Il divieto dei sacchetti di plastica nei supermercati, introdotto per ridurne l’uso e tutelare l’ambiente, ha contribuito a far aumentare il consumo di plastica in altri ambiti
Vietare i sacchetti di plastica nei supermercati è stata una scelta giusta o sbagliata? Vietare i sacchetti di plastica nei supermercati è stata una scelta presa con l’obiettivo di ridurre l’inquinamento da plastica. La plastica, infatti, è uno dei materiali più inquinanti al mondo. Non si degrada facilmente ed è necessario attendere centinaia di anni perché si smaltisca del tutto. Per affrontare questo problema, molti Paesi, tra cui quelli europei, hanno introdotto regole per limitare il suo uso. Una delle misure adottate riguarda proprio i sacchetti di plastica utilizzati nei supermercati.
Fino a qualche anno fa, questi sacchetti venivano spesso distribuiti gratuitamente ai clienti durante la spesa. Ma le cose sono cambiate. Dal 1° gennaio 2018, infatti, è entrata in vigore una direttiva europea che obbliga i commercianti a far pagare i sacchetti di plastica. Non si tratta di una decisione dei supermercati, ma di un provvedimento imposto per legge. Questo obbligo vale sia per i sacchetti di plastica monouso sia per quelli riutilizzabili.
Secondo questa normativa, i commercianti devono indicare chiaramente il costo del sacchetto sullo scontrino fiscale. Oltre al costo del sacchetto stesso, viene applicata un’aliquota IVA del 22%, come per molti altri beni di consumo. L’obiettivo di questa misura era ridurre la produzione e il consumo di plastica. Tuttavia, studi condotti negli Stati Uniti hanno messo in evidenza un risultato diverso da quello sperato: il divieto dei sacchetti di plastica nei supermercati ha portato a un aumento complessivo del loro consumo.
La situazione in Texas: più sacchetti di plastica acquistati per i rifiuti
Un esempio concreto arriva dal Texas, dove è stato introdotto il divieto di utilizzo dei sacchetti di plastica nei supermercati e nei negozi. La misura mirava a proteggere l’ambiente, ma gli effetti sono stati differenti da quanto previsto. Quando i sacchetti di plastica non sono più stati disponibili gratuitamente nei supermercati, molte persone hanno iniziato ad acquistarli per un altro scopo: smaltire i rifiuti domestici.
Questa situazione è stata analizzata dal professor Hai, esperto di marketing presso l’Università della California, che ha guidato una ricerca su questo fenomeno. Secondo il professore, l’obiettivo di ridurre l’uso della plastica monouso non è stato raggiunto. «Invece di consumare meno plastica, le persone hanno finito per comprarne di più», ha spiegato.
Lo studio ha mostrato che, mentre è diminuito l’uso dei sacchetti di plastica per la spesa, è aumentata la vendita di sacchetti specifici per la raccolta dei rifiuti. A Dallas e Austin, due città del Texas che avevano inizialmente introdotto il divieto, si è osservato un fenomeno particolare: anche dopo che il divieto è stato rimosso, i cittadini hanno continuato ad acquistare sacchetti di plastica per i rifiuti. Questo perché, nel frattempo, avevano sviluppato l’abitudine di comprarli per questa funzione.
L’effetto del divieto sui comportamenti delle persone
La ricerca ha evidenziato che, da una parte, la misura ha effettivamente ridotto l’utilizzo dei sacchetti di plastica nei supermercati. Molte persone, per non pagarli o per motivi ambientali, hanno scelto di utilizzare borse riutilizzabili, come quelle di stoffa. Dall’altra parte, però, il divieto ha portato a un aumento dell’acquisto di sacchetti di plastica destinati ai rifiuti domestici.
In sostanza, mentre il consumo di plastica per un uso specifico è calato, è cresciuto per un altro scopo. Il risultato complessivo è che non c’è stata una reale diminuzione nell’uso della plastica, che era uno degli obiettivi principali della normativa.
L’analisi dei dati ha quindi messo in luce un paradosso: il divieto dei sacchetti di plastica nei supermercati, introdotto per ridurne l’uso e tutelare l’ambiente, ha invece contribuito a far aumentare il consumo di plastica in altri ambiti. I comportamenti delle persone si sono adattati alla nuova situazione, ma non sempre in linea con gli obiettivi ambientali sperati.
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