L’Italia fa affari con queste dittature

L’Italia intrattiene rapporti commerciali da centinaia di milioni di euro con Paesi dal regime autoritario consolidato

L’Italia fa affari con queste dittature

L’Italia fa affari con queste dittature. L’Italia intrattiene rapporti commerciali significativi, del valore di centinaia di milioni di euro, con Paesi caratterizzati da regimi autoritari consolidati. Con la locuzione “regimi autoritari consolidati” ci si riferisce a società chiuse in cui i dittatori impediscono la competizione politica e il pluralismo e sono responsabili di violazioni diffuse dei diritti politici, civili e umani fondamentali.

Scavando nei dettagli dei rapporti commerciali, è emerso che Stato e imprese italiane continuano a lavorare con queste dittature, supportando direttamente o indirettamente regimi spesso associati a repressione e violenza.

L’Italia fa affari con queste dittature

In Italia, si conducono affari con diversi Paesi caratterizzati da regimi politici definiti da Freedom House come autoritari e consolidati.

I paesi:

  • Turkmenistan (Asia)
  • Azerbaigian (Asia)
  • Russia (Europa/Asia)
  • Tagikistan (Asia)
  • Bielorussia (Europa)
  • Uzbekistan (Asia)
  • Kazakistan (Asia)
  • Kirghizistan (Asia)

In tali contesti, le istituzioni politiche sono controllate da dittatori che limitano la competizione politica e il pluralismo, commettendo frequenti violazioni dei diritti politici, civili e umani fondamentali.

Rapporti commerciali Italia-Turkmenistan

Secondo i dati Istat, tra gennaio e novembre 2020, l’Italia ha esportato merci in Turkmenistan per 36,1 milioni di euro e importato per 76,3 milioni di euro, principalmente prodotti derivati dal petrolio. Tuttavia, le statistiche turkmene riportano cifre diverse: 49,7 milioni di dollari per le esportazioni italiane e 23 milioni di dollari per le importazioni.

Il Gruppo ENI, attivo in Turkmenistan dal 2008, mira a rafforzare la sua presenza aumentando gli investimenti e rinegoziando gli accordi con le autorità locali. Anche la RINA è presente nel paese, con uffici ad Ashgabat, partecipando a progetti nel settore energetico. La SACE ha mostrato interesse a finanziare progetti dopo i forum bilaterali del 2018 e 2019.

L’Italia è un partner importante non solo nel settore energetico, ma anche nell’industria pesante, con aziende italiane che hanno contribuito a progetti rilevanti come impianti petrolchimici e infrastrutture. Le autorità turkmene vogliono estendere la cooperazione ad altri settori, tra cui agricoltura, aerospaziale, comunicazioni, infrastrutture, medico-farmaceutico e tessile. Le importazioni di beni di consumo sono limitate a causa delle politiche autarchiche turkmene.

L’Ambasciata italiana, attiva dal 2013, ha promosso la cooperazione economica attraverso forum e scambi di alto livello. Nel novembre 2019, il Presidente del Turkmenistan ha incontrato a Roma il Presidente della Repubblica Italiana, rafforzando la cooperazione economica e strategica. Nel settembre 2020 è stato ratificato un accordo bilaterale per la promozione e protezione degli investimenti, valido per dieci anni con possibilità di proroga di cinque anni.

Rapporti commerciali Italia-Azerbaigian

Le relazioni bilaterali tra Italia e Azerbaigian sono molto positive, alimentate da una forte ammirazione per la cultura italiana e dall’interesse degli studenti azeri per le università italiane, grazie ai sussidi allo studio. L’Italia è stata tra i primi Paesi a stabilire rapporti politici e commerciali con l’Azerbaigian dopo la Prima Guerra Mondiale.

L’Azerbaigian ha recentemente registrato una crescita economica significativa, diventando una delle economie più solide della regione grazie alla ripresa post-pandemica e all’aumento dei prezzi dei prodotti energetici. È uno dei principali fornitori di greggio per l’Italia e, dal 2021, esporta gas in Italia attraverso il gasdotto TAP.

