Sono già 264 le morti sul lavoro in Italia nei primi 4 mesi del 2023

Secondo il Centro Studi della Confederazione sindacale Unitaria di Base (Cub), questa cifra potrebbe essere sottostimata

Sono già 264 le morti sul lavoro in Italia nei primi 4 mesi del 2023
19 GIUGNO 2023FONTEUFFICIALEBREAKING NEWS – Un tragico bilancio si sta delineando per le vittime sul luogo di lavoro in Italia, con già 264 persone decedute nei primi quattro mesi del 2023. Secondo il Centro Studi della Confederazione sindacale Unitaria di Base (Cub), questa cifra potrebbe essere sottostimata.

Nel giro di poche ore, diverse tragedie si sono susseguite in diverse località del paese. A Castegnato, Sami Macakulli, un giovane di 23 anni, è precipitato da un traliccio mentre svolgeva lavori di manutenzione. Purtroppo, non ha avuto scampo. Allo stesso modo, Tiziano Pasquali è stato schiacciato da un mezzo pesante mentre lavorava sotto un cavalcavia. Angelo Aleo è morto in un incidente edile, dopo essere caduto da tre metri di altezza. Pasquale Cosenza è precipitato da un tetto mentre installava pannelli fotovoltaici. Giovanni e Filippo Colapinto, padre e figlio, sono morti durante l’ispezione e la pulizia di una cisterna di vino.

La mancanza di una cultura della sicurezza sul lavoro, l’assenza di severi controlli sul rispetto delle normative e la mancanza di volontà politica per porre fine a questa tragedia quotidiana sono alcune delle ragioni indicate da Walter Montagnoli, membro della segreteria nazionale della CUB. Questo problema non riguarda solo l’Italia, ma anche molti altri paesi europei.

Secondo Eurostat, nel 2020, l’Europa ha registrato 1.446 infortuni non fatali e 2,1 morti ogni 100.000 lavoratori, e l’Italia si classifica all’undicesimo posto in questa classifica, con 3 morti ogni 100.000 occupati. Tuttavia, queste cifre potrebbero essere sottostimate a causa di un sistema di denuncia poco sviluppato e di disincentivi finanziari per le vittime.

Montagnoli sottolinea l’importanza di approvare il reato di “omicidio sul lavoro” e di imporre la chiusura delle aziende che non rispettano le norme di sicurezza. Si auspica che il governo consideri seriamente questa proposta per affrontare questa vergognosa situazione e ridurre ulteriormente le statistiche.

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