Furono i russi o gli ucraini a liberare Auschwitz dai nazisti?

Non furono né i russi né gli ucraini a liberare Auschwitz, ma la Grande Armata Rossa dell’ex Unione Sovietica

Furono i russi o gli ucraini a liberare Auschwitz dai nazisti?
Furono i russi o gli ucraini a liberare Auschwitz dai nazisti? La polemica sull’esclusione della Russia dalle celebrazioni per il 75° anniversario della liberazione di Auschwitz ha lasciato il posto alla riflessione sull’importanza della memoria del genocidio rappresentato dal campo di sterminio. La memoria è malleabile, ma la storia è basata su fonti fattuali verificate. Il Giorno della Memoria deve essere affrontato alla luce della storia e non sulla base di interpretazioni di comodo. Una di queste interpretazioni, influenzata dalla guerra in corso, vorrebbe che siano stati gli ucraini a liberare Auschwitz. Tuttavia, non è proprio così.

Chi ha liberato Auschwitz?

Il 27 gennaio 1945 le truppe sovietiche liberarono il campo di concentramento di Auschwitz, comandate da Anatolij Shapiro, un ebreo ucraino che comandava un reparto di 900 uomini, che faceva parte del Fronte Ucraino, composto principalmente da soldati ucraini. Circa il 40% dei soldati del Fronte proveniva dall’Ucraina, con alcuni battaglioni che erano composti al 60% da ucraini.

Quindi, il battaglione che liberò Auschwitz era composto principalmente da soldati ucraini, ma mettere l’accento sulla loro provenienza etnica è fuorviante. L’Armata Rossa aveva un carattere sovranazionale, quindi non si può leggere l’evento in chiave nazionalistica. Inoltre, molti ebrei (russi, ucraini e bielorussi) aderirono e sostennero i bolscevichi, il cui sacrificio non può essere visto in termini nazionalistici.

Porre l’accento sulle nazionalità dei soldati che liberarono Auschwitz rischia di essere un esercizio di revisionismo e di avere un’ottica nazionalista. Il Fronte Ucraino, composto anche da ebrei e da persone che combatterono contro i partigiani nazionalisti ucraini, rappresentava un carattere sovranazionale e non può essere visto in un’ottica nazionale. Porre l’accento sulle nazionalità di allora potrebbe essere un modo per legittimare posizioni politiche attuali, ma non è accettabile se fatto da personalità non coinvolte nel conflitto (come noi occidentali).

Nessuno ordinò di liberare Auschwitz

I soldati sovietici che liberarono Auschwitz non erano informati del luogo come campo di concentramento e sterminio. I documenti che preparavano l’operazione non menzionavano il luogo. 4 soldati sovietici si imbatterono accidentalmente nel campo senza sapere cosa fosse. I soldati provarono imbarazzo e vergogna di fronte alla scena funerea.

La liberazione di Auschwitz fu, quindi, un evento casuale che avvenne durante l’avanzamento delle truppe verso Oświęcim. 4 soldati sovietici si imbatterono nel campo senza sapere cosa fosse. Successivamente, altre truppe, tra cui quelle di Shapiro e del Fronte Ucraino, liberarono il campo.

Non era stato inserito tra gli obiettivi della guerra a causa dell’antisemitismo personale di Stalin, come citato dalle memorie del comandante Vassilj Petrenko. Questo ridimensiona la retorica della liberazione del campo, poiché si sapeva tutto su Auschwitz ma non era stato inserito come obiettivo.

Auschwitz paradigma del male

La liberazione di Auschwitz e la vittoria sul nazifascismo sono stati utilizzati come strumento di propaganda da parte del governo russo. Inoltre, la dimensione simbolica di Auschwitz come paradigma dell’orrore assoluto è stata usata per fare confronti con altri eventi violenti.

La mancata inclusione nei celebrazioni della memoria di Auschwitz è un segnale forte inviato a un governo che ha riportato la guerra in Europa. Tuttavia, paragonare la situazione attuale in Ucraina alla Shoah e la Russia di Putin alla Germania nazista non aiuta a capire la specificità della guerra attuale.

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