Diverse grandi aziende italiane collaborano allo sviluppo dell’Azerbaigian. Tra queste, Maire Tecnimont è coinvolta nell’ammodernamento della raffineria di Baku, Snam nel gasdotto TAP, Saipem nelle piattaforme off-shore, Eni nell’oleodotto BTC e Technip Italia nel settore petrolchimico.

Nel 2023, gli scambi commerciali tra Italia e Azerbaigian hanno mostrato dati significativi. Nei primi sette mesi del 2023, l’Italia ha esportato beni per circa 198 milioni di euro, principalmente macchinari, apparecchiature elettriche e prodotti chimici. Nello stesso periodo, l’Italia ha importato dall’Azerbaigian beni di grande valore, principalmente petrolio e gas naturale. L’Italia ha ricevuto circa il 45% delle esportazioni totali azere, confermandosi il principale partner commerciale dell’Azerbaigian, seguita dalla Turchia e dalla Grecia.

Rapporti commerciali Italia-Russia

Nel 2023, gli scambi commerciali tra Italia e Russia hanno subito cambiamenti significativi a causa delle sanzioni imposte dall’UE dopo l’invasione dell’Ucraina. Le esportazioni italiane verso la Russia sono calate drasticamente, soprattutto per i prodotti a duplice uso, come materiali nucleari, elettronici e componenti tecnologici. Tuttavia, il settore agroalimentare ha continuato a registrare esportazioni rilevanti.

Le importazioni italiane dalla Russia si sono ridotte notevolmente, soprattutto nel settore energetico, con una diminuzione delle importazioni di gas naturale e petrolio. L’Italia ha compensato parzialmente questa riduzione importando da altri Paesi. Nonostante ciò, si è osservato un aumento significativo delle importazioni di grano dalla Russia, che hanno raggiunto le 445mila tonnellate, un incremento di oltre dieci volte rispetto al 2022.

Per la prima volta, nel 2023, l’Italia ha registrato un saldo commerciale positivo con la Russia, con un surplus di 600 milioni di euro, dovuto alla drastica riduzione delle importazioni italiane dalla Russia, crollate dell’85%.

Rapporti commerciali Italia-Tagikistan

Le relazioni economiche tra Italia e Tagikistan sono limitate, ma hanno guadagnato visibilità grazie al progetto della diga di Rogun condotto da Webuild. A luglio 2022, Webuild ha raggiunto un traguardo cruciale con l’inizio del getto di cemento per la costruzione della diga. Questo progetto idroelettrico, situato a 90 km da Dushanbe, raddoppierà la capacità energetica del Tagikistan grazie alla produzione di energia rinnovabile. Con un’altezza di 335 metri, la diga di Rogun sarà la più alta al mondo, superando la diga di Nurek, anch’essa in Tagikistan.

Nel 2023, l’export italiano verso il Tagikistan ha raggiunto i 31,47 milioni di euro. I principali prodotti esportati includono macchinari, articoli di abbigliamento, prodotti chimici e apparecchiature elettriche. L’import italiano dal Tagikistan è stato di 58,78 milioni di euro, con un aumento del 201,8% rispetto al 2022. I prodotti maggiormente importati sono quelli della metallurgia, articoli di abbigliamento e prodotti delle miniere e delle cave.

Rapporti commerciali Italia-Bielorussia

Le opportunità per le imprese italiane in Bielorussia sono fortemente condizionate dall’incertezza politica ed economica del Paese. Qualsiasi nuovo investimento deve considerare le sanzioni occidentali imposte in risposta alle violazioni dei diritti umani e alla repressione della società civile dopo le elezioni del 2020, nonché al coinvolgimento della Bielorussia nell’invasione russa dell’Ucraina. Anche le contro-sanzioni bielorusse hanno un impatto significativo, vietando l’importazione di alcuni prodotti agroalimentari dai Paesi UE, USA, Regno Unito e Canada, e avvertendo che la lista potrebbe allungarsi in caso di ulteriori sanzioni. Inoltre, il governo bielorusso ha introdotto un divieto per i veicoli commerciali immatricolati nell’UE di circolare nel Paese in risposta al divieto dell’UE per le imprese di trasporto su strada bielorusse di operare nell’Unione.

