FonteUfficiale.it “ Le famiglie Rom sono in affari con la ‘ndrangheta? „

La criminalità rom si sta infiltrando sempre di più nelle attività della ‘ndrangheta, fino a diventare un gruppo mafioso autonomo

Le famiglie Rom sono in affari con la ‘ndrangheta? Secondo le indagini delle forze dell’ordine, le famiglie rom stanno acquisendo sempre più potere all’interno della ‘ndrangheta. In particolare, sono attivi in Calabria, dove controllano alcune aree dello spaccio di droga, e a Roma, dove sono stati utilizzati come teste di legno per ripulire i beni dei boss. Le famiglie rom sono anche legate alla ‘ndrangheta in altri paesi europei, come la Germania e la Spagna.

L’ingresso delle famiglie rom nella ‘ndrangheta rappresenta una minaccia per la sicurezza e l’ordine pubblico. Questi gruppi criminali sono noti per la loro violenza e la loro spregiudicatezza. L’intimidazione delle forze dell’ordine e dei giornalisti è un altro aspetto preoccupante della criminalità rom.

Ad esempio, è finito nel mirino Klaus Davi, “reo“, è spiegato nell’ordinanza di custodia cautelare dell’indagine ribattezzata Sinopolini, “di aver attirato l’attenzione sulla ’ndrangheta a Roma, avendo progettato di voler affiggere alle fermate della metropolitana i nomi dei boss calabresi” del calibro di Antonio Carzo e Vincenzo Alvaro, “mettendo in pericolo la loro copertura“. Cosimo Borghetto, indicato come protagonista di alcune guerre di mafia e punto di riferimento dei gruppi rom, poi, in una intercettazione si lascia scappare a proposito di Davi: “Spero che muoia e gli scoppi la pancia“. Davi a metà ottobre si è trovato nella cassetta della posta una busta con dei proiettili da revolver, ovvero dei calibro 9.

Il questore Bruno Megale ha subito spiegato: “Per quanto riguarda la sicurezza dei giornalisti qui a Reggio Calabria c’è massima attenzione“. Anche perché Davi non è l’unico cronista finito nel mirino delle cosche. È il primo, però, forse, ad aver dato fastidio ai gruppi di estrazione rom.

Alcuni dati che confermano la crescente presenza delle famiglie rom nella ‘ndrangheta:

Un’inchiesta antimafia ha ricostruito che i boss Vincenzo Alvaro e Antonio Carzo, ottenuta l’autorizzazione di aprire una propaggine ‘ndranghetista nella Capitale, avrebbero usato i rom come teste di legno, facendo intestare loro nuove licenze per ripulire beni aziendali di imprese ormai compromesse ma anche per “sfuggire a eventuali misure di prevenzione patrimoniali”.

La città di Cosenza e il suo hinterland sarebbero ormai appannaggio della famiglia Abbruzzese, ovvero una costola del clan degli zingari.

A Catanzaro, alcuni quartieri sarebbero nelle mani dei Bevilacqua-Passalacqua, “soggetti stanziali di origine nomade“, spiegano gli inquirenti, “organizzati con le medesime modalità delle associazioni ‘ndranghetistiche“.

Un collaboratore di giustizia ha raccontato che uno degli uomini di peso nell’ambiente rom avrebbe detto: “Io ho cinquecento uomini battezzati di ‘ndrangheta […]“.

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