Vieta alle cassiere del supermercato di andare in bagno e viene sospesa

La direttrice: “Basta, sono stufa di vedere dipendenti che lasciano la cassa per andare in bagno. Tranne che avete il ciclo oppure vi state pisciando addosso, in bagno non si va più, perché io sono stufa di non capire chi ho in cassa”

Vieta alle cassiere del supermercato di andare in bagno e viene sospesa

In provincia di Torino, presso un punto vendita Md di Brandizzo, si è scatenata una polemica a causa di un messaggio della direttrice del supermercato, Luana Perna, che ha vietato alle cassiere di andare in bagno durante l’orario di lavoro. Questo ha portato alla sospensione della direttrice e a una protesta che si svolgerà giovedì 20 giugno.

La direttrice ha urlato ai dipendenti: «Basta, sono stufa di vedere dipendenti che lasciano la cassa per andare in bagno. Tranne che avete il ciclo oppure vi state pisciando addosso, in bagno non si va più, perché io sono stufa di non capire chi ho in cassa. Sono stufa di vedere apri e chiudi, apri e chiudi la cassa». I dipendenti, che affermano di subire maltrattamenti e umiliazioni da parte della direttrice da un anno e mezzo, hanno deciso di denunciare il caso ai sindacati.

Secondo i sindacati, il divieto di andare in bagno rappresenta solo la punta dell’iceberg. Nel punto vendita di Brandizzo lavorano 26 dipendenti, la maggior parte dei quali sono donne, alcune anche giovani. La situazione di malcontento è peggiorata da quando Luana Perna ha assunto la direzione del supermercato, portando a un ambiente lavorativo difficile.

Le parole della direttrice sono state registrate da un dipendente e poi pubblicate sui social network, dove il video è diventato rapidamente virale, scatenando molte reazioni negative. Tra i commenti, alcuni utenti hanno paragonato il divieto a pratiche medievali o a metodi di lavoro degli anni Cinquanta.

Maria Rosaria Caglioti, delegata sindacale, ha raccontato le difficoltà all’interno del negozio: «Io ho un certificato del dottore che mi permette di andare in bagno ogni due ore. Posso sedermi in cassa e ho a disposizione dieci minuti di pausa. Ma per ottenere questi diritti ho dovuto lottare».

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