Cos’è successo al deposito Eni di Calenzano

Un’esplosione si è verificata il 9 dicembre nel deposito Eni di Calenzano, in provincia di Firenze, causando la morte di 5 operai e 26 feriti. L’incidente è avvenuto durante le operazioni di rifornimento delle autobotti e si sospetta che una perdita di carburante possa aver innescato l’esplosione. La potenza dell’esplosione ha danneggiato gravemente la struttura e causato un’onda d’urto che ha colpito anche edifici nelle vicinanze

Cos’è successo al deposito Eni di Calenzano

Un’esplosione si è verificata il 9 dicembre nel deposito Eni di Calenzano, in provincia di Firenze, causando la morte di 5 operai e 26 feriti. L’identificazione delle vittime è ancora in corso: finora è stato riconosciuto solo il corpo di Vincenzo Martinelli, 51 anni, originario di Napoli ma residente a Prato. Il sindaco di Calenzano, Giuseppe Carovani, ha descritto la situazione come una “distruzione totale”.

Lo stabilimento, che si occupa di ricezione, deposito e spedizione di carburanti come benzina, gasolio e petrolio, è stato teatro di un’esplosione che ha coinvolto diversi autotrasportatori intenti a fare rifornimento. La Procura di Prato ha aperto un’inchiesta per chiarire le cause dell’incidente e accertare eventuali responsabilità.

In segno di lutto, il presidente della Toscana, Eugenio Giani, ha annunciato che mercoledì 11 dicembre sarà una giornata di lutto regionale. Cgil, Cisl e Uil hanno indetto uno sciopero generale provinciale di quattro ore con una manifestazione a Calenzano.

Le vittime e i feriti

Tra le vittime, è stato identificato il corpo di Vincenzo Martinelli. Era autista di autocisterne, padre di due figlie. Gli altri dispersi includono un uomo di 57 anni originario di Catania, un 49enne della provincia di Novara, un 45enne nato in Germania ma di origini italiane e un altro uomo di 45 anni nato a Matera. Per identificare il secondo corpo recuperato sarà necessario l’esame del DNA, poiché la potenza dell’esplosione ha gravemente danneggiato i corpi.

Tra i feriti, alcuni versano in condizioni critiche. Un operaio livornese di 51 anni ha riportato ustioni sul 70% del corpo, mentre un altro di 47 anni è stato intubato. L’onda d’urto ha provocato danni non solo nello stabilimento, ma anche ad aziende e abitazioni circostanti, portando all’evacuazione di almeno 15 aziende, una piscina e un palazzetto dello sport.

La dinamica dell’esplosione

Secondo le prime ipotesi, l’esplosione potrebbe essere stata innescata da una perdita di benzina o dalla fuoriuscita di vapori infiammabili. Questi avrebbero fatto saltare in aria alcune autobotti, incendiando l’intera pensilina e facendo crollare parte del centro direzionale adiacente.

Il sindaco Giuseppe Carovani ha raccontato: “Ho visto una scena impressionante, c’è una distruzione totale. Immagino chi era lì a lavorare o vicino alle infrastrutture di ricarica, deve essere stato come un inferno.”

Testimonianze dei sopravvissuti

Un lavoratore ferito ha descritto la scena: “Non ho mai visto niente del genere. Sembrava ci avesse attraversato un tuono. L’esplosione ci ha fatto saltare per diversi metri, i vetri si sono infranti e ci hanno ferito.” Un altro testimone ha aggiunto: “Il mio furgone si è alzato di due metri da terra.”

Preoccupazioni sulla sicurezza

La presenza di un deposito Eni vicino a zone abitate e alla linea ferroviaria per Prato ha sollevato polemiche. Il tratto autostradale A1 adiacente è stato chiuso temporaneamente, così come alcune linee ferroviarie. La Protezione Civile ha lanciato un alert invitando i residenti a mantenere le finestre chiuse.

Marco Caldiroli, presidente di Medicina Democratica, ha sottolineato: “È pacifico che si sia verificata una perdita di combustibile innescata da qualcosa, probabilmente durante il carico delle autobotti. Questo incidente evidenzia i rischi degli impianti soggetti alla normativa Seveso, come quello di Calenzano.”

Le indagini

La Procura di Prato ha affidato le indagini ai carabinieri di Firenze e ha nominato consulenti tecnici per accertare le cause dell’esplosione. Il procuratore Luca Tescaroli ha dichiarato: “Al momento dell’esplosione erano presenti diverse autobotti negli stalli di approvvigionamento del carburante.” Sono stati coinvolti anche l’Arpat e l’Asl Toscana Centro per valutare eventuali responsabilità.

Lutto e sciopero

Mercoledì sarà una giornata di lutto in Toscana, mentre il Comune di Calenzano ha dichiarato due giorni di lutto cittadino. I sindacati hanno dichiarato: “Siamo di fronte all’ennesima tragedia sul lavoro. Senza sicurezza, non c’è dignità, non c’è vita.”

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