Virginia Raggi: “M5S torni a idea originale”

Virginia Raggi: “Il Movimento nasce come idea, come metodo, come possibilità e io credo che oggi ci sia bisogno di tornare a quel metodo e a quel laboratorio, altrimenti si diventa solo la brutta copia degli altri partiti”

Virginia Raggi: M5S torni a idea originale

Virginia Raggi, ex sindaco di Roma ed esponente del Movimento 5 Stelle, ha rilasciato un’intervista che andrà in onda stasera nel programma “A casa di Maria Latella” su RaiTre. Durante l’intervista, Raggi ha parlato del suo ingresso nel Movimento, avvenuto nel 2010-2011, quando il M5S rappresentava un’idea di politica diversa, orientata a unire buone idee e superare ideologie per lavorare concretamente per il benessere dei cittadini. Ha sottolineato che la sua scelta di entrare in politica era legata a questo progetto e ha espresso la necessità di tornare a quel metodo originale, avvertendo che senza questa direzione il Movimento rischia di diventare una copia dei partiti tradizionali.

“Sono entrata nel Movimento, nel 2010-2011, quando rappresentava un’idea diversa di fare politica. Proviamo a fare politica mettendo insieme le buone idee e superando determinate ideologie e cerchiamo di lavorare concretamente per il benessere dei cittadini. Io ho deciso di entrare in politica per quel progetto, in quello mi riconosco. Se avessi voluto fare politica per fare politica forse sarei entrata in un partito. Io ho fatto una scelta diversa. Il Movimento nasce come idea, come metodo, come possibilità e io credo che oggi ci sia bisogno di tornare a quel metodo e a quel laboratorio, altrimenti si diventa solo la brutta copia degli altri partiti.”

Raggi ha anche discusso il suo rapporto con Beppe Grillo, affermando che si sentono regolarmente e che si sono scambiati auguri per le vacanze. Ha spiegato che il Movimento ha attualmente uno statuto che regola le sue attività e ha commentato che se questo statuto conferisce poteri a Grillo, lui ha il diritto di esercitarli. Ha espresso preoccupazione riguardo alla possibilità di conflitti legali tra Grillo e Giuseppe Conte, affermando di non voler essere coinvolta in questioni legali e di essere turbata dalla situazione.

“Con Grillo ci sentiamo più o meno regolarmente, ci siamo fatti gli auguri per le vacanze. Oggi – prosegue – il M5S ha uno statuto che è una sorta di regolamento che disciplina cosa si può fare e cosa non si può fare nel M5S. Se questo statuto dà a Beppe Grillo dei poteri e lui li esercita fa bene. La cosa più brutta è trasformarsi in quello che si è sempre detto di voler combattere, è terribile.” E se ci fosse una questione legale, a colpi di carte bollate tra Grillo e Conte? “Sicuramente non sarei io l’avvocato”, prova a ironizzare Raggi, che però torna subito seria: “La questione mi lascia un po’ scossa, turbata. Mi dispiace molto, da persona che ha creduto molto e crede nel Movimento. Se si arriverà alle carte bollate se la vedranno gli avvocati.”

Raggi ha dichiarato di non credere nell’idea di un “campo largo” e ha evidenziato che il Movimento è nato come alternativa al sistema bipolare, che sta tornando a essere forte. Ha notato che molti elettori si sono allontanati dal M5S a causa di decisioni poco chiare e ha avvertito che continuare su questa strada non attirerà nuovi sostenitori.

“Non credo all’esperimento del campo largo, in questo percorso. Il Movimento è nato con una missione totalmente diversa, quella di presentarsi come alternativa al sistema all’epoca bipolare, ma il bipolarismo sta tornando forte. Rappresentava un’alternativa per tanti elettori che non si riconoscevano più né a destra né a sinistra. Abbiamo sempre combattuto i partiti tradizionali quindi oggi andare a braccetto direttamente con loro francamente mi sembra una regressione totale, quasi un tradire la missione del Movimento.”

“Moltissimi elettori si sono allontanati perché il M5S ha iniziato a compiere una serie di movimenti non chiari, e continuare a rimanere in quell’ambito non credo avvicinerà altri elettori. Anzi, li farà allontanare. Perché un elettore tra un partito di sinistra, storico, radicato sul territorio come è sicuramente il Pd, e il M5S che si ricicla come partito di sinistra, forse sceglie l’originale e non la copia.”

Riguardo a Giorgia Meloni e Elly Schlein, Raggi ha riconosciuto che ci sono differenze politiche significative tra di loro, ma ha anche descritto Meloni come una donna tenace che ha saputo far crescere il suo partito dal 4% fino a governare il Paese. Ha anche menzionato Schlein, affermando di sentirsi lontana da entrambe.

“Premesso che ci sono delle differenze politiche incolmabili, Giorgia Meloni per me – continua la M5S – è una donna molto tenace che sa quello che vuole e che è riuscita, dal 4% del suo partito, quando era all’opposizione, ad arrivare a governare un Paese. Nel bene e nel male è tenace e determinata. Schlein è riuscita contro tutti i pronostici a riprendersi il partito e riportarlo un po’ più a sinistra di quanto non lo avessero fatto i suoi predecessori, però mi sento francamente molto lontana da entrambe.”

Infine, Raggi ha parlato della sua decisione di dire “no” alle Olimpiadi di Roma, spiegando che le condizioni economiche della città erano molto difficili, con un debito di 13 miliardi di euro. Ha sottolineato che le spese per le Olimpiadi avrebbero ricadute finanziarie sui cittadini romani già gravati da debiti. Ha ricordato che anche Mario Monti aveva preso una decisione simile in passato e che, mentre lui era stato acclamato, lei era stata criticata per le stesse motivazioni.

“No perché Roma aveva delle condizioni totalmente diverse. Le condizioni economiche di Roma quando mi sono insediata erano di un debito di 13 miliardi di euro, di cui un miliardo deriva ancora dagli espropri delle Olimpiadi del ’60. Il Cio copriva fino a 3mld, tutte le eccedenze sarebbero ricadute sui cittadini di Roma capitale che già sono indebitati fino al 2048. Paghiamo una addizionale Irpef più alta di tutti gli italiani per ripagare il debito e dovevamo allungarlo ancora di più? Io non me la sono sentita e ricordo che prima di me lo stesso stop fu dato da Monti, che fu acclamato come uno statista. Quando l’ho detto io per le stesse motivazioni fui insultata…”

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