Quali sono le sostanze chimiche pericolose per la fertilità?

La nostra salute riproduttiva starebbe peggiorando anche per l’esposizione a sostanze chimiche con le quali veniamo in contatto fin dal grembo materno

Quali sono le sostanze chimiche pericolose per la fertilità?
Quali sono le sostanze chimiche pericolose per la fertilità. Spesso si parla di calo delle nascite incolpando l’instabilità economica e lavorativa delle giovani coppie, la vita stressante, e la conseguente età sempre più avanzata della prima gravidanza.

Invece, secondo Shanna Swan, professoressa di medicina ambientale e sanità pubblica alla Mount Sinai School of Medicine di New York (USA), una delle principali cause di infertilità del mondo moderno sono le sostanze chimiche. “Non dico che altri fattori non siano coinvolti nel peggioramento della salute riproduttiva, ma le sostanze chimiche ne sono la causa principale, ed è arrivato il momento di riconoscere questa causalità e agire di conseguenza“.

I nemici della fertilità sarebbero gli “ftalati” e il “bisfenolo A“.

Gli ftalati, che rendono la plastica più morbida e flessibile, vengono utilizzati durante i processi di produzione, trasformazione e confezionamento del cibo, ma li troviamo anche in prodotti cosmetici o di pulizia della casa (dove vengono aggiunti per trattenere il profumo). L’esposizione a queste sostanze è stata associata a una riduzione nei livelli di testosterone e nella concentrazione di spermatozoi negli uomini, e a un aumento del rischio di pubertà precoce, insufficienza ovarica, aborto e parto prematuro nelle donne.

Il bisfenolo A, utilizzato per indurire la plastica, si trova negli scontrini e nei rivestimenti di alcuni contenitori per alimenti. Questa sostanza simula nel corpo la presenza di estrogeni, ed è particolarmente dannosa per le donne, che possono avere problemi di fertilità, ma anche per gli uomini, che correrebbero il rischio di soffrire di disfunzione erettile e di peggiorare la qualità del proprio sperma.

Il primo contatto con queste sostanze chimiche avviene già nel grembo materno: “Le cellule in rapida divisione del feto sono le più sensibili. L’esposizione continua poi durante l’infanzia, l’adolescenza e l’età adulta, in una sorta di processo cumulativo“.

Cosa fare per evitare di entrare in contatto con queste sostanze dannose?

L’esperta consiglia: meglio prediligere cibi non elaborati e, ai fornelli, scartare padelle in teflon o trattate con qualunque altro rivestimento.

Da eliminare, inoltre, l’uso di contenitori o pellicole di plastica in microonde. Per l’igiene personale e della casa meglio optare per prodotti senza profumo.

Se non invertiamo la tendenza, per il 2045 la metà delle coppie che vorranno avere un figlio dovranno ricorrere alla fecondazione assistita“, ha detto Swan.

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