La seconda vita di alcuni criminali nazisti al servizio di Israele

Nel Dopoguerra alcuni criminali nazisti furono reclutati per operazioni di intelligence da Usa, Urss, Israele e altri Paesi

La seconda vita di alcuni criminali nazisti al servizio di Israele

La seconda vita di alcuni criminali nazisti al servizio di Israele. Lo storico israeliano Danny Orbach ha rivelato un capitolo poco conosciuto della storia della Guerra Fredda, in cui alcuni criminali di guerra nazisti trovarono una seconda vita al servizio di vari servizi segreti, incluso quello israeliano. Attraverso documenti declassificati dal Mossad, dagli archivi tedeschi e statunitensi, Orbach ha ricostruito le storie di decine di nazisti che dopo il 1945 trovarono rifugio in diversi Paesi, incluso il neonato Stato di Israele.

Nonostante la promessa degli Alleati di dare la caccia ai criminali di guerra “fino ai confini della Terra“, molti gerarchi nazisti responsabili dell’Olocausto riuscirono a fuggire grazie alla protezione dell’Unione Sovietica e delle potenze occidentali, che poi li assoldarono negli anni della Guerra Fredda. Il caso più noto è quello di Klaus Barbie, ex comandante della Gestapo francese, reclutato dal controspionaggio statunitense subito dopo il conflitto.

Orbach ha dimostrato che anche Israele, sentendosi accerchiato nel mondo arabo, non esitò ad arruolare ex nazisti per le proprie operazioni di intelligence. Questo aspetto della ricerca di Orbach, riportato nel suo saggio “Fugitives: A History of Nazi Mercenaries During the Cold War“, getta nuova luce su una pagina poco conosciuta della storia della Guerra Fredda, in cui ideologie e alleanze politiche furono spesso scavalcate dalla realpolitik e dal denaro.

Cosa significava essere un nazista durante la Guerra fredda?

Durante la Guerra Fredda, molti ex criminali di guerra nazisti hanno trovato una seconda vita lavorando come mercenari per vari servizi segreti, inclusi quelli israeliani. Lo storico Danny Orbach, basandosi su documenti declassificati della CIA, del Mossad e dell’intelligence tedesca, ha analizzato le storie di numerosi nazisti che, dopo il 1945, hanno offerto i loro servizi a varie nazioni per motivi principalmente economici.

Orbach spiega che i nazisti si divisero in vari gruppi a seconda delle loro inclinazioni ideologiche e pragmatiche. Alcuni, interessati principalmente al denaro, divennero trafficanti d’armi, spie e agenti segreti, collaborando anche con i sovietici, una situazione impensabile durante il nazismo. Altri, più orientati all’anticomunismo che all’antisemitismo, preferirono lavorare con gli americani. Infine, vi erano coloro che, animati dall’odio anti-ebraico, sognavano la creazione di un nuovo Reich per perseguire la loro persecuzione, spingendosi ad avvicinarsi al mondo arabo in conflitto con Israele.

Durante le sue ricerche su un libro sui cacciatori di nazisti, Orbach si è imbattuto nella storia degli ex criminali nazisti arruolati anche dal Mossad. Grazie a documenti d’archivio finora inediti, ha rivelato che il neonato Stato di Israele, sentendosi accerchiato nel mondo arabo, in alcuni casi non esitò ad assumere ex nazisti, spesso per motivi di realpolitik che prevalevano sull’ideologia e sulla ricerca di vendetta per l’Olocausto.

Durante le sue ricerche, lo storico israeliano ha scoperto in modo quasi casuale la storia degli ex criminali nazisti arruolati da Israele. Inizialmente intento a scrivere su un diverso argomento, si è imbattuto nelle attività dei nazisti fuggitivi, coinvolti sia nei servizi di intelligence che nel traffico di armi. Questa scoperta ha rivelato un ruolo inaspettato di questi individui nel conflitto tra Israele e il mondo arabo.

La ricerca di Orbach si basa su documenti d’archivio precedentemente inaccessibili, provenienti dalla CIA, dal Bundesnachrichtendienst e dal Mossad. Questi documenti hanno permesso di gettare luce sulla presenza di almeno quattro ex uomini del Terzo Reich che hanno collaborato attivamente con i servizi segreti israeliani. Orbach non esclude la possibilità che vi siano stati altri casi, ma al momento non dispone di prove sufficienti per confermarlo.

Quanti ex nazisti lavorano per il Mossad?

Secondo le ricerche condotte, almeno 4 uomini del Terzo Reich hanno attivamente collaborato con i servizi segreti di Tel Aviv. Tuttavia, non è escluso che vi siano stati altri casi di ex nazisti impiegati dal Mossad, ma al momento non ci sono prove sufficienti per confermarlo.

Il Mossad e gli altri servizi di intelligence israeliani agivano in modo simile ai servizi segreti occidentali durante la Guerra Fredda. In alcuni casi, l’opportunismo politico e il realismo hanno prevalso sulle considerazioni ideologiche. Questo scenario si è verificato anche perché, durante quel periodo, la Germania e il Giappone sono passati da nemici ad alleati del blocco occidentale, dimenticando rapidamente gli eventi della guerra.

Inoltre, all’epoca non si comprendeva appieno l’entità dell’Olocausto e molti faticavano a accettarne la realtà. Questo contesto storico ha contribuito a creare un ambiente in cui ex nazisti sono stati coinvolti in attività di intelligence per Israele, spesso motivati da opportunità politiche e strategiche più che da considerazioni morali o ideologiche.

Chi erano gli ex nazisti arruolati da Tel Aviv?

