Il Superbonus ha dimostrato di essere una misura efficace nell’attivare l’economia e creare occupazione. Gli effetti positivi sull’economia e sull’occupazione dovrebbero essere presi in considerazione quando si valuta l’impatto complessivo del Superbonus sul bilancio pubblico
Secondo i dati di Nomisma e Censis non è vero che il Superbonus ha generato un buco di bilancio. Il forum Ambrosetti, un importante evento per discutere temi di rilevanza politica ed economica, ha recentemente posto sotto i riflettori la questione del Superbonus. In questa cornice, numerosi esponenti del mondo politico italiano, tra cui una rappresentanza del Governo, hanno avuto l’opportunità di esprimere le proprie opinioni. In particolare, il Ministro del Tesoro Giancarlo Giorgetti ha espresso in modo inequivocabile il suo scetticismo riguardo al Superbonus, definendolo una fonte di preoccupazione non solo per gli effetti negativi sul bilancio pubblico, ma anche per la limitazione delle politiche economiche future.
Le preoccupazioni espresse da Giorgetti si aggiungono a quanto riportato dal Corriere della Sera, con il supporto dell’Agenzia delle Entrate. Secondo questa fonte, tra marzo e oggi, in soli 5 mesi, sono emersi crediti ceduti o scontati in fattura per un valore di altri 35 miliardi di euro, cifra non prevista nei tendenziali di spesa. Questa notizia ha scatenato allarmi sulla presunta fuoriuscita di controllo del Superbonus, suscitando titoli allarmanti sui giornali riguardo a un possibile buco di bilancio.
Cos’è il Superbonus al 110
Il Superbonus al 110%, introdotto dal Governo Conte II nel maggio 2020, ha previsto detrazioni fiscali per interventi di ristrutturazione energetica degli edifici fino al 110% dell’importo speso. Inoltre, inizialmente, era possibile cedere il proprio credito fiscale a terzi. Questa misura è stata abrogata dal Governo Meloni, nonostante le promesse elettorali di mantenerla.
Il Superbonus è responsabile di un presunto buco di bilancio?
I dati forniti dal Governo sembrano sovrastimare l’entità del problema. Essi includono solo gli sconti fiscali previsti e dovuti dallo Stato, ma trascurano alcuni aspetti chiave.
In primo luogo, il mancato gettito fiscale per lo Stato non si verifica immediatamente, ma si dilaziona nel tempo. In secondo luogo, questi dati non considerano gli impatti positivi derivanti dal Superbonus.
A conferma di ciò, l’istituto Nomisma ha condotto uno studio che ha certificato l’effetto moltiplicatore del Superbonus: su 38,7 miliardi di euro di uscite da parte dello Stato per il Superbonus, è stato registrato un ritorno economico di 124,8 miliardi di euro, corrispondenti al 7,5% del PIL. Questo dimostra che gli investimenti iniziali dello Stato hanno generato un considerevole aumento dell’attività economica.
Inoltre, è importante considerare l’aspetto dell’occupazione. Il Censis ha riportato che 55 miliardi di euro in detrazioni del Superbonus hanno contribuito a creare 900.000 nuovi posti di lavoro. Questo significa che il Superbonus non solo ha avuto un impatto positivo sull’economia, ma ha anche contribuito a ridurre il tasso di disoccupazione.
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