in cui si sperimentava un temporaneo rovesciamento dell’ordine sociale, consentendo lo scambio di ruoli e l’indulgenza in scherzi e dissolutezze. Storicamente e religiosamente, il carnevale rappresentava un periodo di festa e rinnovamento simbolico, durante il quale il caos temporaneo prendeva il posto dell’ordine stabilito. Una volta terminato il carnevale, l’ordine ritornava, rinnovato per un nuovo ciclo fino alla successiva celebrazione.
Nell’antica Roma, la festa in onore della dea egizia Iside, importata nell’Impero romano, vedeva la presenza di gruppi mascherati, come descritto nelle Metamorfosi di Lucio Apuleio. La fine dell’anno romano era simbolicamente rappresentata da un uomo coperto di pelli di capra, chiamato Mamurio Veturio, che veniva portato in processione e colpito con bacchette.
In altre culture antiche, come in Babilonia, dopo l’equinozio primaverile veniva riattualizzato il mito della fondazione del cosmo, rappresentato dalla lotta tra il dio salvatore Marduk e il drago Tiamat. Durante queste cerimonie, una processione allegorica simboleggiava le forze del caos contrastanti con la ri-creazione dell’universo, segnando il mito della morte e risurrezione di Marduk.
Questi eventi erano accompagnati da una libertà e un rovesciamento dell’ordine sociale e morale, simboleggiati da Saturnali, orge e combattimenti rituali, che riflettevano il ritorno al principio cosmogonico. Ogni nuovo anno rappresentava una ripresa del tempo all’inizio, una ripetizione della cosmogonia, secondo lo storico delle religioni Mircea Eliade.
Eliade afferma che durante il Carnevale “i morti potranno ritornare, poiché tutte le barriere tra morti e vivi sono rotte”. Questo momento paradossale, in cui il tempo è annullato, permette ai defunti di essere nuovamente contemporanei dei vivi. Le cerimonie carnevalesche, diffuse tra i popoli indoeuropei, mesopotamici e altre civiltà, hanno quindi anche una funzione purificatoria, mostrando il bisogno profondo di rigenerarsi periodicamente, abolendo il tempo trascorso e riattualizzando la cosmogonia.
Eliade osserva che “l’orgia è anch’essa una regressione nell’oscuro, una restaurazione del caos primordiale“, precedendo ogni creazione e manifestazione di forme organizzate. A livello cosmologico, l’orgia corrisponde al Caos o alla pienezza finale; nella prospettiva temporale, rappresenta il Grande Tempo, l’istante eterno e la non-durata. L’orgia nei cerimoniali che segnano divisioni periodiche del tempo esprime una volontà di abolizione del passato attraverso l’abolizione della Creazione.
La confusione delle forme si manifesta nel sovvertimento delle condizioni sociali: durante i Saturnali, lo schiavo diventa padrone e il padrone serve gli schiavi; in Mesopotamia, il re veniva deposto e umiliato. La sospensione delle norme, lo scatenarsi della licenza e la violazione di tutti i divieti mirano alla dissoluzione del mondo sociale, che riflette il mondo stesso, e alla restaurazione del tempo primordiale, il “Grande Tempo” delle origini. Questo momento mitico, caratterizzato dal caos, precede una nuova creazione del Cosmo.
Il carnevale rappresenta un ciclo mitico che coinvolge la circolazione degli spiriti tra cielo, terra e inferi, con significati metafisici legati al destino umano. Durante la primavera, quando la terra si rigenera, il carnevale segna un momento di apertura tra gli inferi e il mondo dei vivi. Le anime dei defunti, per non diventare pericolose, vengono onorate attraverso l’uso di maschere che hanno un significato apotropaico: chi le indossa assume le caratteristiche degli esseri soprannaturali rappresentati.
