Secondo “La Verità”, i maggiori sospetti ricadono su un dirigente del DIS che avrebbe rapporti datati con una delle giornaliste che hanno pubblicato l’articolo
Chi c’è dietro la “lista dei Putiniani d’Italia” del Corriere della Sera? Dopo che il Corriere della Sera ha pubblicato la lista di nomi dei cosiddetti “Putiniani d’Italia“, è partita la caccia alla talpa che ha consegnato ai giornalisti il report riservato. Secondo “La Verità“, i maggiori sospetti ricadono su un dirigente del DIS che avrebbe rapporti datati con una delle giornaliste che hanno pubblicato l’articolo.
I presunti documenti dei Servizi Segreti riguardanti i nomi della famosa lista, sono classificati con il grado più basso di segretezza, in una scala di 5 (riservato, riservatissimo, segreto, segretissimo, segretissimo Nato), e riguardano coloro che farebbero della presunta disinformazione in Italia a vantaggio della Russia.
Chi è la talpa?
Alle varie riunioni sulla cosiddetta “minaccia ibrida della disinformazione“, dal 2019 ad oggi avrebbero partecipato esponenti degli apparati di sicurezza (Dis, Aisi e Aise), dei ministeri degli Affari esteri, dell’Interno, della Difesa e dello Sviluppo economico, del Dipartimento dell’informazione e dell’editoria (che dipende da Palazzo Chigi), dell’agenzia per la cybersicurezza nazionale e dell’Agcom.
Non è detto, però, che il documento sulla lista dei cosiddetti “Putiniani d’Italia” sia stato consegnato ai giornali da uno dei partecipanti alle riunioni, ma potrebbe anche essere uscito dalla sede del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, dove si riunisce il gruppo di lavoro.
Cos’ha detto Franco Gabrielli
Il sottosegretario Franco Gabrielli, dopo aver negato dossieraggi di semplici cittadini, di giornalisti o di politici, ha, però, dichiarato che “è una cosa gravissima e che ha creato grande discredito. Ovviamente per chi mi conosce sa che nulla rimarrà impunito“. Gabrielli ha spiegato di sentire di doverlo fare per il Paese, tutelando la credibilità della nostra intelligence, specificando che nella stessa “ci sono persone di cui volentieri faremmo a meno“.
L’ex direttore del SISDE e dell’AISI ha, poi, aggiunto che “le persone citate nel bollettino lo sono con riferimento a due vicende molto specifiche non alle loro opinioni”, e che si tratta di “un lavoro di intelligence su fonti aperte“.
Infine, a proposito della disinformazione, l’ex capo della Polizia ha detto che “le opinioni anche quelle non consone ai propri pensieri devono essere sempre rispettate. Cosa diversa sono le fake news e l’attività volta a una diversa” e non meglio identificata “orchestrazione“, di qualche rete straniera, che, qualora individuata, “potrebbe essere oggetto di un’attività di altro tipo“.
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