La Procura di Neuruppin, in Brandeburgo, ha accusato cinque attivisti del movimento ambientalista Ultima Generazione di aver costituito un’organizzazione criminale, utilizzando per la prima volta in Germania il paragrafo 129 del codice penale, originariamente concepito per combattere la criminalità organizzata. Gli imputati, Henning Jeschke, Mirjam Herrmann, Lukas Popp, Jakob Beyer ed Edmund Schulz, sono accusati di aver compiuto una serie di sabotaggi alle stazioni di pompaggio delle raffinerie di petrolio, di aver occupato la pista dell’aeroporto internazionale Willy Brandt di Berlino e di aver imbrattato un quadro al Museo Barberini di Potsdam, un olio di Monet con purè di patate.
Secondo la Procura, questi atti configurano la creazione di un’organizzazione criminale, una grave accusa mai rivolta prima a un gruppo di protesta non violento in Germania. Ultima Generazione ha reagito affermando che tutte le loro proteste si sono svolte alla luce del sole e che l’uso del paragrafo 129 rappresenta un tentativo di trasformare il loro diritto costituzionale alla protesta in un reato. Gli attivisti sostengono che l’accusa è un pretesto per impedire future manifestazioni.
L’accusa di essere un’organizzazione criminale ha comportato conseguenze severe per gli attivisti, che sono stati trattati come pericolosi criminali. Sono state effettuate intercettazioni telefoniche, sequestrato il sito web del movimento e perquisite le abitazioni dei sospetti alla ricerca di materiale compromettente. Paula Zimmermann, portavoce di Amnesty International Deutschland, ha espresso preoccupazione per questa escalation nella criminalizzazione della protesta ambientalista, avvertendo che una sentenza di colpevolezza anche per uno solo degli imputati potrebbe portare l’intero movimento nella lista delle organizzazioni proibite.