Il governo Meloni ha deciso che una parte dei pedaggi autostradali in Italia andrà direttamente allo Stato, invece di finire nelle tasche dei concessionari. L’obiettivo è migliorare le opere pubbliche e controllare i costi dei pedaggi, che attualmente superano in media 1,50 euro ogni dieci chilometri in alcune tratte
Il governo Meloni ha deciso che una parte dei pedaggi delle autostrade a pagamento in Italia finirà nelle casse dello Stato, piuttosto che nelle tasche dei grandi gruppi di concessionari, inclusi quelli internazionali. L’annuncio è stato fatto dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sul proprio portale ufficiale, specificando che il Consiglio dei ministri del 26 luglio ha approvato il ddl Concorrenza, che tra le altre cose, regola anche le concessioni autostradali.
Il vicepresidente del Consiglio e leader della Lega, Matteo Salvini, ha spiegato che l’obiettivo del governo è realizzare opere pubbliche e controllare i pedaggi. Salvini ha dichiarato ad Antenna 3 che il disegno di legge prevede “una nuova impostazione delle concessioni autostradali per rendere più facili i lavori e per regolarizzare i pedaggi che sono diversi sulle varie tratte”, aggiungendo che il governo sta lavorando per limitare l’aumento dei pedaggi, soprattutto su alcune strade.
La questione dei pedaggi autostradali è spesso motivo di discussione tra automobilisti e politici italiani. Secondo una classifica di Wired Italia dell’estate 2023, in diversi tratti delle autostrade a pagamento i pedaggi superano in media 1,50 euro ogni dieci chilometri. Ad esempio, sulla Brebemi, l’autostrada di 62,1 chilometri che collega Brescia e Milano, servono in media 2 euro per percorrere dieci chilometri. Inoltre, l’Autostrada Pedemontana Lombarda (Apl), lunga 21,8 chilometri e la prima a integrare il sistema Free Flow (senza caselli), richiede in media 1,93 euro per percorrere dieci chilometri attraversando le province di Varese, Como, Monza e Brianza e Bergamo.
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