La Corte Suprema ha sancito che ogni difesa ha il diritto ad avere accesso ai reperti usati dall’accusa, anche se il caso è passato in giudicato
Si riaprirà il processo di Yara Gambirasio? La Cassazione ha accolto le richieste della difesa di Massimo Bossetti. La Corte Suprema ha sancito che ogni difesa ha il diritto ad avere accesso ai reperti usati dall’accusa, anche se il caso è passato in giudicato.
I giudici hanno, quindi, annullato con rinvio le ordinanze con cui la Corte d’Assise di Bergamo aveva respinto come inammissibile la richiesta degli avvocati Claudio Salvagni e Paolo Campirini di accedere ai reperti. Ora altri giudici dovranno nuovamente pronunciarsi sulla possibilità che la difesa possa accedere ai reperti (tra cui 54 campioni di Dna e gli abiti della vittima) su cui è stata decisa la condanna di Bossetti. Intanto, i legali di Bossetti sono alla ricerca di nuovi elementi per poter chiedere la revisione del processo.
Massimo Bossetti ha detto: “Non ho mai perso la speranza, sono sempre stato convinto che la giustizia mi darà ragione. Credevo che già i giudici dell’appello ci avessero concesso la perizia sul Dna, con la decisione della Cassazione ora potremo analizzare quei campioni genetici che dimostreranno che io non ho ucciso Yara“.
Processo di Yara Gambirasio
Nel 2018, Bossetti ha ricevuto la condanna definitiva all’ergastolo, in quanto ritenuto responsabile dell’omicidio della 13enne Yara Gambirasio. Yara era scomparsa da Brembate di Sopra (Bergamo) il 26 novembre del 2010, ed era stata ritrovata morta in un campo della zona dopo 3 mesi.
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