Il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, ha annunciato l’avvio di un progetto sperimentale che introdurrà l’intelligenza artificiale in 15 classi per un periodo di due anni
Il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, ha annunciato l’avvio di un progetto sperimentale che introdurrà l’intelligenza artificiale in 15 classi per un periodo di due anni. La sperimentazione coinvolgerà studenti di seconda media e di prima e quarta superiore in 4 regioni: Lombardia, Toscana, Lazio e Calabria.
L’obiettivo principale dell’iniziativa è ridurre il divario tra gli studenti con buoni risultati e quelli in difficoltà, personalizzando la didattica grazie all’ausilio dell’AI. Paolo Branchini, consigliere del ministro e docente, ha spiegato che il software sarà in grado di segnalare eventuali difficoltà di apprendimento sia al docente in classe che all’alunno interessato.
Il progetto prevede l’uso di assistenti virtuali integrati in Google Workspace, una piattaforma di lavoro e collaborazione online. Questi assistenti sono progettati per supportare in particolare le materie Stem (scienze, tecnologia, ingegneria e matematica) e le lingue.
Lo studio di Benjamin S. Bloom del 1984 ha dimostrato che la presenza di assistenti umani in classe porta a un significativo miglioramento dei risultati degli studenti. L’obiettivo del Ministero è replicare questi benefici sostituendo gli assistenti umani con quelli virtuali, grazie ai progressi tecnologici.
Nella sperimentazione, ogni studente della classe selezionata avrà a disposizione un assistente virtuale, che lavorerà al fianco del docente senza appesantirne il carico di lavoro quotidiano. L’Invalsi avrà il compito di monitorare e valutare l’efficacia dell’esperimento, analizzando i progressi delle classi dotate di assistenti virtuali rispetto a quelle tradizionali.
Se l’esperimento biennale confermerà i risultati positivi dello studio di Bloom, a settembre 2026 l’intelligenza artificiale potrebbe essere estesa a tutte le scuole. Tuttavia, come evidenziato dallo stesso Branchini, “Al momento non ci sono evidenze dirette con assistenti basati su AI. Per questo la sperimentazione serve a chiarire se funziona, ma anche con quali limiti”.
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