Il tessuto imprenditoriale italiano in Bielorussia è composto principalmente da piccole e medie imprese, supportate nel tempo dal dinamismo della comunità imprenditoriale italiana. Nel novembre 2017, è stata costituita Confindustria Belarus, in collaborazione con l’Ambasciata d’Italia a Minsk, per aggregare le imprese italiane e le principali associazioni di categoria. La Camera di Commercio Italiana per la Bielorussia, membro fondatore onorario, offre servizi operativi e di assistenza alle imprese attraverso il Centro di Promozione per l’Economia Italiana in Bielorussia, ora collegato a Confindustria.

Nel 2023, l’export italiano verso la Bielorussia è stato di 298,84 milioni di euro, con una crescita dell’8,3% rispetto al 2022. I principali prodotti esportati includono prodotti alimentari (27,37 milioni), macchinari (12,31 milioni) e prodotti chimici (17,04 milioni). Le importazioni italiane sono diminuite del 62,3%, totalizzando 17,06 milioni di euro, con una prevalenza di prodotti chimici (9,59 milioni), macchinari e apparecchiature (1,04 milioni) e articoli in gomma e materie plastiche (0,85 milioni).

Rapporti commerciali Italia-Uzbekistan

Le relazioni commerciali tra Italia e Uzbekistan rappresentano un’opportunità significativa per le aziende italiane grazie al focus dell’Uzbekistan sull’aggiornamento tecnologico e sull’acquisizione di nuove tecnologie. I settori chiave per le esportazioni italiane includono la meccanica strumentale, l’impiantistica e i beni di consumo. Nel 2016, l’ICE ha riaperto un ufficio presso l’Ambasciata d’Italia a Tashkent, consolidando la presenza italiana nel Paese.

Secondo i dati elaborati da ICE su ISTAT, nel 2021 gli scambi commerciali tra Italia e Uzbekistan hanno raggiunto un picco storico, totalizzando 405,7 milioni di euro, con un aumento del 28,0%. Di questi, 365,9 milioni erano esportazioni italiane, mentre 39,8 milioni provenivano dall’Uzbekistan. Il Comitato Statale di Statistica locale ha rilevato che nel 2021 l’Italia è diventata l’11° fornitore dell’Uzbekistan, con la maggior parte delle esportazioni italiane costituita da macchine e impianti, dimostrando la complementarità tra la nostra offerta e la domanda uzbeka di beni strumentali avanzati.

Nel 2023, l’export italiano verso l’Uzbekistan ha raggiunto i 495,95 milioni di euro, con una crescita del 15,91% rispetto all’anno precedente. I principali prodotti esportati sono stati macchinari (221,1 milioni di euro), articoli di abbigliamento (58,39 milioni di euro) e prodotti chimici (21,03 milioni di euro). Le importazioni dall’Uzbekistan sono aumentate del 27,5%, totalizzando 136,99 milioni di euro, con prodotti principali importati tra cui prodotti della metallurgia (89,1 milioni di euro), articoli di abbigliamento (42,6 milioni di euro) e prodotti chimici (11,39 milioni di euro).

