Una multinazionale cinese ha comprato mille ettari in Sardegna per sviluppare il più grande impianto agrivoltaico d’Europa

La multinazionale cinese Chint Solar ha acquisito mille ettari di terreni nella Nurra, nel nord della Sardegna, per sviluppare il progetto Palmadula, il più grande impianto di agrivoltaico in Italia e in Europa

Una multinazionale cinese ha comprato mille ettari in Sardegna per sviluppare il più grande impianto agrivoltaico d'Europa

Una multinazionale cinese ha comprato mille ettari in Sardegna per sviluppare il più grande impianto agrivoltaico d’Europa. La multinazionale cinese Chint Solar ha acquisito mille ettari di terreni nella Nurra, nel nord della Sardegna, per sviluppare il progetto Palmadula, originariamente di proprietà della spagnola Enerside Group.

Chint Solar, l’acquirente, è una sussidiaria europea di Chint, un gigante energetico globale con ricavi che si aggirano intorno ai 18 miliardi di dollari. Chint è ufficialmente affiliata al Partito Comunista Cinese dal 1995 e ha anche un comitato del partito dal 1998.

Il progetto Palmadula

Si tratta del più grande impianto di agrivoltaico in Italia e in Europa. Attualmente in fase avanzata di sviluppo, si prevede che la costruzione inizi nel 2025. L’impianto avrà una potenza di 360 megawatt e sarà integrato con batterie di accumulo da 82,5 megawatt ore, oltre a includere coltivazioni e pascoli di pecore.

Questa mossa ha suscitato preoccupazione tra i residenti locali, i sindaci e le associazioni ambientaliste dell’area della Nurra, che vedono il progetto come un “blitz finanziario” e un “piano di devastazione di terreni agricoli“. Parte del territorio coinvolto nel progetto comprende aree protette, zone costiere e siti di interesse comunitario, oltre ad essere vicino a importanti reperti archeologici.

La giunta regionale guidata da Alessandra Todde ha recentemente approvato un blocco di massimo 18 mesi per la realizzazione di nuovi impianti rinnovabili che impattano direttamente sul suolo. Tuttavia, sembra che la Regione Sardegna non fosse al corrente del progetto in corso. Questo è stato attribuito al “vuoto normativo” che richiede un intervento legislativo.

La Sardegna è già oggetto di interesse per progetti energetici, essendo una delle 51 aree potenziali per ospitare il Deposito Nazionale di Scorie Radioattive. 8 dei siti identificati si trovano nella parte meridionale dell’isola.

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