Agenda 2030: l’ONU vuole approvare al più presto il “Patto per il futuro”

Il 22 e 23 settembre i membri delle Nazioni Unite si incontreranno a New York con lo scopo di approvare il “Patto per il futuro”, un documento che si propone di accelerare il completamento degli “obiettivi si sviluppo sostenibile” contenuti nell’Agenda 2030

Agenda 2030: l'ONU vuole approvare al più presto il Patto per il futuro

Agenda 2030: l’ONU vuole approvare al più presto il “Patto per il futuro”.
Il 22 e 23 settembre, i membri delle Nazioni Unite si riuniranno a New York per discutere e approvare il “Patto per il futuro“, un documento finalizzato ad accelerare il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile previsti dall’Agenda 2030. L’incontro si propone di avviare una riforma profonda del funzionamento dell’ONU, rendendolo più adeguato a una “governance globale“. Nell’ultima bozza del documento, risalente al 27 agosto, si afferma: “Oggi il nostro sistema multilaterale, costruito all’indomani della Seconda guerra mondiale, è sottoposto a una tensione senza precedenti. (…) Una trasformazione della governance globale è essenziale per assicurare che i progressi positivi che abbiamo visto negli ultimi decenni di lavoro delle Nazioni Unite non si disfacciano. Non permetteremo che ciò accada”.

La spinta verso questa riforma radicale viene giustificata dalla necessità di affrontare le crisi ed emergenze globali che, secondo il documento, si prospettano nei prossimi anni. Si parla di “shock globali complessi” che avranno “conseguenze negative e dirompenti per una parte significativa dei Paesi e della popolazione mondiale”. Tali sfide, sempre secondo il documento, richiedono una risposta coordinata che coinvolga governi e società su più livelli.

Per far fronte a queste crisi potenziali, viene proposta l’istituzione di “piattaforme di emergenza“, che sarebbero gestite sotto il coordinamento dell’ONU e delle sue agenzie specializzate. Il documento chiarisce che tali piattaforme avrebbero una durata limitata nel tempo. Tuttavia, ci si interroga su quali basi un’emergenza globale, come quella climatica, possa essere dichiarata e successivamente revocata, dato che diverse organizzazioni, come la “Climate Governance Commission” e il “Club di Roma“, invocano da tempo l’urgenza di agire in questo ambito.

Oltre a queste nuove strutture decisionali, il documento promuove anche il rinnovamento dell’attuale architettura finanziaria internazionale, con l’obiettivo di garantire e aumentare i finanziamenti per lo sviluppo sostenibile e per l’azione contro il cambiamento climatico. In questo contesto, viene menzionato più volte il ruolo cruciale che le “Banche di sviluppo multilaterali” dovrebbero avere nell’attuazione dell’Agenda 2030.

In un rapporto del maggio 2023, il segretario generale dell’ONU, António Guterres, aveva già sottolineato il ritardo nell’attuazione dell’Agenda 2030, invitando i membri delle Nazioni Unite a intraprendere “profonde riforme dell’architettura finanziaria internazionale attraverso un nuovo momento Bretton Woods“. Guterres faceva inoltre riferimento ai Diritti Speciali di Prelievo (DSP), una sorta di “asset di riserva internazionale” emesso dal Fondo Monetario Internazionale. Alcuni osservatori ritengono che in futuro i DSP potrebbero evolversi fino a diventare una vera e propria valuta di riserva internazionale.

Un altro tema toccato nel documento riguarda la salute, con particolare attenzione ai bambini e ai giovani. Al punto 37 si legge: “Accelerare gli sforzi per raggiungere una copertura sanitaria universale per garantire che tutti i giovani godano del più alto standard raggiungibile di salute fisica e mentale, comprese vaccinazioni, salute sessuale e riproduttiva“.

I lavori per l’approvazione del “Patto per il futuro” inizieranno con un discorso del segretario generale, che aprirà l’Assemblea plenaria dedicata alla discussione del documento. Questo tema, tuttavia, non ha ancora trovato ampia eco né nei media tradizionali né in quelli indipendenti. Nonostante il “Patto per il futuro” non abbia lo stesso potere vincolante del “Trattato pandemico” promosso dall’OMS, alcuni osservatori sollevano preoccupazioni riguardo al possibile impatto che potrebbe avere sulla sovranità degli Stati membri.

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