In Italia, banche occulte cinesi e italiane offrono “pacchetti” per creare fondi neri, non pagare l’Iva e portare piccoli capitali all’estero (spesso proprio in Cina) in cambio intascano provvigioni del 5-15%
Gli evasori italiani usano anche un “sistema criminale” di banche occulte cinesi. Nel corso del 2023, oltre un terzo delle indagini condotte dalla Procura europea (EPPO) sulle frodi fiscali legate all’IVA nei paesi dell’Unione Europea ha riguardato esclusivamente l’Italia. Questo ha portato a stimare un danno di 5,2 miliardi di euro, su un totale di 6,3 miliardi registrati in tutti gli altri 21 paesi membri dell’EPPO. Questo dato assume un’importanza significativa nell’ambito della politica fiscale nazionale, considerando che negli ultimi tre anni i procedimenti relativi all’IVA sono aumentati del 157%, con un aumento del valore del 300% tra il 2022 e il 2023.
Le indagini condotte presso gli uffici giudiziari italiani hanno portato alla luce l’esistenza di un “sistema” criminale che ha saputo adattarsi alle esigenze dei piccoli e medi evasori, che spesso non possono permettersi complesse operazioni di evasione fiscale simili a quelle emerse nel caso dei “Panama Papers“.
Questo “sistema” coinvolge delle “agenzie di servizi” che operano nel cosiddetto “underground bank“, un sistema di banca occulta, gestito da organizzazioni criminali ramificate. Queste agenzie offrono a prezzi accessibili schemi di finanza illecita che in passato erano prerogativa di realtà economicamente più strutturate.
In diverse regioni italiane, tra cui Lombardia, Emilia-Romagna e Marche, sono emerse centrali di queste agenzie che offrono pacchetti su misura per aggirare le normative fiscali e antiriciclaggio, rivolgendosi a piccoli imprenditori spesso privi di scrupoli.
Particolarmente significativa è l’attività scoperta a Milano, gestita da soggetti cinesi, che concentra un elevato numero di operazioni “cartolari” coinvolgendo fatture false e capitali illeciti legati alle partite IVA di tutta Italia. Attività simili sono state riscontrate anche in altre regioni, con coinvolgimento sia di cittadini cinesi che italiani, alcuni dei quali in connessione con organizzazioni criminali come ‘ndrangheta e camorra.
Le “agenzie” offrono servizi per micro-operazioni a partire da 15-20mila euro, consentendo la costituzione di fondi neri e il riciclaggio di capitali illeciti. Il tutto avviene attraverso la creazione di fatture false, che vengono utilizzate per abbattere l’imponibile IVA e riciclare denaro proveniente da attività illecite, tutto questo mediante una commissione che può variare dal 5 al 15% dell’importo del capitale coinvolto.
Un’analisi condotta da Il Sole 24 Ore ha evidenziato l’impiego di società cartiere, ossia società puramente formali che emettono fatture per operazioni inesistenti, sia in Italia che all’estero. Queste società sono utilizzate per creare una sorta di cocktail di capitali, unendo denaro lecito e illecito.
Il sistema prevede la creazione di una base documentale per giustificare il riciclaggio di denaro sporco, il tutto attraverso una serie di transazioni finanziarie complesse che coinvolgono società cartiere italiane e straniere. In alcuni casi, il denaro viene reinvestito in Cina, mentre parte rientra in Italia per finanziare attività illegali.
L’indagine su questo sistema è ancora in corso, ma già emerge un quadro allarmante delle attività illecite legate alle frodi fiscali tra Italia e Cina, con gravi implicazioni per l’integrità del sistema finanziario e la lotta alla criminalità organizzata.
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