Il voto di ieri alla Camera ha segnato la fine del legame tra il Partito Democratico e le cooperative che gestivano i servizi di Montecitorio, come la buvette e le pulizie. La nuova società in house, voluta dal questore Paolo Trancassini (FdI), riassumerà 325 lavoratori, con proteste dal M5S e PD che hanno denunciato un “colpo di mano del centrodestra”
Il voto di ieri alla Camera ha segnato la fine del legame tra il Partito Democratico e le cooperative che gestiscono i servizi di Montecitorio, come la buvette e le pulizie. La nuova società in house, voluta dal questore Paolo Trancassini (FdI), internalizzerà questi servizi a partire dal 2 settembre, riassorbendo 325 lavoratori tra camerieri, addetti alle pulizie e facchini. Le proteste più forti sono arrivate dal Movimento 5 Stelle e dal Partito Democratico, con il deputato Stefano Vaccari che ha denunciato un “colpo di mano del centrodestra” e ha criticato le bugie diffuse durante il dibattito parlamentare.
Vaccari ha un legame personale con il mondo delle cooperative, avendo lavorato per Unieco, una cooperativa di Reggio Emilia. La Cirfood, che ha gestito la ristorazione della Camera, è una delle cooperative più colpite dalla riforma. Anche la Colser, specializzata nelle pulizie, è stata estromessa. La nuova società in house è stata approvata nell’ambito del bilancio interno della Camera, con stanziamenti di circa 14 milioni di euro.
Il vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli (FdI), ha espresso sorpresa per la mancanza di sostegno trasversale alla creazione della nuova società, sottolineando che il problema dei salari bassi e del precariato è stato ignorato dalla sinistra per anni.
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