Sonila Cani, una giovane madre di 21 anni, è stata trovata morta nel marzo 2021 a Torino, mentre il figlioletto dormiva. La procura di Torino ha avviato indagini su 16 uomini legati a un sistema di sfruttamento della prostituzione, tra cui il marito di Sonila, Kreshnik Cani, accusato di istigazione al suicidio e sfruttamento della prostituzione. Sonila era arrivata in Italia dall’Albania con la speranza di una vita migliore, ma è finita coinvolta in una rete criminale dedita alla prostituzione
Sonila Cani, una giovane mamma di 21 anni, è stata trovata senza vita il 21 marzo 2021 nel suo appartamento a Torino. La scoperta è stata fatta dal marito, Kreshnik Cani, mentre il loro bambino dormiva. Le ultime parole di Sonila, pronunciate durante una videochiamata con i genitori, sono state: “Ci sentiamo stasera mamma”. Queste parole risuonano come un triste presagio, dato che quella sera non è mai arrivata.
Sonila era originaria dell’Albania e si era trasferita in Italia con la speranza di costruire un futuro migliore per sé e la sua famiglia. Tuttavia, la sua vita si è trasformata in un incubo. Le indagini condotte dalla procura di Torino, sotto la direzione della pm Valentina Sellaroli, hanno rivelato un vasto sistema di sfruttamento della prostituzione che coinvolge organizzazioni criminali albanesi. Attualmente, sedici uomini sono indagati per vari reati legati a questo sfruttamento, e cinque di loro sono stati arrestati.
Tra gli indagati c’è anche Kreshnik Cani, il marito di Sonila. È accusato di istigazione al suicidio e sfruttamento della prostituzione. Tuttavia, le prove a suo carico non sono sufficienti per dimostrare un ruolo diretto nella morte della giovane. Le circostanze della sua morte rimangono confuse: potrebbe essere stata un omicidio o un suicidio indotto dalla disperazione. Kreshnik ha fornito versioni contrastanti riguardo agli eventi del giorno della morte della moglie. Inizialmente ha affermato di credere a un suicidio mentre si trovava al bar con un amico; successivamente ha cambiato versione sostenendo che Sonila fosse stata uccisa.
La madre di Sonila, Sose, continua a cercare giustizia per la figlia. Ogni mese viaggia dall’Albania per visitare il nipotino in Italia e non smette di chiedere verità sulla morte della giovane. Ricorda Sonila come una ragazza gentile e brillante, con il sogno di studiare e costruire una vita migliore. Tuttavia, la realtà che ha trovato in Italia era ben diversa: Sonila è stata coinvolta in una rete criminale che sfruttava donne nella prostituzione.