Orbach ha avuto accesso a documenti d’archivio finora inediti della CIA, del Mossad e del Bundesnachrichtendienst (intelligence tedesca), che gli hanno permesso di scoprire il ruolo sorprendente di ex criminali nazisti nel conflitto tra Israele e il mondo arabo durante la Guerra Fredda. Sebbene non si possa escludere la presenza di altri casi, al momento lo storico può confermare con certezza solo questi 4 episodi di collaborazione tra ex nazisti e servizi segreti israeliani.

Come detto, almeno 4 ex uomini del Terzo Reich hanno collaborato attivamente con i servizi segreti israeliani dopo la Seconda Guerra Mondiale. Tra questi, il caso più importante e controverso è quello di Walter Rauff, ufficiale delle SS che aveva partecipato allo sviluppo delle camere a gas mobili, utilizzate per uccidere migliaia di ebrei, e allo sterminio degli ebrei francesi.

Nel 1945, Rauff fuggì in Siria, dove venne incaricato dal dittatore Husni Za’im di creare un’unità ispirata alla Gestapo con l’obiettivo di annientare gli ebrei della Palestina, un piano rimasto sulla carta. 4 anni dopo, a seguito di un cambio di governo a Damasco, Rauff fu espulso dalla Siria e cercò di trasferirsi in Sud America. Durante il viaggio in Italia, entrò in contatto con i servizi segreti israeliani, ai quali vendette informazioni per vendicarsi dei siriani, prima di diventare un agente in Egitto.

Nonostante la sua collaborazione con Israele, che includeva la vendita di informazioni per vendicarsi dei siriani, il Mossad tentò di eliminarlo in Cile nel 1980 senza successo. Rauff morì di cancro quattro anni dopo.

Shalhevet Freier, funzionario del ministero degli Esteri israeliano e referente di Rauff, inizialmente non informò i suoi superiori sull’arruolamento dell’ex nazista. Tuttavia, quando si rese conto che il ministero non si opponeva a questa decisione, Rauff fu coinvolto. La breve collaborazione di Rauff con Israele evidenzia una certa flessibilità morale da parte del Paese nel trattare con ex nazisti, nonostante il tentativo di eliminare Rauff in seguito.

Gli altri nomi:

Otto Skorzeny è noto per aver guidato missioni rischiose durante la guerra, tra cui la liberazione di Benito Mussolini sul Gran Sasso nel settembre 1943.

Dopo la guerra, Skorzeny divenne un mercenario e trafficante d’armi, lavorando inizialmente per i siriani e successivamente per gli egiziani, coinvolgendosi negli affari con i consulenti tedeschi del programma missilistico del Cairo. La sua abilità lo rese una delle spie più competenti al mondo.

Nel 1960, il Mossad considerò inizialmente di eliminare Skorzeny, ma successivamente decise che sarebbe stato più utile vivo e optò per il suo reclutamento. Questa decisione richiese un cambio di leadership all’interno del Mossad e l’approvazione del Primo Ministro David Ben-Gurion, preoccupato dal programma missilistico del presidente egiziano Nasser. Fu Avraham Ahituv, futuro direttore dello Shin Bet, il servizio di sicurezza interna, a incontrare Skorzeny a Madrid e a reclutarlo con l’incarico di sabotare i programmi missilistici dell’Egitto.

Durante la sua collaborazione con il Mossad, Otto Skorzeny non si lasciò convincere dal denaro. Secondo un rapporto interno del Mossad, Skorzeny non chiese compensi finanziari, ma espresse il desiderio di essere rimosso dalla lista dei criminali ricercati redatta da Simon Wiesenthal. Nonostante la sua richiesta non fosse stata accolta, Skorzeny continuò a collaborare con il Mossad fino alla sua morte avvenuta per cancro in Spagna nel 1975.

Perché questi articoli...

A differenza di qualsiasi altro sito di notizie che tende a raccontare le cose da un punto di vista di parte, Fonte Ufficiale cerca di spiegare i fatti in modo neutrale. Questa è e sarà sempre la nostra linea editoriale.

Seguiamo molte testate giornalistiche e siti di informazione per avere molteplici punti di vista, comprendere meglio la situazione che ci circonda e riuscire a spiegare bene le cose a voi che leggete. Studiamo lo stile nella comunicazione, studiamo i contenuti, cerchiamo di capire quali sono le notizie più importanti, quali interessano di più e quali di meno.

Quando, però, troviamo quelli che possono essere considerati dei veri e propri "scoop giornalistici" li inseriamo in questa categoria. In questo caso le parole utilizzate potrebbero essere meno neutrali.

Potrebbero interessarti anche questi articoli:

L'informazione è di parte! Ci sono giornali progressisti e giornali conservatori. La stessa notizia ti viene raccontata in modo diverso. Se cerchi un sito che ti spieghi le cose con semplicità, e soprattutto con imparzialità, allora questo è il posto giusto per te. Cerchiamo notizie e fatti social del momento e li rimettiamo in circolo, senza giri di parole e senza influenzarti con le nostre opinioni.

FONTEUFFICIALE.it riassume le notizie pubblicate dalle agenzie di stampa e da altri media autorevoli (come Ansa, Agi, AdnKronos, Corriere della Sera, ecc..), quindi non è direttamente responsabile di inesattezze. Se, però, ritieni che un nostro articolo debba essere modificato o eliminato puoi farne richiesta [ scrivendo qui ].

Per ricevere i nostri aggiornamenti e restare informato ti invitiamo a seguirci sul nostro profilo ufficiale di Google News.