In una scuola media di Treviso, due studenti musulmani sarebbero stati esentati dallo studio della Divina Commedia di Dante
In una scuola media di Treviso, due studenti musulmani sono stati esentati dallo studio della Divina Commedia, sollevando un dibattito. Un insegnante aveva scritto alle famiglie dei ragazzi, già esentati dall’ora di religione, per chiedere il consenso a trattare un’opera con contenuti religiosi. Su richiesta delle famiglie, i ragazzi sono stati esonerati e è stato loro assegnato un programma alternativo incentrato su Giovanni Boccaccio. La preside Francesca Magnano ha dichiarato che sta cercando di chiarire l’accaduto e ha negato che vi sia stato un consenso esplicito da parte della scuola.
Le critiche dalla politica
Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha ordinato un’ispezione per accertare i fatti, definendo inaccettabile l’esclusione di uno dei pilastri della letteratura italiana per motivi religiosi o culturali.
Il sindaco di Treviso, Mario Conte, ha espresso difficoltà a comprendere la scelta di esentare gli studenti dallo studio di Dante Alighieri, sottolineando l’importanza della cultura come strumento di inclusione e integrazione.
Il vicepremier Matteo Salvini ha criticato duramente la decisione, definendola “demenziale” e un cedimento culturale ed educativo.
La ministra del Turismo Daniela Santanchè ha espresso opinioni simili, affermando che la decisione rappresenta una sottomissione alla cultura islamica e un tradimento della cultura italiana.
Simona Malpezzi del Partito Democratico ha osservato che conoscere Dante non compromette la fede religiosa degli studenti, ma arricchisce la loro conoscenza della cultura italiana.
Irene Manzi, responsabile nazionale scuola del PD, ha affermato che la Divina Commedia è fondamentale nella formazione dei ragazzi e che la vera integrazione si realizza studiando e rispettando le diverse culture.
Gaetano Amato del Movimento 5 Stelle ha sottolineato che l’opera di Dante è universale e ha criticato la strumentalizzazione politica del caso.
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