Il governo canadese consentirà la morte assistita per le persone la cui unica condizione è una malattia mentale
In Canada diventerà legale il suicidio assistito dei malati di mente? Dal 2023 il Canada diventerà il terzo paese al mondo (dopo Belgio e Paesi Bassi) dove è legale che lo psichiatra ti accompagni alle morte. Depressione, disturbo bipolare, disturbi della personalità, schizofrenia, disturbo da stress post-traumatico o qualsiasi altra afflizione mentale. Se il tuo medico ti ritiene idoneo, sarai accompagnato alla morte.
Il 17 marzo del 2021, il Senato canadese ha approvato il “Bill C-7“: una norma che estende il suicidio assistito anche a chi si trovi in uno stato di “sofferenza insopportabile” e non sia vicino al termine naturale della vita. Tale estensione vale anche per le persone con disabilità, compreso chi soffre di una malattia mentale, ma non è malato terminale.
Heidi Janz, docente di Etica nell’Università dell’Alberta di Edmonton e presidente del Comitato etico per il fine vita del Consiglio dei canadesi con disabilità, lei stessa affetta da disabilità, definisce la norma “irresponsabile ed estremamente immorale“.
Diversi gruppi che lottano per i diritti delle persone con disabilità si sono opposti a questa deriva: il timore di queste persone è di essere messe sotto pressione affinché, direttamente o indirettamente, mettano fine alla propria vita in maniera prematura.
Il 7 giugno del 2016, il Senato canadese votò a favore della legalizzazione del suicidio assistito, proposta dal governo del premier Justin Trudeau. Già all’epoca le linee guida della Commissione parlamentare incaricata della questione prevedevano la possibilità della morte assistita anche per le persone affette da patologie non terminali e di origine non solo fisica, bensì anche psicologica. Dopo alcune revisioni, si decise di legalizzare il suicidio assistito “solo” per quegli adulti consenzienti la cui morte fosse “ragionevolmente prevedibile“.
Ora i canadesi a cui venga riconosciuto un male insopportabile e i soggetti con disabilità che non siano prossimi alla fine naturale hanno il “diritto” di chiedere assistenza medica per morire.
Dal Centro per la dipendenza e la salute mentale di fama mondiale (CAMH), all’Associazione canadese per la prevenzione del suicidio, gli esperti avvertono che è impossibile prevedere “l’irrimediabilità” della malattia mentale. I critici citano il rapporto stilato dall’associazione medica del Québec nel 2020. Nel rapporto è riconosciuto che chi potrebbe ottenere l’assistenza alla morte per malattia mentale, avrebbe grandi possibilità di “riacquistare il desiderio di vivere in un momento futuro“. In parole povere, il desiderio di morte rimane tale, un desiderio. Quindi “gli psichiatri dovranno rispondere a questa domanda ogni volta che valuteranno una richiesta“. Non solo il consenso informato non servirà a nulla (perché si tratta di pazienti mentalmente instabili), ma si tratterà di una decisione etica e non scientifica.
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