Le maschere incarnano gli antenati e le anime dei morti che visitano i vivi, indicando la confusione delle frontiere tra due mondi. Durante questo intervallo paradossale, la comunicazione tra vivi e morti diventa possibile. Molte maschere, come Arlecchino, Pulcinella e Zanni, presentano caratteristiche infernali e diaboliche. In Italia, maschere come i mamuthones e gli issohadores in Sardegna testimoniano questa origine infero-demoniaca.
Il carnevale culmina con un rituale purificatorio che ricostituisce il tempo e l’ordine del cosmo sconvolti durante le festività. Questo rituale include un processo, una condanna, la lettura di un testamento e un funerale del carnevale. In molte località italiane, europee ed extraeuropee, il carnevale viene simbolicamente condannato a morte, rappresentato dal bruciamento del “Re carnevale” o da altre cerimonie rituali simili. Questo processo parodico rappresenta una parodia dei veri processi giudiziari, con ruoli come imputato, avvocato difensore e pubblico ministero. Il carnevale può anche fare testamento, enfatizzando la sua natura simbolica e rituale.
Il carnevale, oltre a rappresentare una celebrazione festosa, ha significati simbolici profondi che variano a seconda delle interpretazioni. Secondo alcuni studiosi, come Mircea Eliade, il carnevale simboleggia la ripetizione della cosmogonia, in cui la distruzione del mondo precedente porta alla rigenerazione del tempo nella sua totalità.
Altri studiosi, come l’antropologo sociale James C. Scott, offrono un’analisi più prosaica del carnevale, vedendolo come una parentesi temporanea in cui viene ribadito chi detiene il potere nel resto dell’anno, un po’ come un modo di offrire pane e giochi al popolo.
Storicamente, il carnevale è stato celebrato in molte città europee con eventi come mascherate, corse dei cavalli e gare di moccoletti accesi. A Firenze durante il Rinascimento, i Medici organizzavano grandi mascherate chiamate “trionfi“, accompagnate da canti e balli. Celebre è Il trionfo di Bacco e Arianna, scritto da Lorenzo il Magnifico.
Nella storia dell’arte, opere come la Lotta tra Carnevale e Quaresima di Pieter Bruegel il Vecchio, e dipinti che ritraggono personaggi mascherati del carnevale veneziano, testimoniano l’importanza di questa festività nella cultura europea.
Il carnevale non ha una data di conclusione universale: mentre in molte città il martedì grasso segna la fine delle celebrazioni, ci sono eccezioni come il Carnevale di Viareggio e il Carnevale di Foiano della Chiana, che terminano in date diverse.
Anche dopo l’avvento del Cristianesimo, il carnevale ha mantenuto la sua importanza come festa pubblica tradizionale, come dimostrato dal Carnevale Romano, che è stato la principale festività a Roma fino alla sua soppressione negli anni successivi all’Unità d’Italia.
Data
La data di inizio del carnevale è tradizionalmente fissata per il giorno successivo alla domenica del Battesimo del Signore. Il periodo culmina dal giovedì grasso fino al martedì, conosciuto come Martedì grasso, che segna l’ultimo giorno di carnevale. Questo intervallo temporale è variabile in quanto collegato alla Pasqua, che è una festa mobile. La Pasqua cattolica può cadere tra il 22 marzo e il 25 aprile, e ci sono 46 giorni tra il Mercoledì delle ceneri e la Pasqua. Di conseguenza, in anni non bisestili, il martedì grasso può cadere tra il 3 febbraio e il 9 marzo, concentrandosi principalmente nei mesi di febbraio e marzo.
In alcune tradizioni, come nel carnevale ambrosiano e nella Tabernella nell’arcidiocesi di Lucca, il periodo del carnevale termina in giorni diversi a causa dell’inizio della Quaresima.
Nel 1974, Joseph Ratzinger, il futuro Papa Benedetto XVI, sottolineò che per i cattolici il carnevale è correlato al sentimento di “umanità” cristiana poiché è considerato un’espressione di gioia.
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