Nonostante 10 condanne (per detenzioni di stupefacenti, furti, rapine, ecc.) un 48enne siciliano non andrà in carcere perché il tribunale non ha rigettato l’istanza del pubblico ministero e accolto quella dell’avvocato difensore
12 GIUGNO 2023 – FONTEUFFICIALE – BREAKING NEWS – Il tribunale di Termini Imerese, con il giudice Claudia Camilleri, ha deciso che un uomo di 48 anni, residente a Termini Imerese, non dovrà andare in carcere nonostante abbia ricevuto dieci condanne. La decisione del tribunale è stata presa in seguito alla difesa presentata dall’avvocato Francesco Paolo Sanfilippo, difensore dell’uomo. Il tribunale ha respinto la richiesta del pubblico ministero di revocare il beneficio della sospensione condizionale della pena. L’uomo, già pluripregiudicato, era stato condannato il 4 aprile 2022 dal tribunale di Termini Imerese, in composizione monocratica, a un anno di reclusione con la sospensione condizionale della pena per reati commessi nel 2015.
Nonostante l’uomo avesse già beneficiato di questo tipo di sospensione condizionale della pena in passato e avesse un lungo elenco di precedenti condanne per reati come detenzione di stupefacenti, furti, rapine e invasione di edifici, il giudice monocratico di allora aveva concesso nuovamente il beneficio. La procura ha chiesto la revoca del beneficio e l’esecuzione della pena di un anno di reclusione, poiché l’uomo aveva ricevuto un’altra sentenza definitiva di condanna a tre anni e dieci mesi di reclusione negli ultimi cinque anni.
L’avvocato difensore ha sollevato un vizio procedimentale, sostenendo che il pubblico ministero avrebbe dovuto impugnare la sentenza con un atto di appello invece di proporre un incidente d’esecuzione, facendo riferimento a una sentenza della Cassazione del 2015. Inoltre, la sentenza di condanna a tre anni e dieci mesi di reclusione era diventata definitiva prima della sentenza per la quale si chiedeva la revoca del beneficio della sospensione condizionale.
L’avvocato si è detto soddisfatto dell’esito del procedimento, sottolineando che il suo assistito ha già da tempo cambiato stile di vita e ha trovato un’occupazione lavorativa seria e stabile, che sarà di grande importanza per il suo reinserimento sociale. Secondo l’avvocato, la carcerazione avrebbe compromesso o ritardato questo processo di ravvedimento.
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