A quali giornali è stato dato il “Contributo a fondo perduto per gli investimenti in tecnologie innovative”

Il Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria della Presidenza del Consiglio dei ministri ha reso pubblico l’elenco dei soggetti a cui è stato assegnato il contributo per gli investimenti in tecnologie innovative 2022

A quali giornali è stato dato il Contributo a fondo perduto per gli investimenti in tecnologie innovative

A quali giornali è stato dato il “Contributo a fondo perduto per gli investimenti in tecnologie innovative”. Il Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria della Presidenza del Consiglio dei ministri ha reso pubblico l’elenco dei soggetti a cui è stato assegnato il contributo per gli investimenti in tecnologie innovative 2022. Questa iniziativa, inserita in un più ampio decreto varato il 28 settembre 2022, prevede finanziamenti per un totale di 90 milioni di euro. Tuttavia, l’analisi dell’elenco dei beneficiari ha sollevato dubbi riguardo alla distribuzione equa di tali fondi, evidenziando una tendenza a favorire le grandi realtà dell’editoria italiana.

Dei 7,5 milioni di euro destinati agli “investimenti delle imprese editoriali di giornali e periodici“, la maggior parte dei finanziamenti verrà assegnata a pochi soggetti, tra cui i colossi RCS (editore del Corriere della Sera) e GEDI (editore di La Stampa e Repubblica), nonché alle principali agenzie di stampa del Paese. Questo ha sollevato critiche riguardo alla distribuzione iniqua dei fondi pubblici nel settore dell’informazione, con una predominanza di risorse destinate alle grandi realtà editoriali a discapito di realtà più piccole e indipendenti.

La lista dei beneficiari, pubblicata domenica 26 aprile, sembra favorire i grandi gruppi editoriali. Ad esempio, GEDI News Network e RCS Mediagroup hanno ricevuto una percentuale significativa dei finanziamenti totali, con oltre il 35% del totale. Anche altri grandi gruppi come Sole24Ore e Maggioli, insieme alle principali agenzie di stampa del Paese, hanno ricevuto una parte consistente dei finanziamenti.

Questo approccio alla distribuzione dei fondi pubblici solleva preoccupazioni riguardo l’indipendenza dell’informazione in Italia. Infatti, sebbene il panorama mediatico italiano sia spesso lodato per la sua presunta varietà, l’assegnazione predominante dei finanziamenti alle grandi realtà editoriali potrebbe minare la pluralità e l’equilibrio nell’accesso alle informazioni. Inoltre, ciò solleva dubbi sulla reale destinazione dei fondi, che sembrano essere principalmente diretti a sostenere i grandi media che stanno affrontando difficoltà finanziarie e una diminuzione dei lettori.

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