Rapporti commerciali Italia-Kazakistan

Dal 1992, i rapporti tra Italia e Kazakistan si sono rafforzati grazie alla politica estera multivettoriale di Astana. Un Trattato di Partenariato Strategico è stato firmato il 5 novembre 2009 durante la visita a Roma del Presidente Nazarbayev per stimolare gli scambi economici. Tra il 2014 e il 2015, l’intesa è stata ulteriormente consolidata attraverso tre incontri tra il Presidente Renzi e Nazarbayev, culminando in un business forum a Milano durante l’Expo 2015, dove sono stati stipulati 25 accordi commerciali per un valore di 500 milioni di dollari. La cooperazione è proseguita con riunioni periodiche della commissione mista bilaterale, l’ultima delle quali si è tenuta a Roma nel 2018, e un business forum a Nur-Sultan nel novembre 2019 durante la visita del Sottosegretario agli Affari Esteri, Manlio Di Stefano.

Dal 2018, l’Italia è il principale destinatario dell’export kazako e il terzo partner commerciale, grazie soprattutto al petrolio estratto dal gruppo ENI nei giacimenti del Mar Caspio. Nel 2019, l’export italiano verso il Kazakistan ha raggiunto 1.088 milioni di euro, principalmente in macchinari e beni strumentali per il settore energetico. Tuttavia, nel 2020, le esportazioni italiane sono calate del 48% a causa della pandemia COVID-19.

Le importazioni di prodotti kazaki hanno registrato una flessione del 40,2%, principalmente a causa della riduzione delle importazioni di petrolio, metalli, carbone e cereali, che rappresentano il 90% dell’export kazako verso l’Italia. Nel 2019, gli investimenti diretti italiani in Kazakistan ammontavano a 671 milioni di euro, con una forte presenza nel settore dell’Oil & Gas grazie all’ENI. Attualmente, circa 170 aziende italiane operano stabilmente in Kazakistan. Gli investimenti kazaki in Italia nel 2019 ammontavano a 101 milioni di euro, con l’acquisizione del Gruppo Todini da parte della holding kazaka Prime Systems nel 2016 come principale investimento.

Rapporti commerciali Italia-Kirghizistan

Il Kirghizistan, membro fondatore della Comunità degli Stati Indipendenti (CSI), ha aderito all’Unione Economica Euroasiatica nel 2015 e al WTO nel 1998. Mantiene relazioni positive con istituzioni finanziarie internazionali come il Fondo Monetario Internazionale, la Banca Mondiale e la Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo, che forniscono importanti finanziamenti. Il bilancio statale dipende significativamente da questi contributi.

Il commercio del Kirghizistan è principalmente con Russia, Cina e Kazakhstan. Le miniere d’oro rappresentano la principale risorsa economica del paese, mentre il tessile e l’agro-industria sono settori chiave. Il paese possiede risorse minerarie (soprattutto oro e carbone) e idriche significative, e ha una posizione strategica centrale nei progetti di collegamento tra Cina ed Europa lungo la nuova “Via della Seta”. Nonostante problemi come alta corruzione, tensioni inter-etniche e una pubblica amministrazione debole, il Kirghizistan ha potenzialità di sviluppo economico e infrastrutturale che potrebbero offrire maggiori opportunità agli investitori stranieri.

Nel 2023, le esportazioni italiane verso il Kirghizistan hanno registrato una crescita significativa, raggiungendo i 213,71 milioni di euro, con un aumento del 241,5% rispetto all’anno precedente. Tra i principali prodotti esportati dall’Italia ci sono macchinari e apparecchiature (66,89 milioni di euro), articoli di abbigliamento (32,63 milioni di euro), prodotti chimici (11,54 milioni di euro) e prodotti elettronici (11,61 milioni di euro). Le apparecchiature elettriche hanno contribuito con 10,52 milioni di euro.

Le importazioni italiane dal Kirghizistan nel 2023 sono diminuite del 30,3%, scendendo a 7,41 milioni di euro. I prodotti della metallurgia rappresentano la maggior parte delle importazioni (6,48 milioni di euro), seguiti dai prodotti alimentari (0,62 milioni di euro) e dai prodotti derivati dalla lavorazione di minerali non metalliferi (0,13 milioni di euro).

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