Matteo Messina Denaro, noto anche con i soprannomi “U siccu” e “Diabolik” è un mafioso italiano, legato a Cosa nostra
Chi è Matteo Messina Denaro. Matteo Messina Denaro è un mafioso italiano legato a Cosa Nostra, capo del mandamento di Castelvetrano e rappresentante della mafia nella provincia di Trapani. È uno dei boss più potenti di Cosa Nostra e ha esercitato il proprio potere anche oltre i confini della propria provincia. È stato arrestato il 16 gennaio 2023 dopo essere stato nella lista dei latitanti più pericolosi e ricercati al mondo dal 1993.
Chi è Matteo Messina Denaro
Matteo Messina Denaro è nato il 26 aprile del 1962. E’ un mafioso italiano legato a Cosa Nostra, capo del mandamento di Castelvetrano e rappresentante della mafia nella provincia di Trapani.
E’ figlio di Francesco Messina Denaro e zio di Francesco Guttadauro. Era legato al padrino di cresima Antonino Marotta, ex affiliato alla banda di Salvatore Giuliano.
La sua carriera criminale iniziò nel 1989 quando venne denunciato per associazione mafiosa e per essere stato coinvolto in una sanguinosa faida tra i clan Accardo e Ingoglia di Partanna. Nel 1991, si rese responsabile dell’omicidio di Nicola Consales, proprietario di un albergo di Triscina, il quale si era lamentato con la sua impiegata austriaca (che era anche l’amante di Messina Denaro) delle continue interferenze di “mafiosetti” nella sua attività.
Messina Denaro ricopre il ruolo di capo della cosca di Castelvetrano e del relativo mandamento, alleato dei corleonesi già dalla guerra di mafia degli anni ’80. Nel 1992, faceva parte di un gruppo di fuoco inviato a Roma per compiere appostamenti nei confronti del presentatore televisivo Maurizio Costanzo e per uccidere Giovanni Falcone e il ministro Claudio Martelli.
Successivamente, fu tra gli esecutori materiali dell’omicidio di Vincenzo Milazzo e della compagna Antonella Bonomo, avvenuti nel luglio 1992 a Castellammare del Golfo. Nel 1992, Messina Denaro fece anche parte del gruppo di fuoco che tentò di uccidere il vicequestore Calogero Germanà a Mazara del Vallo.
Dopo l’arresto del boss Salvatore Riina, Messina Denaro fu favorevole alla continuazione della strategia degli attentati dinamitardi insieme ai boss Leoluca Bagarella, Giovanni Brusca e ai fratelli Filippo e Giuseppe Graviano. Egli mise a disposizione un suo uomo, Antonio Scarano, per fornire supporto logistico al gruppo di fuoco che compì gli attentati dinamitardi a Firenze, Milano e Roma, causando 10 morti e 106 feriti, oltre a danni al patrimonio artistico. Organizzò inoltre l’attentato ai danni di Totuccio Contorno, coadiuvato da Leoluca Bagarella.
Nel 1993, Messina Denaro andò in vacanza a Forte dei Marmi e da allora si rese irreperibile, dando inizio alla sua lunga latitanza. Da allora, è stato emesso un mandato di cattura per associazione mafiosa, omicidio, strage, devastazione, detenzione e porto di materiale esplosivo, furto e altri reati minori.
Nel 1998, dopo la morte del padre Francesco, Messina Denaro è diventato capomandamento di Castelvetrano e rappresentante della provincia di Trapani in Cosa nostra.
Nel 2000, è stato condannato all’ergastolo in contumacia nel maxi-processo “Omega” che si è svolto presso l’aula-bunker del carcere di Trapani.
Il 16 gennaio 2023, dopo circa 30 anni di latitanza, Matteo Messina Denaro è stato arrestato dai Carabinieri del ROS mentre si trovava in una clinica privata a Palermo. Messina Denaro aveva cercato di scappare, ma una volta preso dagli uomini dell’Arma, ha confessato la sua identità. L’autista, Giovanni Luppino, è stato arrestato con l’accusa di favoreggiamento. Messina Denaro è stato portato in una località segreta.
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